Esclusiva-Diamanti: “Tutti danno favorita la Juve, ma occhio al Napoli! Ho un solo rimpianto…”

In un ambiente come quello calcistico è facile trincerarsi dietro a dichiarazioni banali e accomodanti, ma c’è chi riesce a fare la differenza anche in questo esprimendo invece esplicitamente il suo pensiero: un esempio ne è Alessandro Diamanti, idolo di Bologna e tra gli indimenticati protagonisti azzurri di Euro 2012. Diamanti ha rilasciato infatti un’intervista in esclusiva a Soccermagazine parlando di diversi temi d’attualità del calcio italiano e non solo, con una riflessione finale sulla sua carriera:

Diamanti e Cassano ad Euro 2012 - Fonte immagine: bolognafc.it
Diamanti e Cassano ad Euro 2012 – Fonte immagine: bolognafc.it
Tu sei stato tra i primi calciatori italiani ad approdare in Cina, che oggi è diventata meta di tanti top player e allenatori: non temi che anche questo fattore possa incidere sulla crisi del calcio italiano?
Non credo, anche perché di calciatori ora ce n’è uno, gli allenatori che sono andati in Cina l’hanno fatto perché secondo me non avevano niente di più bello qua.

Alla fine Simone Verdi ha declinato l’offerta del Napoli come anche tu tra i tanti gli avevi consigliato: non credi però che quest’estate con il mercato più lungo sia più facile che il ragazzo ceda?
Quando ho parlato di Verdi ho detto che doveva rimanere qua, ma non perché non doveva andare al Napoli, alla Juve, al Milan o all’Inter. Secondo me doveva rimanere qua perché poi se creano un bel progetto a Bologna lui ne deve far parte, anche perché ieri sono stato allo stadio e ho visto che i tifosi gli vogliono molto bene, è una cosa bella. Io l’ho detto per questo, poi il calcio fa parte di scelte, fa parte di giocatori bravi che poi vanno incontro a delle scelte e farne è sempre bello. Pensa a chi non può scegliere…

Qualche anno fa una tua dichiarazione sulle bandiere e su Totti fu male interpretata dai romanisti, mentre negli ultimi giorni i tifosi napoletani se la sono presa un po’ con te per quello che hai detto su Verdi: vuoi aggiungere qualcosa per chiarire e provare a riappacificarti con queste tifoserie?
Nessuno mi ha offeso, assolutamente. Ognuno dice il suo parere e giustamente il mondo è bello perché ognuno la pensa e la può pensare come vuole. Io sulle bandiere non mi riferivo sicuramente ai tifosi romani o a Totti, ma in generale a tutti quei giocatori che sono stati nei grandi club. Seconda cosa: si sa che i giornalisti vogliono strumentalizzare perché poi era giovedì, io la domenica avrei giocato con la Roma, quindi fu fatto per quello, no?

Però all’Olimpico ad esempio hai ricevuto dei fischi…
Ho fatto dei goal importanti, è normale. A me è sempre piaciuto essere stato fischiato perché voleva dire che i tifosi mi temevano. Però sicuramente ho ricevuto più applausi che fischi nella mia carriera, fortunatamente.

Si è detto che alla base della scelta di Verdi ci fosse anche la Nazionale: tu che sei stato in azzurro, pensi che per assurdo sia più facile arrivarci essendo uno dei tanti in una grande squadra o è meglio essere protagonisti, ma in una squadra più piccola?
Secondo me oggi in Nazionale tanti campioni non ci sono più. Sicuramente se vieni dalla grande squadra fai meno fatica a giocare in Nazionale, però non è sempre detto. Se giochi meno in una grande squadra è possibile che ti convochino, se non giochi in una piccola squadra sicuramente non ti convocano. Io penso che le percentuali siano a metà, diciamo.

A proposito di Nazionale: durante la tua militanza l’Italia ha ottenuto grandi risultati sia all’Europeo sia alla Confederations, ma in pochi anni è arrivata addirittura a non qualificarsi ai Mondiali. Come ti sei spiegato un fenomeno del genere?
Noi effettivamente avevamo un grande gruppo, anche perché Prandelli in quei 4 anni ha chiamato sempre i soliti. Poi eravamo un bel mix di calciatori, avevamo molta più qualità di quella che c’è ora, in generale.

Nel 2012 hai sfiorato un successo che ti avrebbe consegnato alla storia con l’Europeo: essendo stata la tua prima competizione con la Nazionale, oggi ti senti più deluso o soddisfatto per aver superato le aspettative?
Nel calcio qualche volta si vince e qualche volta si perde. Io non sono e non sarò mai deluso di quello che ho fatto o farò in carriera, perché io sono un giocatore che in tutte le squadre in cui ha giocato e in tutti i secondi che ha giocato ha sempre dato tutto, e quando tu dai tutto non puoi mai essere deluso da qualcosa. Sicuramente dopo il percorso che avevamo fatto lì sarebbe stato bello vincerlo, però avevamo incontrato una Spagna che, sinceramente, era di un altro pianeta.

Nella corsa allo scudetto sono rimaste ormai solo Napoli e Juventus: tu chi vedi come favorita e perché?
Come favorita è difficile dirlo. Sicuramente tutti danno favorita la Juventus, però questo Napoli è forte, con la vittoria di ieri a Bergamo sicuramente ha fatto cambiare diverse opinioni a molte persone, perché tante persone anche in televisione dicono: “È sempre favorita la Juve! È sempre favorita la Juve!”. Invece la vittoria di ieri in un campo difficile come quello di Bergamo è una grande prova di maturità, sicuramente il Napoli se la giocherà fino alla fine.

Pensando alla tua carriera: c’è qualche scelta o qualche trasferimento del passato che non rifaresti?
Sinceramente, l’unica cosa che può essere vista come il mio grande rimpianto – se proprio devo averne uno, anche se di fatto non lo è perché per certi versi è stata una fortuna – è essere andato via dal West Ham. Quella è stata la cosa che, tornando indietro, forse non avrei fatto, perché sono entrato subito nel cuore di una tifoseria magica, avevo fatto benissimo per essere il primo anno di Premier League, che nessuno aveva fatto come me. Però per giocare in Nazionale, e fortunatamente ci sono riuscito, sono venuto in Italia. Forse rifacendo delle valutazioni diverse sarei rimasto al West Ham, forse per sempre, o comunque per quei 5 anni di contratto.

I TESTI E I CONTENUTI PRESENTI SU SOCCERMAGAZINE.IT POSSONO ESSERE RIPORTATI SU ALTRI SITI SOLO PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE. OGNI VIOLAZIONE VERRA’ PUNITA.

Per rimanere aggiornati sulle nostre altre esclusive, vi consigliamo di seguire la pagina fan di Soccermagazine su Facebook.

Su questo sito utilizziamo strumenti nostri o di terze parti che memorizzano piccoli file (cookie) sul tuo dispositivo. I cookie sono normalmente usati per permettere al sito di funzionare correttamente (cookie tecnici), per generare statistiche di uso/navigazione (cookie statistici) e per pubblicizzare opportunamente i nostri servizi/prodotti (cookie di profilazione). Possiamo usare direttamente i cookie tecnici, ma hai il diritto di scegliere se abilitare o meno i cookie statistici e di profilazione. Abilitando questi cookie, ci aiuti ad offrirti una esperienza migliore con noi. Cookie policy