La Copa delle sorprese ma soprattutto delle delusioni
Imprevedibile. Non c’è aggettivo che descriva meglio un torneo che, fino a due settimane fa era considerato una corsa a due tra Brasile e Argentina. La Copa América 2011 doveva essere l’occasione per Messi di centrare in patria il trofeo che Maradona non era mai riuscito a vincere e per Mano Menezes di portarlo nella bacheca della Seleçao per la quinta volta nelle ultime sei edizioni.
E invece? Invece le due squadre favorite si trovano entrambe a dover lottare per passare la fase a gironi, cosa che neanche il più pessimista dei bookmaker si poteva aspettare. Con due punti a testa rimediati, le due grandi favorite sono costrette a vincere per avanzare, cosa che sarà alquanto difficile se il gioco sarà lo stesso delle partite precedenti. Il problema infatti sta nel fatto che non è questione di merito delle altre squadre, se non in minor parte. Al triplice fischio di Argentina – Bolivia (1-1) sono stati sicuramente più i fischi per la pessima prestazione di Messi & co. che gli applausi per l’impresa degli avversari. E, come ci si può aspettare, le sconfitte dividono dentro e fuori dallo spogliatoio, buttando al centro della polemica i c.t. in primis, e a seguirli tutti i tanto elogiati quanto deludenti campioni.
Certo è che un’atmosfera del genere non aiuta a creare la mentalità necessaria per vincere l’ultima e importantissima partita del girone, giocata contro chi di problemi come questo non ne soffre minimamente. In particolare il Costarica, che affronterà questa notte alle 2.45 (ora italiana) l’Argentina padrona di casa, viene da una vittoria inaspettata per 2 a 0 contro la stessa Bolivia che ha fermato la Selecciòn nel match d’apertura della Coppa. Si tratta di una squadra giovanissima (gioca con l’under 23) ma che è stata fin’ora l’unica sorpresa in positivo del torneo e sicuramente non concederà favori.
Le chiavi per la svolta le hanno el Checho Batista e la rosa di campioni che si è portato dietro ma ora parola al campo, perchè è vero che l’aspettativa è la madre della delusione, ma qui, per Argentina e Brasile si prospetta una vera e propria figuraccia.