Esclusiva-Carlo Zampa: “La rivoluzione della Roma mi piace. Non accetterei una cessione di De Rossi”

E’ un periodo di rinascita, quello che sta vivendo la Roma. Come previsto, i giallorossi hanno contemplato nelle ultime settimane il cambio di gestione societaria unitamente ad una revisione dell’assetto atletico. Per esaminare a fondo la situazione della squadra capitolina, Soccermagazine.it ha deciso di contattare il noto telecronista romano Carlo Zampa, che si è concesso gentilmente ad un’intervista esclusiva.

Ciao Carlo, cominciamo con qualche domanda di mercato, ora entrato ufficialmente nel vivo.
Che ne pensi della rifondazione che si accinge a subire la Roma? Il ciclo di DiBenedetto ha le carte in regola per rivelarsi più fruttifero di quello dei Sensi?

L’idea della rivoluzione culturale che si vuole adottare mi piace e penso che non ci fosse momento migliore di questo per farlo. Spero che abbiano il tempo e la possibilità di poterla attuare. Naturalmente i risultati saranno sovrani….

Per iniziare una nuova era, così come la Juventus, anche i giallorossi hanno deciso di puntare su un tecnico molto giovane ed oggettivamente non troppo quotato. Il “modello Guardiola” è ben condiviso nella capitale, o sarebbe stato preferibile ripiegare su nomi più blasonati a livello europeo?
La scelta di Luis Enrique rientra in quell’idea che ha la nuova proprietà e di cui parlavo prima. Se però si pensa che la Roma diventi improvvisamente il Barcellona si creano aspettative pericolose. E’ chiaro che c’è da parte di tutti la speranza che il lavoro dello spagnolo e della nuova proprietà dia presto i suoi frutti, ma Roma ha una sua storia, tradizione e peculiarità che devono essere mantenute. Ci vorrà quindi il mix giusto. Il nuovo team spagnolo sta portando una cultura del lavoro che a Roma non vedevamo dai tempi di Spalletti e questo è molto importante.

Per il momento, la Roma sta ingaggiando perlopiù talenti freschi, giocatori usciti alla ribalta da poco. Secondo te sarà possibile piazzare un colpo importante, come ad esempio il tanto vociferato Pastore?
Penso che Pastore sia il giocatore che Sabatini sogna di portare a Roma, ma non sarà facile.

In generale, quali giocatori effettivamente raggiungibili dalla Roma ti piacerebbe vedere con la maglia giallorossa?
Innanzitutto voglio, non vorrei, ma voglio il rinnovo del contratto di De Rossi. C’è l’esigenza di prendere uno/due portieri e due centrali di difesa. Mi piacerebbe Silvestre.

Qual è stato il tuo pensiero circa le importanti cessioni di Mexes e Riise?
Sono due cessioni diverse. Riise è un ottimo professionista che nella scorsa stagione non ha reso nella giusta maniera, causa anche l’infortunio grave subìto in Nazionale, quindi la sua cessione appariva inevitabile. Il discorso Mexes è più contorto e grave per la società che lo ha perso a parametro zero. Non posso non sospettare che la Sensi, che aspirava alla presidenza della Lega e che da almeno un anno lavorava per questo dopo l’accordo con UC per la cessione della Roma, abbia voluto fare un regalo al suo amico Adriano Galliani portando il francese a scadenza di contratto. Una proprietà seria o avrebbe rinnovato il contratto a Mexes entro l’estate o l’avrebbe ceduto per evitare quel danno che si è concretizzato. A pensar male spesso si indovina, fatto sta che, sfumata la presidenza della Lega, le è subito arrivato come “ripiego” l’incarico nella Giunta di Roma al Campidoglio.

Qual è invece la tua opinione sui possibili uscenti Menez, Vucinic e Borriello, tre attaccanti di valore che per un motivo o per l’altro non trovano più l’idillio nella capitale? In particolare, per il francese si potrebbe parlare di “scommessa persa”?
Il discorso di Menez rispecchia quello fatto su Mexes. Dal momento che ha il contratto in scadenza nel 2012, o rinnovi adesso o lo devi cedere. Di certo Menez è apparso un’incompiuta, più per demeriti suoi dovuti al carattere che per quelli dei tecnici che ha avuto. Vucinic sono convinto che resterà, mentre per Borriello molto dipenderà dalle scelte del tecnico. Non credo che l’ex milanista voglia fare un’altra stagione a singhiozzo, anche per problemi di natura tattica, com’è successo lo scorso anno.

Quale sarà il destino di De Rossi? Nonostante le rassicurazioni di Sabatini, c’è una minima possibilità che possa clamorosamente lasciare la Roma?
L’ho detto prima, non potrei accettare una cessione di De Rossi, a meno che non sia lui stesso a dire pubblicamente di voler andar via.

Tocchiamo ora un tasto dolente: lo stesso De Rossi, così come Totti, in più di un’occasione è finito col balzare agli onori delle cronache per questioni che non riguardavano i meriti sportivi; “Capitan futuro” l’ha pagata persino con l’esclusione dalla Nazionale. Da grande tifoso della Roma, come vivi queste situazioni, e che messaggio vorresti rivolgere ai due simboli giallorossi?
Loro sanno bene come vanno queste cose. Sono romani e romanisti e come tali esposti ad attacchi di varia natura, anche volgari e squallidi. La cosa peggiore è che certe critiche anche feroci arrivano da Roma e da tifosi della Roma o pseudo tali. Queste sono le cose che maggiormente hanno ferito Francesco e penso che anche a Daniele, malgrado il carattere diverso rispetto al capitano, abbiano lasciato il segno. Loro sono i simboli eterni di Roma e della Roma e come tali devono essere rispettati e tutelati. Chi ama veramente la Roma, ama Totti e De Rossi.

Come spieghi l’ormai tipica fase di flessione della Roma che si è venuta a verificare almeno una volta all’anno nelle ultime stagioni, pur con diversi allenatori?
Una flessione durante la stagione è anche normale e riguarda tutte le squadre che si affidano solo al lavoro sul campo…. Probabilmente è una questione di preparazione. Se pensiamo al periodo spallettiano, la Roma aveva un ottimo fondo e finiva sempre in crescendo. Anche nella prima stagione di Ranieri, il tecnico romano ha sfruttato la preparazione di Spalletti. Il problema è nato lo scorso anno quando gli stessi giocatori si sono lamentati della scarsa preparazione atletica fatta in estate dallo staff del tecnico di San Saba, ma sembra che per fortuna da quest’anno sia tornata la cultura del lavoro. Poi sarà il campo il giudice supremo.

Negli ultimi tempi, ci sono stati un paio di giovani che sono riusciti a ritagliarsi un certo spazio in giallorosso, vale a dire Rosi e Greco. In un’Italia che dice di voler puntare sempre più sulle nuove leve, secondo te col nuovo ciclo sarà possibile valorizzare maggiormente qualche promessa, anche in chiave Nazionale?
Questo è uno dei pilastri della rivoluzione culturale della nuova Roma. Basta vedere quanti giovani della Primavera sono stati aggregati alla prima squadra da Luis Enrique per capirlo e sarà per loro una grande occasione. Se manterranno le promesse, sentiremo parlare di giovani come Caprari, Crescenzi, Antei e soprattutto di Verre.

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