Italia, la Nazionale di Prandelli per i Mondiali è fatta: ecco chi andrà in Brasile e chi rimarrà a casa

Capolista del gruppo B delle qualificazioni mondiali per l’Europa, l’Italia di Cesare Prandelli è a ragione certa della propria partecipazione alla kermesse che si terrà in Brasile nel 2014. Gran parte della squadra è già formata e, soprattutto, è praticamente chiaro con largo anticipo l’assetto titolare del gruppo azzurro, al contrario di quanto accadde con Lippi alla vigilia dei Mondiali in Sudafrica e con lo stesso Prandelli prima degli ultimi Europei.

Fonte immagine: Roberto Vicario
Fonte immagine: Roberto Vicario
Sono tante le certezze di cui dispone il ct, ma qualche dubbio tra le seconde linee, tuttavia, permane, ed ovviamente la loro partenza per la patria del calcio dipenderà dal rendimento nella prossima stagione. Vediamo allora nel dettaglio chi sono gli elementi della rosa certi, a meno di infortuni, di difendere i colori azzurri in Brasile, insieme agli uomini attualmente più traballanti:
 
I GIOCATORI SICURI
 
Buffon: Titolare inamovibile da oltre 10 anni e capitano, oltre che il migliore al mondo nel suo ruolo Prandelli lo considera tra le righe più di un giocatore: un alleato con cui gestire l’intero gruppo. Anche per questo non l’ha mai messo in discussione durante la sua gestione.
Marchetti: Con l’addio di De Sanctis è destinato a divenire lui il secondo portiere, come fu ai Mondiali del 2010. La sua militanza in Italia sembra costituire un vantaggio aggiuntivo nei confronti di Sirigu.
Sirigu: Nel 2010 Prandelli lo gettò nella mischia come titolare, poi lo tacciò di mancanza di personalità e gli preferì Viviano, ma a distanza di 3 anni la situazione è cambiata radicalmente ed il ct vede maggiore continuità nell’ex Palermo, che infatti ha anche preso parte agli Europei al posto del portiere viola.
Barzagli: E’ il centrale più continuo ed affidabile per Prandelli, anche più di Chiellini.
Chiellini: La sua certificata esperienza e la sua riscoperta duttilità sono molto utili per la Nazionale.
De Sciglio: Il nuovo che avanza sarà sicuramente fuori dal giro dell’Under 21 da molto tempo, e la possibilità di controllare bene entrambe le corsie ai lati lo rende davvero prezioso, unitamente alla sua scioltezza. Motivo per il quale potrebbe rubare il posto a qualcuno che finora è rientrato tra i soliti noti.
Abate: Ogni volta Prandelli sfrutta prima Maggio, poi puntualmente ripiega su di lui che meglio conosce la difesa a 4. E’ successo anche agli Europei. Il momento non idilliaco del napoletano, che sembra aver conosciuto un’involuzione da un anno a questa parte, potrebbe veramente spianargli la strada, a meno che De Sciglio non venga utilizzato a destra e Maggio riesca a sorpassare all’ultimo il biondo terzino del Milan.
De Rossi: Può lottare ed impostare, e raramente non palesa la sua grinta. Anche durante i periodi bui con la Roma sembra non perdere mai la fiducia del ct.
Pirlo: Per la federazione è l’unico elemento indispensabile della squadra. Prandelli lo ha persino votato come prima scelta per la vittoria dell’ultimo Pallone d’oro. La sua qualità, riconosciuta da anni a livello internazionale, si conserverà ancora bene per il Brasile.
Marchisio: Amministratore ed incursore, si è liberato da tempo dell’ingiusto dualismo con la meteora Thiago Motta e la sua costanza con la Juventus giustifica ogni volta la sua convocazione.
Montolivo: Con il Milan in ascesa, il centrocampista di Caravaggio, ex di Prandelli alla Fiorentina, risulta importante anche se schierato fuori ruolo.
Verratti: Additato come l’erede di Pirlo ed abile anche in fase di interdizione, è uno di quei giovani talentuosi che piace tanto al tecnico e costituisce una validissima alternativa per il centrocampo, specie se si tratta di inventare geometrie.
Florenzi: Entrato presto nelle grazie del ct di Orzinuovi, è stato strappato anzitempo all’Under 21 ed è stato chiamato in Nazionale maggiore persino quando impegnato con la squadra di Mangia. Sa coprire diverse posizioni e va volentieri in goal. Le probabilità di vederlo in Brasile sono alte.
El Shaarawy: La personalità l’ha già dimostrata, e giocare sempre nel club con quello che è anche il compagno di reparto in Nazionale, Balotelli, non può non agevolarlo anche in azzurro.
Balotelli: Doveva essere titolare sin dall’inizio del mandato di Prandelli, poi le sue reiterate esclusioni per il codice etico hanno permesso che la coppia d’attacco tascabile “Cassano-Giuseppe Rossi” diventasse la preferita del mister, ma da un anno è tornato ad essere ufficialmente il rappresentante principale di questa Italia. Segna da qualsiasi posizione ed è anche un rigorista preciso.
 
