Esclusiva-Federico Buffa: “Sarà un Mondiale esplosivo. La squadra rivelazione? Arriva dal Sudamerica”

Ci ha raccontato le vicende di Weisz, le grandi imprese di Maradona, Micheal Jordan, Platini e Del Piero.

Fonte immagine: Simone Izzo
Fonte immagine: Simone Izzo

Ci ha spiegato il calcio da tutti i punti di vista e passo per passo, ci sta accompagnando con le sue parole attraverso la storia dei Mondiali, ricordandoci di quegli aneddoti e di quegli episodi che rispecchiano anche parti della nostra vita da tifosi o da semplici “spettatori” di epoche che passano lasciando un segno. Nel suo programma “Federico Buffa racconta…” non manca di rimarcare che “Chi sa solo di calcio non sa niente di calcio” ed ecco perché quando lo abbiamo incontrato negli studi di Sky Italia in occasione della presentazione di Brasile 2014, ne abbiamo approfittato per discutere anche dell’attuale situazione del Brasile, paese bipolare che col torneo di “futebol” più importante alle porte si afferma linguisticamente e continua ad essere una delle grandi potenze del calcio, ma fallisce clamorosamente dal punto di vista governativo, dal punto di vista umano. La terra natìa di Pelé, Ronaldo e Neymar è ancora l’eden delle tre “s”: Samba, Sexo e Soccer?  Ecco l’analisi dell’ “Avvocato”, in un’intervista esclusiva per Soccermagazine.

Il calcio è impresso nel DNA dei brasiliani. Come pensa che la loro passione per la Seleção sia “mutata” dal Mondiale del 1950 a quello del 2014? La situazione sociale è cambiata radicalmente e il Brasile non sta attraversando uno dei suoi periodi più rosei. Alla luce di ciò, anche i sentimenti dei tifosi carioca hanno subito un cambiamento? Come reagirebbero davanti ad un Maracanazo 2.0?

Non voglio neanche pensare ad un nuovo Maracanazo. Al Brasile si può augurare di tutto, ma non una cosa del genere, la loro vita è stata così fortemente condizionata dai fatti accaduti nel ’50 da cui per certi versi non si sono ancora ripresi, che bisogna solo sperare che non si verifichino di nuovo. Dal canto suo, il Brasile è il paese più bipolare del pianeta, la bipolarità è il filo rosso della loro storia, c’era nel ’50 e c’è adesso. Come allora, si tratta di una questione politica: il governo vuole utilizzare il Mondiale. Torneo che in passato serviva a dare un’identità ad una giunta militare e che oggi invece serve a dare un’identità alle scelte di politica economica fatte a metà degli anni ’90, praticamente in contemporanea alla famosa partita di Pasadena in cui vinsero ai rigori. Se facessi questa domanda a Leonardo, ti direbbe che quel giorno i brasiliani festeggiarono due cose: il “Mundial”, ma anche la svolta dal punto di vista liberista. In questo caso, infatti, avevano provato a fare qualcosa di nuovo e il mondiale è figlio di quest’ondata innovativa. Il problema attuale, però, è che certe operazioni importanti sono state trascurate e quindi vengono spesi, solo per i lavori di ristrutturazione al Maracanà impossibile da cambiare all’esterno in quanto monumento nazionale, 500 milioni di dollari, ciò significa che il governo non può guardare in faccia i suoi governati se il sistema infrastrutturale, scolastico, sanitario e dei trasporti rimane quello scadente di sempre. Nasce qui questa contestazione che non è soltanto degli espropriati delle favelas che hanno preso 1500 euro per vedere distrutte le loro case, episodio incredibile, ma è anche della piccola e media borghesia che si oppone alla spesa dedicata al torneo del 2014 e delle Olimpiadi del 2016 a Rio, e si indigna al pensiero di aspettare pullman strapieni dovendo pagare biglietti il cui prezzo si avvicina moltissimo alla cifra che corrisponde al minimo salariale (100 dollari contro 290). E’ questa la vera origine della protesta. Si tratta di una situazione completamente fuori controllo, tanto che il governo si ritroverà in grande difficoltà a contenere questa rivolta che col passare dei giorni diventerà sempre più visibile. L’idea che l’opinione pubblica vuole avere è che le manifestazioni verranno represse in modo diverso dallo scorso anno quando si usarono gas e proiettili di gomma, soprattutto perché se il mondo dovesse rivedere scene del genere, l’immagine del Brasile verrebbe irrimediabilmente compromessa. Sarà un Mondiale esplosivo da tutti i punti di vista”.

Crede che questo Mondiale, nonostante tutto, possa anche aiutare il Brasile ad uscire dall’attuale condizione oppure i forti fattori negativi sovrasteranno quasi completamente quelli positivi?

“Sì e no, anche qui c’è una parte bipolare. Ci sarà una spinta incredibile in senso positivo, ma ci saranno anche dei “down” spaventosi come sempre nella loro storia fatta di alti e bassi. Proprio per questo credo che il Mondiale 2014 li rappresenti alla perfezione”.

Dando uno sguardo alle squadre che parteciperanno al torneo, quale sarà la sorpresa e quale squadra pensa che potrà deludere i tifosi? C’è chi ha parlato di Francia e Belgio nel primo caso e addirittura di Spagna nel secondo.

“Io sinceramente non vedo gli spagnoli così in difficoltà perché non capisco come sia possibile a un Mondiale dove si gioca con temperature drammatiche e quindi a ritmi bassi, quindi se dovessero giocare con questi ritmi potrebbero rivelarsi di nuovo i più forti per una questione di gioco palla in gruppo, quindi quando si dice che la Spagna uscirà al primo turno ci penserei due volte. Se invece devo dare un nome che nessuno fa mai per quanto riguarda le sorprese, dico la Colombia. Nessuno la cita, ma quando ho parlato con Cordoba mi ha detto: “Questa è la nostra formazione più forte da tantissimo tempo a questa parte”, e io sono d’accordissimo. Potrebbero permettersi di cedere ad altre nazionali tantissimi giocatori di qualità che in questa rosa non vengono nemmeno convocati, dispongono di una generazione di attaccanti al di fuori della norma”.

 
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