Esclusiva-Zauri: “L’addio di De Rossi è un dispiacere. Mai stato banale”

Atalanta e Lazio sono pronte a darsi battaglia per aggiudicarsi la Coppa Italia, un trofeo che impreziosirebbe e non poco la stagione di entrambe le squadre. Chi ha vestito, con grandi risultati, la maglia di entrambe le formazioni è Luciano Zauri che, soprattutto negli anni passati nella Capitale, per molto tempo è stato tra i migliori esterni del nostro campionato. Cresciuto calcisticamente a Bergamo, l’ex calciatore ha vissuto bellissimi momenti anche a Roma dove ha appunto affrontare anche diverse gare di Champions League e si è ritagliato più volte spazio anche in Nazionale. Noi di Soccermagazine.it abbiamo sentiti in esclusiva Zauri per parlare con lui della sua carriera e di alcuni temi di attualità legati alle sue ex squadre.

Zauri ai tempi del Pescara
Zauri ai tempi del Pescara

La tua storia da calciatore è iniziata nel settore giovanile dell’Atalanta. Che ricordi di quegli anni?

Ho sempre detto che se sono arrivato dove sono arrivato è grazie all’Atalanta, al suo settore giovanile e alla città. Ho avuto la fortuna di andare a Bergamo giovanissimo, poi ho iniziato con gli esordienti e ho fatto tutta la trafila giovanile lì, avendo così la fortuna di vivere quel mondo e capire sin da subito la mentalità. C’è da dire che, per fortuna, anche io caratterialmente ero molto predisposto a quel tipo di vita e se non fosse stato così magari non sarei riuscito ad arrivare dove sono arrivato. Ho un ricordo bellissimo di quel periodo e mi sento in dovere anche di fare i complimenti a tutta la società perché in questi anni hanno lavorato molto bene, ponendosi obiettivi precisi e adesso stanno raccogliendo i frutti.

L’Atalanta già lo scorso anno aveva fatto molto bene, ora però sta addirittura lottando per la Champions. Ti aspettavi un exploit del genere dei bergamaschi quest’anno?
Onestamente non mi aspettavo che arrivasse così in alto, anche se comunque i risultati degli ultimi anni hanno detto che l’Atalanta lotta costantemente per le primissime posizioni della classifica. Quest’anno anche grazie ad alcuni passi falsi delle big sono stati bravissimi ad inserirsi in quella zona di classifica e forse è la squadra che meriterebbe di più di qualificarsi alla prossima Champions.

Caso vuole che la finale di Coppa Italia di quest’anno veda affrontarsi due squadre importantissime del tuo passato: Atalanta e Lazio. Chi vedi favorita?

Le finali sono sempre imprevedibili. In questo momento sono due squadre che vivono situazioni diversi. La Lazio sembrerebbe in difficoltà in campionato, al contrario dell’Atalanta. È ovvio che arrivano in maniera diversa, ma la finale azzera tutto. Credo che possa essere una grande finale perché entrambe vorranno vincere e sarà sicuramente anche un match davvero bello.

Tu una Coppa Italia con la Lazio l’hai vinta. Cosa ricordi di quella vittoria?
È capitata nel mio primo anno di Lazio e mi sono ritrovato in una realtà molto diversa. L’anno prima lottavo per non retrocedere a Bergamo e nel giro di due mesi mi sono ritrovato a giocare con i biancocelesti un preliminare di Champions League, per cui è stato un cambiamento radicale per me. Ho tantissimi ricordi belli che mi legano alla Lazio, perché mi ha portato appunto a giocare anche nel calcio europeo, così come l’Atalanta mi aveva già fatto indossare la maglia della Nazionale.

Si parla tanto dell’addio di De Rossi alla Roma, tu l’hai affrontato anche come avversario. Cosa ne pensi?
È un dispiacere, così come lo è stato per altri grandi campioni come lui. Non so se vorrà smettere o provare qualche nuova esperienza all’estero, ma sicuramente bisogna fare i complimenti a Daniele per la sua carriera e per il suo essersi dedicato ad un’unica maglia. È una persona che ho avuto modo di conoscere bene, parliamo di un ragazzo fantastico che ha sempre dato tutto e che è sempre stato un modello per le persone. Non è mai stato banale anche fuori dal campo e credo che in qualche modo rimarrà nel mondo del calcio anche dopo che appenderà le scarpette al chiodo.

Tornando a parlare della tua carriera, hai qualche rimpianto per un trasferimento mancato?
Quando ero all’Atalanta, due anni prima di andare alla Lazio, ebbi un piccolo discorso aperto con la Juventus che poi non andò in porto. Non l’ho mai vissuto come rimpianto però perché sono sempre stato grato al calcio per ciò che ho avuto, ho amato tutto ciò che ho fatto e le squadre in cui ho giocato, quindi non ho mai visto nulla come un rimpianto. Sono molto felice di tutto ciò che ho avuto anche perché mi hanno trattato sempre bene ovunque io sia stato.

La tua vita oggi: sei il tecnico della Primavera del Pescara. Cosa vuoi fare ora?
Ho fatto parte dello staff tecnico di Massimo Oddo fino alla scorsa stagione, sia a Pescara che ad Udine. Quest’anno ho voluto iniziare questa avventura da tecnico per mettermi in gioco. Si è aperta questa possibilità col Pescara, anche grazie al Presidente con cui avevo già maturato un bel rapporto, e devo dire che è stata un’annata fantastica, abbiamo vinto il campionato Primavera 2 e siamo saliti quindi di categoria senza passare dai playoff. Sono assolutamente contento, pur essendo all’inizio. Per il futuro non credo ci siano problemi riguardo alla mia permanenza a Pescara, finiti i playoff della prima squadra ci incontreremo e ne parleremo tranquillamente.

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