Cavani, cos’è successo? La differenza fra Napoli e Uruguay

Edinson Cavani e l’Uruguay. Un binomio che dovrebbe essere più che vincente, ma così non è.

Fonte immagine: Danilo Rossetti
Fonte immagine: Danilo Rossetti

Almeno in quanto visto nel primo match della Confederations Cup, dove il “Matador” sembrava la brutta copia del giocatore visto quest’anno con il Napoli: nervoso, sconclusionato, impreciso. Perché il giocatore plasmato da Mazzarri, forse, potrebbe trovare difficoltà in un’altra squadra. “Secondo quale criterio?” – si chiederà il lettore di questo articolo – “per aver giocato una brutta partita contro gli extraterrestri della Spagna?”. Purtroppo, la prestazione di Cavani, è solo l’ultima delle tante performance deludenti. Da quando è approdato in maglia azzurra, l’attaccante originario di Salto, non si è più fermato: Olimpiadi, Coppa America, la Confederations e, il prossimo anno, se tutto va bene, il Mondiale. Prima, al Palermo, giocava fuori ruolo, praticamente da esterno di centrocampo e comunque collezionò una serie di reti di tutto rispetto: in ben 117 presenze mise la sua firma sul match ben 37 volte. Un attaccante bionico, che ha trovato la sua consacrazione al Napoli, grazie ad una squadra che gira completamente in suo favore. Mazzarri lo plasmò come prima punta, ruolo coperto pochissime volte nel Palermo e nella stessa Nazionale uruguagia da un giovanissimo Cavani. Forse il modulo di Tabarez (classico 4-4-2 con Suarez che affianca il “Matador”) lo penalizza a tal punto da annullarlo. Basta vedere la differenza fra il Cavani “azzurro” e quello “celeste”: in tre stagioni sotto il Vesuvio, il numero 7 partenopeo, in 138 presenze ha totalizzato la bellezza di 104 gol, mentre con la selezione nazionale, in 57 presenze ha timbrato il cartellino solo 19 volte; troppo poche per un giocatore del suo calibro. Con il Napoli ha siglato 78 reti in campionato, 19 in competizioni europee (Champions ed Europa League), 6 in Coppa Italia e 1 in Supercoppa Italiana. È chiaro che probabilmente esistono due facce del Matador; quella azzurra, chiara e tangibile, e quella celeste, leggermente sbiadita e nervosa. Quanto c’è di Mazzarri nell’esplosione di Cavani? Quanto c’è di Tabarez nelle delusioni in Nazionale? Ai posteri l’ardua sentenza.

 

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