Abete e l’addio al veleno: “La morte di Ciro è colpa mia?”

Abete si dimette, ma non lascia scampo a nessuno. Nella conferenza d’addio attacca tutto e tutti e sopratutto il suo nemico Malagò.

Giancarlo Abete fonte foto: Wikipedia - Fonte: Roberto Vicario
Giancarlo Abete fonte foto: Wikipedia – Fonte: Roberto Vicario

Ecco le sue parole rivolte al presidente del Coni: “Quando si giudica una federazione, vanno sottolineate anche le cose che funzionano, non solo le criticità. E poi, alle ultime Olimpiadi a Sochi, sono state assegnate 99 medaglie d’oro e l’Italia non è riuscita a conquistarne neanche una. Capisco che è difficile vincere, ma… Ci sono tante discipline che non ottengono risultati, ma hanno meno visibilità e attenzione. Si punta sempre l’indice sul calcio, che ottiene dallo Stato 1/16 di quello che produce: versa all’erario 1 miliardo e 40 milioni, riceve 62 milioni di contributi e sembra pure che siano troppi”.

Abete prosegue: “Siamo perfettamente in linea con i tempi, in 40 giorni avremo presidente e ct. Diffido della cultura del commissariamento, è antidemocratica. Io sono ancora lucido e fino all’11 agosto garantirò l’ordinaria amministrazione. Ogni sei anni siamo andati sul podio, 1994, 2000, 2006, 2012, abbiamo violato questo ritmo solo col podio in Confederations Cup, scusateci… Con Prandelli, avremmo firmato per avere un secondo e un terzo posto in tre competizioni, com’è poi stato. Siamo andati al Mondiale con la serenità del contratto rinnovato: in caso contrario, oggi verremmo attaccati per aver portato un ct in scadenza, senza fiducia della Figc. Ho conservato i giornali: dopo la vittoria sull’Inghilterra sembravamo perfetti“.

Infine stoccata ai “gufi”: “In Italia ci sono persone che non hanno creato in vita loro un posto di lavoro o risolto un problema, ma criticano solo gli altri. Non faccio nomi, l’elenco è lungo, ma le situazioni sono note. Quanto al Coni, non c’è stata condivisione su alcune politiche e sapete che io avevo sostenuto un altro candidato alla presidenza, è la democrazia. Adesso farò io l’opinionista, esprimerò le mie riflessioni di politica sportiva, spero utili, senza acrimonia. C’è l’amarezza per come si concludono questi 7 anni, ma anche gratitudine per tutte le componenti che mi hanno rinnovato stima e solidarietà. In 25 anni in Figc non ho preso neanche un rimborso spese”.

Abete chiude su Ciro Esposito: “Un processo chiarirà la responsabilità di chi ha sparato. Ho letto tante cose in questi giorni, gira e rigira sembra che il colpevole della sua morte sia io“.

 

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