Esclusiva–Pasquale Luiso: “Meglio la gavetta che subito le grandi platee. Il Napoli mi diverte”

Fonte immagine: Sora Calcio

Attuale allenatore del Sora; capocannoniere di Coppa delle Coppe con 8 gol (fra cui uno a Stamford Bridge); oltre 150 gol in carriera. Pasquale Luiso, il “Toro di Sora”, è stato intervistato in esclusiva da Soccermagazine.it sulla sua carriera di allenatore, su qualche curiosità del suo passato da calciatore e sul campionato di serie A e B.

 

Un primo bilancio sul mestiere di allenatore
(ride) “Un primo bilancio? Direi positivo perché subentrando a 15 giornate dalla fine l’anno scorso (precisamente il 20 gennaio 2010, nda) ci siamo salvati. Direi un bilancio ottimo. Quest’anno siamo partiti per fare un campionato un po’ più all’avanguardia, più da protagonisti, ci stiamo riuscendo. Siamo secondi”

Qual è l’obiettivo del Sora?
“L’obiettivo del Sora è fare un campionato da vertice e poi a fine anno se sei arrivato primo, secondo o terzo hai fatto un campionato da protagonista perché poi protagonista significa non è che tu devi vincere poiché è sempre difficile non è facile”

Il gol in rovesciata nella partita contro il Milan è il gol più bello in carriera che hai fatto (Piacenza-Milan 3 a 2, 2 Dicembre 1996)?
“Giustamente mi domandano sempre quel gol ma ne ho fatti altri 149. Come bellezza questo è il gol più bello. Ne ho fatto uno simile con l’Atalanta pure, sempre con il Piacenza in semi-rovesciata. Ne ho fatto uno a Londra, con il Chelsea, in semifinale di Coppa delle Coppe. Ne ho fatti di gol belli ma sicuramente quello lì se lo ricordano perché è stato fatto al Milan”

In passato si disse che eri vicino al Milan. È vero? Se sì, quando?
“Mah, ero vicino al Milan, alla Roma, alla Juve, alla Lazio. Sono stato accostato a queste squadre solo che io purtroppo ho un po’ di colpa perché ero irrequieto. Ero uno che la panchina la soffriva e queste grandi squadre prima di prendermi sicuramente sapevano a che cosa andavano incontro. Non sono stato sicuramente equilibrato”

Tu quando segnavi facevi sempre la macarena. Da cosa è derivato?
“Sempre no. L’abbiamo fatto una sola volta, dai. Non sempre. L’abbiamo improvvisata, l’abbiamo preparata la domenica mattina in albergo con dei giocatori del Piacenza (Piovani, Di Francesco). Abbiamo detto: «Se facciamo gol, chi segna segna, facciamo così». Ho fatto gol io e l’abbiamo fatto”

Qual è il compagno con cui ti sei trovato meglio e il difensore più difficile che hai trovato sulla strada?
“Il compagno con cui mi sono trovato meglio è Lamberto Zauli. Mi sento ancora con lui. È uno che mi ha dato tanto perché mi ha fatto fare un sacco di gol. C’è un’amicizia di mia moglie con la moglie. Il marcatore più forte in assoluto che ho visto era Thuram, Thuram quando giocava col Parma. Una forza della natura. L’ho incontrato tante volte. Io mi ricordo una partita, Piacenza-Parma, non l’ho mai strusciata la palla. In quella partita non avevo neanche sudato”

Un tuo parere sul campionato di serie A
“Quest’anno è equilibrato. Io sinceramente sono tifoso del Milan ma ti dico che faccio il tifo per il Napoli perché mi diverte, mi diverte. È una squadra che non molla mai, non a caso segna sempre nei minuti di recupero. Ma uno dice:«Eh, ha fortuna». Io dico che quando una squadra segna alla fine vuol dire che ci crede. E allora vuol dire che è una squadra preparata alla lotta, a soffrire. Poi giocano bene e mi piace molto Mazzarri: mi rivedo un po’ in lui perché è uno che vive la partita, fa un casino su quella panchina. Mi piace molto il tecnico: gli ha dato una mentalità sicuramente vincente”

E sulla serie B, invece?
“Il Novara non può mantenere questo ritmo così perché è una neopromossa anche se gioca un calcio spettacolare, un calcio veramente bello bello bello. Alla lunga squadre come Atalanta, Torino usciranno fuori”

Ultima domanda: differenza fra il calcio ad alti livelli che hai visto tu e il calcio dilettantistico
“Una sofferenza enorme, però sicuramente ci sta gente che magari ha più fortuna di iniziare subito con la lega Pro, la Serie B. Son casi, è raro però tutti questi giocatori che gli danno subito una platea importante in mano…Io dico che chi fa la gavetta, chi fa questi campionati e poi arriva nel professionismo arriva più preparato, più con la cattiveria. Io ho fatto la vecchia serie D, la C2, la C1 e quando sono arrivato su, sono arrivato sicuramente con più rabbia, più sofferenza. Riesci a vedere tutto positivo, ecco”.

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Raffaele Zanfardino

Direttore responsabile della testata.

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