Serafini: “La cessione di Thiago Silva? Avrebbe aperto le porte a qualsiasi cattivo pensiero”

Luca Serafini, giornalista di Mediaset, ha svelato alcuni retroscena su Thiago Silva e detto la sua su milannews.com. Il retroscena: “Una telefonata  – scrive il giornalista – di un amico fidato, da molti anni a busta paga del Milan: “Sii prudente, non ti sbilanciare, so per certo che Thiago Silva non se ne va.

Fonte: Danilo Rossetti

Galliani tornerà da Parigi e dirà che il Presidente non se l’è sentita, è tutto studiato. Lo sa anche Allegri”. (…) In ogni caso, dopo il caso-Kakà, i tifosi milanisti hanno vissuto giorni da travaso di bile: un bluff? Tutt’altro, un’operazione mediatica studiata scientemente a tavolino con un messaggio chiaro: “in questo momento di profonda crisi economica, niente follie per gli acquisti, ma il sacrificio di una rinuncia che vale la candela. Per il Milan e per voi tifosi”. Leonardo ci è cascato. E con lui molti altri. Eppure resta una grande moltitudine di tifosi a non mandare giù il bluff, nemmeno ora che Thiago è rimasto“.

 

Il giornalista ha anche rimarcato la sua contrarietà, fin dagli albori della trattativa, alla cessione del forte difensore centrale brasiliano: “Noi non abbiamo smesso di criticare, attaccare la scelta della possibile vendita di Thiago Silva, la filosofia di una privazione illogica e non ci sentiamo di abbassare la guardia nemmeno ora. La cessione del più forte difensore del mondo nascondeva un’insopportabile insidia. Avrebbe aperto infatti le porte a qualsiasi cattivo pensiero, il peggiore dei quali prevedeva  che tra 2 o 3 anni, quand’anche il ventenne sostituto del brasiliano fosse sbarcato al Milan da numero 514 al mondo in un ipotetico ranking  e fosse diventato nel 2015 il n.1, sarebbe stato venduto di fronte alla consueta “irrinunciabile offerta”. E così El Shaarawy, De Sciglio, chi lo sa… Dal momento in cui Thiago Silva avesse lasciato il Milan, quel destino avrebbe potuto riguardare chiunque, in futuro. Senza contare l’effetto-domino dei testicoli che sarebbero cascati con effetto immediato a Ibra, Boateng, Cassano, lo stesso capitano Ambrosini, i tifosi. Vendere Thiago Silva, alla faccia dei tromboni che hanno continuato a menarla: “Non si può rinunciare a un’offerta così per un difensore”. Monumentale ca**ata. E’ la stessa insensata logica che nei momenti di crisi porta ai tagli reiterati dei costi, senza pensare alle conseguenze. Non si può entrare in un’azienda in crisi con il macete come in una foresta pluviale, perché tagliando alla cieca tutto quello che ostacola il cammino si rischia di decapitare anche un pigmeo. L’obiettivo invece dev’essere quello di estirpare le erbacce per arrivarci, al villaggio pigmeo. Tu vendi Thiago Silva e incassi 40 milioni, ma perdi credibilità, immagine, abbonamenti, appeal, potenzialità, probabilmente altri giocatori e quindi magari comprometti persino un piazzamento in Champions – nella prossima stagione – che da sola vale una ventina di milioni per la qualificazione e altrettanti lungo il cammino tra incassi, diritti tv, premi, bonus di varia natura, sponsor stessi“.

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Raffaele Zanfardino

Direttore responsabile della testata.

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