Italia, le pagelle del match con la Francia: Cambiaso il migliore, Barella sotto i suoi standard

Le pagelle della gara tra Italia e Francia, relativamente alla formazione in maglia azzurra allenata da Luciano Spalletti.

Spalletti - Fonte immagine: Валерий Дудуш, Football.ua
Spalletti – Fonte immagine: Валерий Дудуш, Football.ua

VICARIO, VOTO 5,5: Donnarumma è il titolare non a caso, per quanto il suo dodicesimo sia elemento di assoluto valore. Si nota comunque la differenza, anche solo nel modo di coprire la porta. Sfortunato sul momentaneo 0-2, quando il tiro di Digne sbatte prima contro la traversa e poi sulla sua schiena

DI LORENZO, VOTO 6,5: Thuram giganteggia spesso per portata acceleratoria, ma il capitano del Napoli non affonda mai. Prova coriacea, a confermare una stagione di livello. Bel cross nel finale per Kean.

BUONGIORNO, VOTO 5,5: non riesce ad anticipare Rabiot sul corner che vale il vantaggio a freddo dei transalpini. Cresce di personalità nel corso della gara: non scontato per chi non ha ancora tanti gettoni in azzurro ed è reduce da un Europeo in cui era stato molto poco considerato.

BASTONI, VOTO 6: solito pendolo in grado di garantire supporto anche all’aspetto offensivo, come mostra in occasione del gol azzurro, quando trova l’uno-due con il compagno di club Dimarco.

CAMBIASO, VOTO 7: si prende tanti applausi quando lascia il campo, quasi a vidimare il riconoscimento per calciatore ormai di primissimo ordine. In questo mini-girone aveva già colpito il Belgio, ora punisce pure la Francia vice Campione del Mondo. Piazza due ottime sgasate e un tiro a lato di pochissimo, scaturito da un tiro a giro, per rinforzare il concetto: il migliore in campo italiano di questa sera. Un pasticcio nei pressi dell’area, che porta a perdere palla, non può rovinare tutto il resto.

FRATTESI, VOTO 5,5: un po’ impreciso nel primo controllo ma volenteroso.

LOCATELLI, VOTO 5: non su ritmi alti molto spesso, sembra sposarsi poco con il gioco dinamico che caratterizza il giuoco dell’Italia dal post Euro 2024 in avanti. Non riesce a controllare Rabiot in occasione del terzo gol. Rimandato o forse peggio, considerando l’assenza di Ricci: in questa squadra non pare prioritario.

TONALI, VOTO 5,5: meglio nel primo tempo rispetto a quanto visto nella ripresa, quando appare in calo. Dal suo lato si scambiano, alle volte, di posizione Konè e Guendouzi per non dargli riferimenti.

DIMARCO, VOTO 6,5: all’ora di gioco la palla capita sul destro e calcia a lato di molto, non essendo il suo piede. Si conferma comunque risorsa di occasioni, anche per via di un mancino che pochi hanno nel ruolo in generale.

BARELLA, VOTO 5: non è il suo ruolo abituale, quello del trequartista, ma dallo status che ha ormai assunto da anni ci si aspetterebbe qualcosa in più.

RETEGUI, VOTO 5,5: si vede poco, non solo per colpa sua. Nei duelli sembra però meno energico di altre volte. La nota lieta della sua serata personale serata? Una grande apertura per Cambiaso nel secondo tempo, come ultimamente gli si vede fare spesso.

UDOGIE 6: non preciso nel finale, ma comunque con buone dosi di coraggio, mai mancato in generale.

ROVELLA, VOTO 6,5: ha appena esordito con i “grandi” azzurri ma sembra in questa squadra da tempo. Una dinamo nel finale, quando si adatta bene anche nel 4-3-3.

RASPADORI, VOTO 5,5: un po’ impacciato nell’immediatezza del suo ingresso, cresce quando esce dall’area per trovare qualche pallone da giocare.

MALDINI, VOTO 5,5: di lui si parla molto, ed i numeri non mancano. Questa sera, però, non scocca la scintilla. Ieri paragonato a Sinner, forse in modo un po’ esagerato, dal ct, non porta a casa il suo match questa sera.

KEAN, VOTO 6: non sembra entrare benissimo, come era stato anche a Bruxelles. Nel finale, però, prova la girata che varrebbe il primo posto, con Maignan, ahinoi, attento.

SPALLETTI, VOTO 5,5: il primo posto sembrava più che alla portata, complice anche una Francia non esattamente brillante nell’ultimo periodo. Ammette anche lui, purtroppo, che qualche piccolo problema questa sconfitta potrebbe crearla, nel prossimo futuro. Autore di un’ottima “semplificazione” dei compiti dei suoi negli ultimi mesi, stavolta non trova le giuste contromosse a Deschamps, bravo a mettersi in parità numerica lì nel mezzo. Nel finale prova il 4-3-3, quando ormai i buoi sono scappati: ai quarti, piaccia o no, toccherà da subito un’avversaria tecnicamente superiore.

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