A tutta tattica – 3-4-3: moda di passaggio o cambiamento in atto?

Con l’arrivo di Gasperini sulla panchina dell’Inter, molti hanno avanzato dubbi sull’applicabilità del suo modulo preferito, il 3-4-3, alla squadra nerazzurra.
Ma le cose stanno davvero così? Davvero questo sistema di gioco non può garantire grandi risultati al di fuori della provincia calcistica?

Fonti immagini: ViolaChannel e Danilo Rossetti

I risultati dell’Udinese e del Napoli nella scorsa stagione sembrano già sconfessare questa idea.
Guidolin e Mazzarri sono sicuramente due esperti tecnici del nostro campionato e già in passato avevano dimostrato di poter fare grandi cose con le loro squadre.
Quest’anno sono andati oltre, conservando quella continuità che durante l’arco del campionato fa la vera differenza tra i primi e quelli che vengono dietro, tra chi va in Champions e chi no.
Certo, non è tutto oro quel che luccica: Reja, per esempio, ha provato a far giocare la sua Lazio con la difesa a tre, ma poi si è dovuto adattare ad un modulo con la difesa a quattro, con un attacco quasi di Spallettiana memoria.
Peggio è andata a Zaccheroni, che un anno e mezzo fa ha preso una Juve in caduta libera, senza riuscire ad invertire il trend negativo di una stagione nata storta e finita peggio.
Eppure, che il vento sia già cambiato, lo possiamo vedere nei sistemi di gioco che si stanno rivelando vincenti in questi anni: l’esempio per eccellenza, quello che non manca mai in ogni discussione di calcio, è quello del Barcellona: la squadra più forte del mondo, forse la più forte di sempre, difende a tre. Già, perché Bousquets, mediano centrale con un ottima capacità di uscire dalla fase difensiva con palla al piede, è l’elemento di schermo di una difesa che si completa con i due centrali. Più avanti, i due terzini, molto alti, interagiscono con i due playmakers e con gli attaccanti esterni, scambiandosi con questi spesso di ruolo. Perciò non c’è dubbio, stiamo parlando di una difesa a tre, anche se non in linea.
Il calcio è sempre in evoluzione, ogni anno emergono soluzioni alternative che fanno le fortune di allenatori, calciatori presidenti. Di certo, la novità più interessante nello scorso campionato l’ha presentata Allegri: il suo Milan è impostato con un mediano davanti alla difesa (come succede nel Barça) e con un centrocampista incursore sulla trequarti (come accadeva con Perrotta nella Roma di Spalletti). Una fusione di due esperienze degli ultimi anni che ha portato i suoi frutti. Questa nuova tendenza ha condotto a scelte difficili, come quella di lasciare Pirlo alla concorrenza. Un segnale forte, visto che Pirlo è l’esempio vivente della rivoluzione di Ancelotti, il primo a spostare un trequartista davanti alla difesa. Vedremo se la coppia Galliani-Allegri avrà fatto la scelta giusta.
Chissà, forse la difesa a tre, dopo esser tornata in sordina sui campi della Serie A, è già stata superata dalle frontiere del calcio?

 

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