La paradossale storia dell’Avesa: schiera Cossato per un’amichevole e viene deferita

La storia ha del paradossale! Nelle ore immediatamente successive alla pubblicazione dei deferimenti del signor Stefano Palazzi, tra le società deferite compariva una certa squadra di nome Avesa.

Fonte immagine: Danilo Rossetti

I più, pensando ad un errore, hanno pensato bene di aggiungere una “r” al nome di tale squadra, cosicchè le più importanti agenzie di stampa riportassero sui referti “Aversa” (l’Aversa Normanna , squadra di Seconda Divisione) anzichè, appunto “Avesa”. Ma che squadra è l’Avesa? Questa squadra, sconosciuta almeno fino a ieri, milita attualmente in Seconda Categoria, ed è una squadra di un quartiere di Verona, la cui struttura è molto simile a quella di un club dilettantisco: le famiglie dei giocatori, infatti, pagano borse, divise e scarpini, affinchè i suddetti giocatori non gravino troppo sulle casse della società. Ma allora, come fa una squadra di tale livello, ad essere una delle società potenzialmente condannabili per il calcio scommesse? Il tutto nasce nel “lontano” 2010, anno del centenario dei rossoblù veronesi. La società infatti organizzò nel Dicembre di quell’anno, una partita di calcio a 5, usando il campo della parrocchia. Tra le “vecchie glorie” chiamate per questa partita era presente anche uno dei giocatori più famosi tra coloro che hanno militato in questo piccolo club. Stiamo parlando di  Federico Cossato, ex Chievo, che figura anche tra i “protagonisti” della vicenda che sta infangando il nuovo calcio. Ma la domanda sorge spontanea: quale tipo di scommessa, nefanda al sistema calcio, potrà aver eseguito l’attaccante ex Chievo, in una partita di calcetto giocata su di un campo parrocchiale?

Sapendo per certo che al massimo il giocatore avrà potuto scommettere una cena con uno dei suoi cinque avversari, vi riportiamo le parole del presidente, che fanno capire al meglio quale sia il problema per l’Avesa in tutto ciò:

Una situazione paradossale tutto questo mi pare assurdo, pensavo fosse uno scherzo. E invece ci toccherà andare a Roma e cercarci pure un avvocato”. E chissà quanto costerà quest’avvocato, per una squadra, ripetiamo, (quasi) amatoriale.

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