L’Hull City cambierà nome a partire dalla prossima stagione

Nel mese di Dicembre l’Hull City ha presentato una richiesta formale alla Football Association inglese per cambiare nome da Hull City a Hull Tigers a partire dalla prossima stagione, una decisione che non ha reso felici molti tifosi.

Fonte: Paul Glazzard - wikipedia.org
Fonte: Paul Glazzard – wikipedia.org

La scelta, a detta del vicepresidente Ehab Allam, è stata presa per motivi di sponsorizzazioni e ha anche aggiunto che se la cosa non dovesse funzionare non sarebbe da escludere una vendita del club da parte dell’attuale proprietà. Inoltre il padre di Ehab, Assem, in qualità di presidente ha dichiariato di aver investito 74 milioni di sterline nel Club a partire dalla sua acquisizione nel 2010 e che i motivi del cambio di nome, oltre a quelli di sponsorizzazione, sono anche da ricercare nel fatto che in Premier League al momento ci sono sei squadre con ‘City’ nel nome, e che ognuna di queste, ad eccezione del Manchester City, si trova nella stessa posizione di classifica e con tifoserie che per numero si avvicinano molto ai gialloneri.

Per questo motivo via ‘City’ e dentro ‘Tiger’, in modo che il nome non sia circoscritto alla sola Inghilterra ma che sia appetibile anche a livello internazionale in modo da attirare nuovi sponsor e  perciò, aumentare gli introiti. Di fatto il cambio è in parte già avvenuto: all’esterno degli uffici del club il logo recita già ”Hull City Tigers”, e anche in occasione della firma del nuovo acquisto Yannick Sagbo le immagini mostravano il giocatore con di fianco il logo avente la stessa dicitura.

Ovviamente i tifosi non ci stanno ed è stato subito creato un gruppo su Internet, ”City till we die” (http://www.citytillwedie.com/), che lascia poco spazio all’immaginazione: i supporters (almeno quelli attuali) non vedono affatto bene un cambio nel nome e hanno a loro volta fatto una richiesta alla FA in modo che il nome rimanga quello storico.

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Edoardo Ciotola

21enne che continua imperterrito a parlare di 'farsi i viaggi' e che sogna di diventare giornalista sportivo di professione. Metà napoletano e metà spagnolo (d'adozione). Cresciuto a pane e Fabri Fibra, ama il calcio (la fede è quella interista) e ascolta qualsiasi tipo di musica. Insomma, non ha le idee propriamente chiare, ma è talmente orgoglioso da essere capace di farne addirittura un vanto. In fin dei conti però una cosa è certa: la sua anima è unita, tramite punti di sutura, alla scrittura e alla comunicazione, di qualsiasi forma esse siano.

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