Copa America: quattro allenatori argentini in semifinale

Jorge Sampaoli, Gerardo Martino, Ramón Diaz e Ricardo Gareca: gli argentini insegnano calcio in Copa America e lo fanno molto bene visto che le panchine delle quattro semifinaliste sono tutte occupate da allenatori di terra pampera.

Fonte: Viciovillano (Wikipedia.org)
Fonte: Viciovillano (Wikipedia.org)

Scalzato il primato dei brasiliani nel ruolo di maestri del futbol in giro per le Americhe, i quattro allenatori argentini hanno portato filosofie di calcio differenti ma comunque adatte e vincenti alle rispettive nazionali. Al via di questa Copa America erano addirittura in sei ma Quinteros non è riuscito nell’impresa di far superare al suo Ecuador il girone preliminare e Pekerman si è fermato ai calci di rigore contro la sua Argentina lasciando agli altri quattro connazionali il palcoscenico.

Jorge Sampaoli, santafesino di Casilda, è l’allenatore più longevo di tutta la Copa America e ha trasmesso al suo Cile una filosofia di gioco in linea con il DNA della ex nazionale di Marcelo Bielsa e Claudio Borghi. Passaggi corti e veloci, un gioco in verticale divertente ed efficace che ha portato la Roja ad essere il migliore attacco del torneo con ben 11 gol in 4 partite. Il capolavoro di Sampaoli è stato quello di far rinascere Valdivia, idolo assoluto in patria nonché numero 10 dalle qualità immense che fa girare fortissimo la propria squadra regalando colpi di calcio assolutamente unici.

Gerardo Martino (fonte:  rubénortegavega, Wikimedia Commons, Flickr.com)
Gerardo Martino (fonte: rubénortegavega, Wikimedia Commons, Flickr.com)

Il Tata Martino, rosarino di fede leprosa, invece ha preso il timone dell’Argentina posto Maracanà trovandosi tra le mani una delle nazionali più forti al mondo. Rispetto all’Albiceleste del Pachorra Sabella Martino ha dato più qualità al centrocampo e alla circolazione del pallone rinunciando al centravanti di ruolo per favorire il tridente tecnico con Messi, Di Maria e Aguero. I grandi meriti del Tata sono stati quelli di valorizzare giocatori come Garay e Otamendi, fin qui perfetti in questa Copa America, e soprattutto Pastore, protagonista di quattro partite fantastiche dove è esploso il suo talento.

Ramón Diaz, riojano di nascita e riverplatense di adozione, è invece protagonista di un vero e proprio miracolo sportivo: imbattuto in quattro gare in cui ha affrontato avversari del calibro di Argentina e Uruguay permettendosi di buttare fuori anche un mostro sacro come il Brasile. Una squadra rinnovata anche se solo in parte: Don Ramón infatti ha saputo esaltare l’esperienza dei vari Haedo Valdez, Barrios e Santa Cruz mixandola con le qualità dei giovani Derlis Gonzalez, autentico craque di questa Copa America, e Edgar Benitez. Gioco attento, grintoso e coraggioso: i paraguayani danno la vita per la loro maglia e fin qui hanno saputo rimontare per ben quattro volte situazioni di svantaggio e sono stati letali nei secondi tempi.

Infine c’è Ricardo Gareca, detto “el Tigre”, bonaerense di Tapiales. L’ex allenatore del Velez è riuscito nell’impresa di riciclare giocatori un po’ troppo in là con gli anni che nei rispettivi club giocano poco o nulla trasformando la sua nazionale in una squadra molto insidiosa. Vargas, Farfan e soprattutto Guerrero sono tornati sui livelli dei loro anni migliori e risultano sempre letali in zona gol. Le sorprese di questa squadra sono finora Cueva e Advincula: il primo, protagonista di partite sontuose a centrocampo, inventa assist e dribbling di primo livello, il secondo guida moralmente la squadra anche nelle situazioni di difficoltà.

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