Missione “terzini” per Prandelli: l’Italia è seriamente in crisi sulle fasce

Dal giorno della débâcle mondiale in Sudafrica, l’Italia a 4 stelline è cambiata radicalmente. Benché non si presenti esattamente come una superpotenza dal gioco costantemente ragionato ed apprezzabile, la squadra azzurra si è trasformata dall’era del Lippi-bis, riempiendosi di giovani e riuscendo a conseguire anche un ottimo risultato agli Europei. Tuttavia, sin dall’alba del mandato di Prandelli il nuovo ct ha dovuto lottare contro un cruccio fisso: quello dei terzini.

Fonti immagini: Илья Хохлов e Олег Дубина - Football.ua
Fonti immagini: Илья Хохлов e Олег Дубина – Football.ua
Ad oggi, infatti, gli esterni della retroguardia (o a volte del centrocampo) della Nazionale non hanno mai entusiasmato troppo allenatore e tifosi, lasciando alla memoria storica i volti di Panucci, Zambrotta, Maldini ed anche del piccolo grande Grosso. Il campionato italiano e non solo, insomma, non hanno saputo offrire più di tanto.
Nonostante già prima dei Mondiali venisse invocata la convocazione di Balzaretti, che Prandelli aveva conosciuto a Firenze, per la fascia mancina il mister di Orzinuovi puntò inizialmente sull’ex Juve Molinaro, il quale però deluse fortemente dopo solo 2 presenze. Suo diretto sostituto era inizialmente Antonini, che non ha mai esordito, ma nemmeno il terzino allora titolare nel Milan che avrebbe vinto a breve lo scudetto piaceva molto a Prandelli, che lo convocò una volta soltanto. Criscito fu richiamato dopo un po’. L’esperimento “Antonelli”, poi, durò poco ed il giocatore è rimasto accantonato fino a pochi mesi fa, mentre il succitato Balzaretti potè esordire solo nel novembre 2010 scavalcando Criscito nelle gerarchie, impassibile di fronte ai gregari di turno come Santon e Peluso.
A destra, invece, colpì nei primi tempi la clamorosa assenza di Maggio, nonostante all’epoca il suo rendimento fosse più che soddisfacente. Il suo rivale non era tra le meteore Motta e De Silvestri, impiegati rispettivamente solo contro Costa d’Avorio e Far Oer, e nemmeno lo stesso Zambrotta, al termine della carriera, bensì Mattia Cassani, che nei primi mesi di Prandelli diventò persino il titolare della Nazionale. In occasione dell’amichevole con la Germania del febbraio 2011, tuttavia, un infortunio rimediato dall’allora palermitano a partita in corso spianò la strada a Maggio, appena tornato in azzurro, che divenne praticamente titolare non dichiarato dopo la bella prova con la Slovenia, lasciando a Cassani fievoli e meste apparizioni da lì in avanti. Con l’ingresso nel gruppo di Abate, datato novembre 2011 anche perché ritardato da problemi fisici del milanista, i due corridori di destra erano stati definitivamente individuati, rientrando tranquillamente tra i convocati per l’Europeo e, forse anche un po’ per caso, tra quelli della Confederations Cup.
Tra gli elementi che Prandelli ha portato in Brasile, mancano terzini sinistri puri (se non si calcola la duttilità di Chiellini). Si è parlato molto di Pasqual, ma la carta d’identità è un po’ ingiallita. Piuttosto l’infortunio patito dal redivivo Antonelli nell’amichevole con San Marino potrebbe aver influenzato le scelte del ct, il quale si è ritrovato a confermare il nuovo acquisto De Sciglio sull’out mancino, alternando dunque sull’altra fascia Maggio ed Abate, il cui dualismo si è creato dopo la seconda partita di Euro 2012.
Per oltre un anno, infatti, l’esterno del Napoli non ebbe bisogno di cercare conferme in azzurro, e partì come titolare in Polonia ed Ucraina giocando contro Spagna e Croazia (tra l’altro col modulo utilizzato sempre nel club, il 3-5-2), a dispetto della prestazione tutt’altro che esaltante fornita pochi giorni prima nel test con la Russia. In seguito Abate sarebbe apparso più in palla superando nettamente Maggio, per poi continuare ad avvicendarsi con lui a seconda del momento, ma nel corso dell’ultima stagione il valore di entrambi è calato parecchio. Prandelli se n’è accorto, ma in mancanza di alternative dell’ultimo momento, ha continuato a considerarli anche nelle fasi peggiori delle loro carriere.
Una delle prime soluzioni che il ct ha oggi in testa è sicuramente quella di scovare appena possibile un terzino sinistro che possa garantirgli sicurezze almeno quanto il vecchio Balzaretti, in modo da stabilire finalmente De Sciglio a destra e defenestrare almeno uno tra Maggio ed Abate. Ora come ora, però, il dilemma dei terzini si presta ad essere allarmante; nemmeno i giovani spigliati dell’Under 21, per quanto volenterosi, possono fare già al caso di Prandelli: buona la continuità, nulla l’esperienza. E nell’anno dei Mondiali, dubbi così importanti che non presentano la certezza di essere sciolti sono assolutamente deleteri.
Non è escluso che l’ultimo incidente occorso ad Abate possa aver segnato profondamente la sua storia azzurra. Il difensore rossonero dovrà infatti stare fuori per un po’ e potrebbe essere offuscato anche nel Milan da De Sciglio, promessa troppo preziosa per il calcio italiano e sicuramente punto di partenza per il lavoro di Prandelli espressamente dedicato alla retroguardia. Al Napoli, invece, Maggio godrà di una discreta possibilità per riscattarsi con il nuovo tecnico Benitez, che volentieri adopererà la difesa a 4 tipica della Nazionale.
Le corsie laterali dell’Italia sono più traballanti che mai, e le premesse per migliorare la situazione non sono sinceramente troppe. Prandelli dovrà essere saggio nel gestire tutte le convocazioni a ridosso del Mondiale. Intanto, il Brasile ha già avuto modo di osservare i terzini azzurri. La speranza, a questo punto, è che nel 2014 si stupisca nel vedere delle facce nuove.

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