I GIOCATORI IN DUBBIO
 
Viviano: Da primo portiere nel 2010 per via dell’assenza di Buffon, è passato ad essere il quarto quando ha riportato indirettamente De Sanctis nel giro grazie all’infortunio che patì nel 2011 durante gli allenamenti estivi con l’Inter. Una volta tornato a ridosso degli Europei, Prandelli non se la sentì di portarlo in Polonia ed Ucraina; poi, con il rientro di Marchetti il suo nome ha cominciato a non apparire nemmeno tra quelli dei ben 4 portieri eletti ogni volta in azzurro. Il suo ballottaggio lo deve giocare con Sirigu, ma è fortemente sfavorito.
Consigli: Il portiere dell’Atalanta è stato convocato dopo l’Europeo perché Buffon e De Sanctis erano indisponibili in occasione dell’amichevole con l’Inghilterra a causa della Supercoppa italiana. L’estremo difensore orobico si sta rivelando uno dei migliori portieri italiani, ma la sua esperienza in ambito internazionale è legata solamente al suo vissuto in Under 21. Il fatto di non giocare in una big lo penalizza rispetto a Viviano.
Bonucci: Sicuramente migliorato negli anni, ancora oggi non è restio però a commettere svarioni. Inizialmente Prandelli gli preferiva Ranocchia, ma l’essersi colluso con il resto del gruppo Juve ha fatto salire vertiginosamente il viterbese nelle gerarchie dei difensori. Già in passato Prandelli lo escluse per scarso rendimento, ed ai Mondiali potrebbe scegliere al suo posto uno tra il succitato Ranocchia ed Ogbonna. D’altronde il ct gioca con la difesa a 4 ed i primi due centrali sono per lui Barzagli e Chiellini.
Ranocchia: Un tempo titolare con Chiellini, oggi solo tante convocazioni e poche presenze. Ha ancora bisogno di conferme.
Ogbonna: E’ una delle più importanti promesse per la retroguardia e Prandelli l’ha sempre visto di buon occhio. Per gli Europei scavalcò Ranocchia e si guadagnò la medaglia d’argento, pur non giocando. E’ in grado di giocare anche sulla fascia sinistra e si comporta da veterano. Potrebbe dunque prendere il posto di Bonucci se i centrali fossero solo 3.
Astori: Praticamente l’ultima delle scelte in difesa, vanta finora 3 presenze in cui non ha affatto brillato, rimediando un’espulsione al debutto e diverse figuracce. Davvero difficile vederlo in Brasile, a meno che Prandelli non utilizzi Chiellini come terzino e chiami quindi altri 4 centrali, facendogli vincere il confronto con Ranocchia.
Balzaretti: Titolare dalla prima presenza datata novembre 2010, sembra uscito dal giro per via del cattivo andamento con la Roma, dell’esplosione di De Sciglio e della decisione di Prandelli di tornare a valutare altri elementi come Antonelli. Se tornasse quello di Palermo, però, non dovrebbe avere comunque problemi.
Criscito: L’ultimo infortunio lo può condizionare pesantemente, soprattutto perché lascia spazio ad altri giocatori validi. E’ direttamente la sua carriera con la Nazionale a poter conoscere triste epilogo.
Santon: Prandelli gli ha concesso molteplici chance dal 2010, ma ha deluso le aspettative. Se tornasse in Italia forse qualcosa potrebbe cambiare.
Antonelli: Se Criscito tornerà ad essere convocabile, il suo biglietto aereo sarà destinato al giocatore dello Zenit. Per il momento è un surrogato.
Maggio: Titolare a sprazzi. Stanno sorgendo alcuni dubbi sul suo conto. In fase offensiva non riesce più a fornire l’apporto che offriva un tempo col Napoli, e la presenza di De Sciglio potrebbe estrometterlo dalla Nazionale. Solo Mazzarri può salvarlo.
Nocerino: Membro fisso del gruppo fino agli Europei, non sta ripetendo la stagione da cannoniere dell’anno scorso e molte nuove leve si stanno facendo avanti a suo sfavore. Deve ritrovare la continuità.
Candreva: Tornato in Nazionale dopo una breve esperienza nell’era del Lippi-bis, il laziale non sembra entusiasmare più di tanto nel poco tempo che gli viene concesso.
Poli: Troppa gente più esperta davanti.
Diamanti: In realtà è uno degli uomini preferiti da Prandelli, ma non è quasi mai stato titolare e nel suo ruolo hanno giocato anche Montolivo, Aquilani e Giaccherini. Come se non bastasse, ci sarebbe anche l’incognita Totti: se il capitano della Roma, come probabile, non andrà in Brasile, allora Diamanti sarà sicuro del posto.
Aquilani: Impiegato più volte prima degli Europei, Prandelli l’ha abbandonato all’ultimo per poi riconsiderarlo solo per l’amichevole estiva contro l’Inghilterra. Montolivo gli è palesemente davanti. Inoltre, la sua discontinuità è atavica.
