Esclusiva-Filippini: “Il Milan ha più possibilità di andare in Champions”

Dopo anni di purgatorio, domenica scorsa il Brescia si è ripreso la Serie A per la gioia dei tanti tifosi dei biancoazzurri e dei nostalgici del calcio che fu. Perché tra la fine degli anni ’90 e i primi anni 2000 la formazione lombarda riuscì, complice anche la presenza tra i ranghi di un certo Roberto Baggio, a far innamorare tifosi di tutte le fedi. Tra i perni di quella squadra c’era però anche Emanuele Filippini che, con il fratello gemello Antonio con cui ha militato in più di un’occasione nella stessa squadra, ha anch’egli segnato un’epoca fatta di centrocampisti di sicuro affidamento tutti italiani. Non solo Brescia però perché Emanuele ha indossato anche le maglie di Parma, Lazio e Bologna, tra le altre, diventato uno di quei giocatori su cui ogni allenatore sa di poter fare affidamento.

Oggi la “seconda vita” dell’ex calciatore classe 1973 ha a che fare coi giovani e con il “Made in Italy”: Emanuele infatti ricopre il ruolo di vice-allenatore della Nazionale Italiana under 17, un ruolo cruciale specie in un momento in cui i talenti del nostro paese faticano ad emergere. Noi di SoccerMagazine.it abbiamo contattato in esclusiva l’ex centrocampista del Brescia per parlare con lui della sua carriera, di attualità e del suo lavoro con la Nazionale.

Emanuele Filippini di Pubblisole, Youtube
Emanuele Filippini – Fonte immagine: Pubblisole, Youtube

Il Brescia  ha appena conquistato la promozione in A. Da bresciano e da ex dei biancoazzurri ti aspettavi un’annata del genere?

Sinceramente non mi sarei mai aspettato una stagione del genere. Pensavo ad un Brescia da Play-off, che si potesse magari giocare la promozione in Serie A tramite gli spareggi. Invece, Corini ed il suo staff sono riusciti a dare sin da subito una grande mentalità ad una squadra che si è rivelata spregiudicata e compatta e che ha senza dubbio meritato di vincere il campionato.

Ci sono attualmente nella rosa del club lombardo dei giocatori che suggeriresti a qualche big?

Attualmente non consiglierei nessuno alle big perché la Serie A è molto diversa dalla Serie B ed è un campionato molto più difficile. Certo che Tonali e Torregrossa, ad esempio, sono giocatori che possono fare strada ma vedrei per loro un passaggio intermedio prima di poter fare il grande salto. Spero comunque che restino entrambi a Brescia.

Il tuo esordio in Serie A arrivò proprio con la maglia del Brescia in un match contro l’Inter. Che ricordi conservi di quella partita?

Mi ricordo un’atmosfera incredibile, quasi ovattata. Fu un sogno giocare la prima partita in Serie A a San Siro, si realizzò un desiderio che covavo sin da bambino. E poi quella era anche la prima partita del “Fenomeno” Ronaldo e lo stadio era stracolmo. Sono emozioni davvero indelebili.

Tra le maglie che hai vestito c’è anche quella della Lazio che spera ancora di poter acciuffare un posto in Champions. Chi, secondo te, riuscirà alla fine a qualificarsi?

Quella che vedo meglio è il Milan perché, sulla carta, ha un calendario più agevole rispetto alle altre. Se dovesse vincere anche a Firenze (sabato 11 maggio ndr) potrebbe potenzialmente fare dodici punti in quattro partite. Le altre, invece, hanno scontri diretti o partite sulla carta più complicate.

Il tuo presente è la Nazionale italiana under 17, segno di un occhio di riguardo per i settori giovanili e per i ragazzi. Se dovessi indicare tre nomi di giocatori che, senza togliere nulla agli altri, nel giro di qualche anno potrebbero far comodo alla Nazionale e alle big, chi diresti?

Direi Sebastiano Esposito dell’Inter, Simone Panada dell’Atalanta e Franco Tongya della Juventus. Sono ragazzi interessanti che potrebbero fare molto bene in futuro. È chiaro che a questa età è difficile pronosticare qualcosa perché ci sono tanti aspetti da considerare, soprattutto quello mentale. Giocare contro gli adulti poi è molto diverso e non semplice.

Chi è stato il compagno più forte con cui hai giocato?

Roberto Baggio, senza dubbio, è stato il più forte in assoluto.

Hai qualche rimpianto legato alla tua carriera?

No, direi di no. Non ho rimpianti perché mi sono sempre divertito giocando a calcio.

Emanuele Filippini, prima calciatore, oggi allenatore. Quali sono i tuoi obiettivi per il futuro?

L’obiettivo più vicino è quello di provare a vincere l’Europeo di categoria insieme allo staff ed al mio allenatore Nunziata. Per quanto riguarda il futuro poi l’idea è quella di fare l’allenatore a certi livelli, provandoci fino a 52/53 anni poi, se non dovesse accadere, penserò e mi concentrerò esclusivamente sui giovani.

I TESTI E I CONTENUTI PRESENTI SU SOCCERMAGAZINE.IT POSSONO ESSERE RIPORTATI SU ALTRI SITI SOLO PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE. OGNI VIOLAZIONE VERRÀ PUNITA.

Per rimanere aggiornati sulle nostre altre esclusive, vi consigliamo di seguire la pagina fan di Soccermagazine su Facebook.

Su questo sito utilizziamo strumenti nostri o di terze parti che memorizzano piccoli file (cookie) sul tuo dispositivo. I cookie sono normalmente usati per permettere al sito di funzionare correttamente (cookie tecnici), per generare statistiche di uso/navigazione (cookie statistici) e per pubblicizzare opportunamente i nostri servizi/prodotti (cookie di profilazione). Possiamo usare direttamente i cookie tecnici, ma hai il diritto di scegliere se abilitare o meno i cookie statistici e di profilazione. Abilitando questi cookie, ci aiuti ad offrirti una esperienza migliore con noi. Cookie policy