Calciomercato, ecco come la UE intende rivoluzionare il mondo del pallone

Lo studio The economic and legal aspects of transfer of players” diffuso in settimana a Bruxelles dimostra come la regolamentazione del calciomercato sfavorisca i club minori, a vantaggio di quelli più ricchi.

 

Fonte immagine: Wikipedia
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Il report rivela come i club calcistici spendano circa 3 miliardi di euro l’ anno per lo scambio dei giocatori, ma che “meno del 2%” dei ricavi derivanti dal calciomercato arrivi alle società più piccole o alle associazione dilettantistiche, culla del settore giovanile. In particolare il numero dei trasferimenti tra il 1995 e 2011 è più che triplicato, mentre gli importi spesi dalle società per i trasferimenti sono  aumentati di sette volte. In Europa si è passati dai 5.735 affari conclusi della stagione 1994/1995, per un valore di 403 milioni di euro, ai 18.307 affari conclusi della stagione 2010/2011, nella quale la spesa totale ammontava a 3 miliardi di euro.

 

Una situazione che  “esaspera gli squilibri”, mentre il livello di ridistribuzione del denaro, invece di compensare i costi della formazione dei giovani calciatori, è “insufficiente a consentire” ai club più piccole di “sottrarsi al controllo esclusivo che le società più grandi continuano a esercitare sulle competizioni sportive“.

 

“La Commissione europea riconosce appieno il diritto delle autorità sportive di definire le regole per i trasferimenti, ma dal nostro studio risulta che tali regole, nella loro forma attuale, non assicurano un giusto equilibrio nel settore del calcio né condizioni di equità nei campionati nelle coppe. Abbiamo bisogno di un sistema di trasferimenti che contribuisca allo sviluppo di tutte le società e dei giovani giocatori”,  ha spiegato Androulla Vassiliou, commissario europeo responsabile per lo sport.

 

In quello che quindi, al momento, rimane solo un invito, la Commissione europea propone di istituire una “tassa fair play” sui trasferimenti più costosi da ridistribuire tra i club più poveri; dei controlli più rigorosi delle federazioni nazionali sulle transazioni finanziarie; di porre un limite al numero di tesseramenti; di procedere al riesame della questione della ‘proprietà di terzi e sul periodo di protezione durante il quale i giocatori non possono essere trasferiti senza il consenso della società, (periodo triennale fino all’età di 28 anni e biennale per i più anziani); la piena attuazione delle regole sul fair play finanziario.

 

La questione sarà dibattuta dalla Ue nella sua prossima riunione di aprile sulla “Buona governance nello sport”. Il mondo del calciomercato può conoscere un vero e proprio scossone.

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