Giaccherini: Come per Diamanti, anche per lui è più sì che no, ed anche per lui c’è il discorso del “blocco Juve”. Prandelli ama la sua versatilità, anche se finora ha prodotto pochi risultati ed anche agli Europei, dove ha esordito, il “Messi di Talla” è stato parcheggiato definitivamente in panchina dopo le prime due partite. Tant’è, la convocazione la ottiene sempre.
Cerci: Probabilmente non sarà mai titolare. Il 4-3-3 di Prandelli deve ancora essere limato. Inoltre il torinese non spicca per costanza.
Giovinco: Convocato quasi per inerzia. Ai tempi del Parma sembrava assurgere a punto di riferimento presente e futuro della Nazionale, ma con la Juventus si è innegabilmente ridimensionato. Oggi è anche raramente utilizzato in azzurro. Potrebbe uscire dal giro.
Insigne: Colpì Prandelli già prima di esordire in Serie A, nella preparazione estiva del Napoli. Ha esordito nella gara di andata contro Malta impressionando tutti, ma col Napoli il suo minutaggio è un po’ scarso e non gli permette di crescere come si deve. Potrebbe diventare un elemento importante per il tridente di Prandelli, ma solo se ritenuto indispensabile dovrebbe portare il “Faraone” a spostarsi a destra.
Quagliarella: Non è in Nazionale da più di due anni, ma sulla carta è il miglior attaccante della Juventus e gli manca solo la continuità. Inoltre, quel filo che lo lega alla Coppa del Mondo da quel pianto di Italia-Slovacchia non si è ancora spezzato.
Osvaldo: Tra le punte centrali di peso è il numero uno per Prandelli, ma rischia seriamente di perdersi, in primis nel club. Già agli Europei Prandelli fece a meno di attaccanti come lui, e non c’è motivo per cui la storia non possa ripetersi. Comunque, ci sarebbe da considerare la concorrenza spietata.
Pazzini: Il “Pazzo” ha già dimostrato in passato di poter conoscere alti e bassi, perdendo infatti l’Europeo. Anche per lui è tutto relativo, ma tra le prime punte è secondo nelle gerarchie ad Osvaldo.
Matri: E’ sulla buona strada per tornare in azzurro, avendo ritrovato il goal in Italia come in Europa, ma uno come lui è costantemente in bilico e Prandelli deve capire se sia in grado di reggere un impegno della massima importanza come il Mondiale.
Gilardino: Non c’è da scommettere sulla sua presenza in Brasile. Alla fine del 2011 era stato giustamente ostracizzato e ha perso l’ultima opportunità che aveva per disputare un Europeo in carriera. Oggi è solo un semplice comprimario pronto a togliersi di nuovo di mezzo per eventuali giovani più validi od altri attaccanti più esplosivi.
Immobile: La Nazionale maggiore è nel suo destino, anche se deve migliorare la sua media realizzativa. Ha tutte le carte in regola per essere il vice-Balotelli. L’idea di fargli formare con Insigne un’ottima coppia offensiva di riserva già bella collaudata stuzzica Prandelli.
Destro: Non ha sempre fatto bene in Nazionale, e Prandelli lo deve assolutamente rivalutare. Bisogna considerare, però, che la Roma ha cambiato allenatore e potrebbe non essere più protagonista in giallorosso come con Zeman. Il suo futuro è impenetrabile sia a livello di Nazionale sia a livello di club.
Cassano: Prandelli potrebbe trattarlo sulla falsa riga di Di Natale prima degli Europei, come uno di quei talenti di lusso che vengono mantenuti in fresco per uscire allo scoperto all’ultimo. Le porte della Nazionale non sono chiuse per Fantantonio. Lui è di quelli che maggiormente deve sperare in un’annata straordinaria, stavolta nessuno gli abbuonerà nulla.
Giuseppe Rossi: La chiave di tutto non è tanto la continuità, quanto la condizione fisica. “Pepito” non ha subito danni da niente. Eminente nelle gerarchie di Prandelli, deve solo pensare a giocare come sa. E sperare che vada tutto bene.
Di Natale: Totò non poteva più rientrare tra i piani di Prandelli dopo l’Europeo, e lui stesso ha dato praticamente il suo addio all’azzurro per la generazione del futuro. Se però dovesse portare in dote un’altra ventina di goal nella stagione 2013/2014, Prandelli gli chiederebbe sicuramente la disponibilità.
Totti: La superstar che tutti aspettano. L’ex campione del mondo smuoverebbe decisamente alcuni assi del meccanismo azzurro col rischio di lasciare a casa qualcuno. Se nel 2014 dovesse essere ancora in formissima, il tormentone su di lui ci sarà sicuramente, ma i presupposti per la sua disponibilità sono esigui. Tra l’altro, Totti dovrebbe comunque continuare a giocare con la Roma nella stagione successiva al Mondiale. Inutile alimentare false speranze: al 95% è no.

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