A tutta tattica – Allegri ed il Rinascimento italiano del centrocampo a tre

Questa settimana, per il nostro focus sulla tattica, ci concentriamo su Massimiliano Allegri, confermatissimo allenatore del Milan.
Piccolo aneddoto: Galliani ha raccontato della grande intesa tra lui ed il tecnico livornese, che ha ben impressionato la dirigenza rossonera nel suo primo anno.
La storia recente di Allegri al Cagliari era stata caratterizzata da un gioco brillante, in cui spesso si cercava la verticalizzazione. Il centrocampo era a tre, così come ha sempre predicato Galeone; proprio con quest’ultimo il tecnico livornese ha conosciuto il suo momento più brillante da mezzala nel Pescara.
Tuttavia, nel Cagliari, Allegri poteva contare su un trequartista brevilineo, tecnico e rapido come Cossu. Questo nel Milan non è stato possibile.
Ma andiamo con ordine: il punto di partenza per la costruzione di ogni squadra italiana che si rispetti è la difesa: linea classica a quattro, con elementi di assoluto valore; sulle fasce gli uomini sono stati alternati più spesso a seconda degli infortuni e degli avversari, ma di base Abbiati in porta, Thiago Silva e Nesta sono stati la solida base su cui costruire lo scudetto dello scorso campionato. Senza la porta blindata in Italia non si vince, c’è poco da fare.
Comunque è sulla mediana che si sono viste le maggiori novità. Una su tutte, il definitivo abbandono di Pirlo. Allegri davanti alla difesa, preferisce piazzare un uomo che rompa il gioco avversario che faccia ripartire in fretta la squadra: Ambrosini e Van Bommel sono più adatti per questo ruolo. Il centrocampo poi si completa con due mezzali, una alla Gattuso (cioè più portaborracce) e una alla Seedorf (quindi più tecnico). Il primo ha Flamini come eventuale sostituto, per il secondo Galliani sta cercando un Mister X in giro per l’Europa a prezzi di saldi di fine agosto.
L’altra novità di Allegri, anche rispetto a come faceva giocare il Cagliari, è l’inserimento di un trequartista di “potenza”: Boateng. Questo è stato l’altro segreto del Milan campione d’Italia, oltre naturalmente al valore dei singoli campioni (Ibra e Pato su tutti). Un trequartista capace di difendere e di inserirsi, devastante  per le difese di mezza serie A. Una specie di Perrotta, però più forte.
L’ultimo problema dell’allenatore di Livorno è stata la convivenza tra Ibrahimovic e Pato in attacco. Spesso Allegri ho scelto Robinho per affiancare lo svedesone, spesso sono state le squalifiche  a risolvere il problema di convivenza tra i due. La questione sembra però avviata alla conclusione, visto che ultimamente lo spostamento di Ibra sull’esterno dell’attacco, sfruttando la sua capacità di svariare,  ha lasciato spazio alle incursioni di Pato e dello stesso Boateng, abituati a partire da lontano per poi buttarsi in area.
In conclusione, proprio negli anni in cui è tornato di moda il centrocampo a tre, Allegri è stato in grado di imporsi fino ad arrivare allo scudetto. Tuttavia il suo Milan ha spesso mostrato momenti di amnesia; quest’anno sarà cruciale per dimostrare che la maturazione della squadra è completa.

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