A tutta tattica – Barça, più bella cosa non c’è
Per questo weekend abbiamo pensato che fosse opportuno dare un’occhiata a quello che succede in Spagna, precisamente a Madrid. Qui, al Santiago Bernabeu, si è tenuto il settimo Clasico tra Mou e Pep. Potevamo farcelo sfuggire? Potevamo non divertirci a vivisezionare la partita più interessante del weekend calcistico europeo? Ve lo diciamo noi, non potevamo!
Diciamocelo subito: il Barça è favoloso, di un altro pianeta, quasi fa rabbia per quanto è forte. Non c’è gusto a vedere una partita in cui sai per certo che una squadra vincerà. Eppure è così: Guardiola quest’anno sta provando a mischiare un pò le carte, a cambiare uomini e moduli. Sembra quasi che i catalani, stufi di vincere, si sino messia sperimentare schieramenti (apparentemente) confusi, a cambiarsi di ruolo, per vedere se riescono a vincere anche così. Il 3 a 1 d sabato sera può far stare tranquilli Messi e compagni: in qualunque modo giochino, non c’è squadra che possa resiste.
Il Barcellona di Pep Guardiola è l’erede contemporaneo (forse l’unico) del calcio totale: pressing altissimo e di squadra, rete fitta di passaggi, scambi stretti e rapidi, verticalizzazioni improvvise. La novità di questa stagione è l’intercambiabilità dei giocatori nei ruoli.
Difesa: Victor Valdes non è un ottimo portiere, spesso si concede delle amnesie. Tuttavia la sua squadra è talmente forte che potrebbe anche giocare senza portiere; e non è un’ esagerazione. Per quanto possesso palla fanno, sarebbe difficile anche solo provare a far gol da centrocampo senza portiere. Davanti a lui, l’anno scorso Guardiola schierava una (finta) difesa a 4, che in fase di attacco (quindi quasi sempre) si trasformava in schieramento a tre con l’arretramento di Busquets.
Quest’anno, e anche sabato scorso, la linea difensiva si è composta praticamente da subito con Abidal, Piqué e Puyol, con quest’ultimo demandato a dare un occhio di riguardo a Cristiano Ronaldo: missione compiuta.
Centrocampo: Tra difesa e centrocampo il re incontrastato è Busquets; Mascherano gli fa da riserva, lui viene considerato da molta stampa non all’altezza degli altri canterani, eppure in squadra è ritenuto fortissimo ed indispensabile. Insieme a lui, nella mediana, giocano Daniel Alves, Xavi e Iniesta. Un centrocampo a 4, dove ognuno ha caratteristiche e compiti diversi. Difficile inquadrare questi giocatori in uno schema, sembra piuttosto che sia lo schema ad adattarsi a loro.
Attacco: infine, insieme a Messi l’imperatore, contro il Real Guardiola ha schierato Fabregas e Sanchez. In particolare il centrcampista spagnolo agisce quasi da punta centrale, ma come dicevamo pocanzi, è difficile classificare i ruoli di questi giocatori. Le posizioni e i movimenti cambiano di volta in volta per non dare riferimenti certi agli avversari.
In fase d’attacco il Barça gioca con un 3-4-3. Poiché è quasi sempre in fase di attacco e possesso palla, questo può essere considerato il modulo di base. Modulo che ricorda incredibilmente due squadre del nostro campionato: Udinese e Napoli. I nostri due club presentano caratteristiche di gioco molto simili ai blaugrana; quindi gli ottimi risultati di queste ultime stagioni non sembrano affatto casuali, ma frutto di gioco moderno ed efficacissimo che si contrappone all’altro modello vincente del calcio contemporaneo: quello Mourinhano. La partita tra Barça e Real e o scontro tra due filosofie di calcio, due modi diversi di concepire tutto, dagli allenamenti alle conferenze stampa.
Forse è presto per fare un bilancio, diciamo così, “storico”. Tuttavia, nonostante il triplete con l’Inter, sembra chiaro che il modello “Mou” ne esce con le ossa rotte.
La liga è ancora lunga, staremo a vedere se lo Special One saprà inventarsi qualcosa di nuovo per battere i più forti del mondo (e forse della storia).
Michele Covelli Salvo De Luca
Michele Covelli Salvo De Luca
Luca Fontana
Luca Fontana