A tutta tattica – Le scelte di Conte

Non esiste l’allenatore perfetto; esistono tanti modi di allenare, e ogni Mister ha la sua “impronta”. Trapattoni è diverso da Ferguson, Mourinho è diverso da Guardiola.

Oggi, in Serie A, sono tre i top allenatori: Mazzarri, Allegri e Conte. Ognuno di questi ha le sue caratteristiche, i suoi difetti e le sue qualità. Forse lo juventino è il più completo, poiché riesce a coniugare sagacia tattica alla capacità di motivare e tenere sempre sulla corda i giocatori. Insomma, la Juve di Conte è molto interessante per come riesce a far rendere al meglio i singoli.

Fonte: Soccermagazine (C)
Fonte: Soccermagazine (C)

Naturalmente, ogni stagione ha una storia a sé, infatti la Juve dello corso anno, più famelica e meno consapevole, non può essere paragonata a quella attuale. Se l’anno scorso la Juve non ha mai perso, quest’anno ha collezionato 4 confitte in campionato. Ciò non significa che oggi gli juventini siano meno forti rispetto a 12 mesi fa. Tutt’altro.

Eppure manca ancora qualcosa. Innanzi tutto un finalizzatore. Tanto hanno cercato Marotta e Paratici, ma alla fine i gol pesanti, in attacco, li sta facendo la “vecchia guardia”: Quagliarella, Matri, Vucinic, con l’eccezione Giovinco che ha preso il posto di  Del Piero. Però in certe partite servirebbe uno alla Ibra, che non ci pensa tanto, sposta tutta la difesa e la butta dentro, al di là di ogni schema.

LLorente è stato già preso, vedremo se potrà completare l’attacco come vorrebbe Conte; certo è che piuttosto di prendere giocatori tanto per prenderli (vedi Bendtner) meglio rimanere così.

L’altra cosa che a volte stupiesce di Conte è il voler cambiare ruolo ai giocatori: ora la Juve vince e nessuno (giustamente) lo critica, ma in certe partite sono stati schierati anche 4/5 giocatori “fuori” dal proprio ruolo. Qualche esempio? Marrone, centrocampista che non ha mai giocato a centrocampo in questa stagione, solo al centro della difesa a 3 come riserva di Bonucci. Gli stessi Barzagli e Bonucci, che devono invertire il loro ruolo in difesa quando manca Chiellini. Caceres, che può giocare ovunque (e anche abbastanza bene), ma che non ha mai avuto continuità in un ruolo, facendogli perdere brillantezza. Poi c’è Peluso, difensore che gioca da esterno di centrocampo, e Giaccherini, che nasce esterno e che gioca solo da interno. Asamoah? Anche lui è mediano, ma gioca solo esterno a sinistra. Ancora: Giovinco le cose migliori le ha fatte vedere da seconda punta, mentre quest’anno gli viene chiesto di creare profondità, e spesso non ci riesce.

L’elenco potrebbe continuare (Quagliarella prima o seconda punta? Isla solo esterno o meglio interno di centrocampo?). Naturalmente non è un errore assoluto cambiare ruolo ai giocatori, se Conte lo fa avrà le sue validissime ragioni. Noi però ci poniamo una domanda: alla lunga, quando magari la squadra si troverà in un memento di difficoltà, questo “disordine” non potrebbe rivelarsi deleterio?

 

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