Esclusiva-Matteo Maffucci degli Zero Assoluto: “Questa Roma è una delle migliori”

Diventare famosi e restare umili spesso sono due stili di vita che non vanno di pari passo: il successo può indurire gli animi, ottenebrare mentre e cuore. Matteo Maffucci, cantante del duo Zero Assoluto, per fortuna non è così. Le grandi tourneè, i dischi di platino, le apparizioni in tv (sempre al fianco del collega e amico di una vita Thomas De Gasperi), non hanno fatto perdere a Matteo il piacere delle cose semplici. Semplici come il calcio e, soprattutto, la Roma, di cui è tifoso sfegatato.
Ecco come il giovane cantante si è aperto in esclusiva a Soccermagazine.it:

Un vecchio adagio recita: “Si può cambiare fidanzata, ma non si può cambiare squadra”. Concordi?

Concordo. Non so chi ha detto questa cosa splendida…Ah!Ah!Ah!Ah!! Ma più che il calcio, le passioni in generale: gli amori possono finire, le passioni difficilmente finiscono se fanno parte di te, e la passione per il calcio è una di queste.

Quando ti sei “innamorato” della Roma?

Innamorarsi della Roma è stato semplice: sono nato romanista, ma non perchè nella mia famiglia c’è stato qualcuno che avesse questa grande passione per il calcio. Sono quelle cose che ti entrano dentro immediatamente, non saprei dire perchè, sono della Roma da sempre, da che io ricordi. E’ come alcune canzoni, ad esempio “Volare”: non c’è bisogno che compri il disco, le sai da quando avevi zero anni. Non so perchè ma le sai.

Che ne pensi della Roma di quest’anno?

Questa Roma è una delle più forti degli ultimi anni, senza ombra di dubbio. Se non ci fossero questi problemi societari sarebbe tutto più tranquillo, ma io ho molta fiducia. Credo che i cosiddetti problemi di spogliatoio esistano, ma fino a un certo punto.

A tal proposito, avrai sentito dei problemi tra Totti e Ranieri in merito allo scarso utilizzo del capitano giallorosso.

E’ giusto che si chiariscano tra di loro. Detto questo, per quanto mi riguarda per me parlare di Totti è difficilissimo: per me è una divinità pagana; non è “un” giocatore della Roma, Totti è la Roma.

La questione ha creato una spaccatura all’interno della tifoseria, tra chi sostiene che il capitano sia ancora imprescindibile per questa squadra e chi ritiene che sia giusto dar spazio ad altri giocatori al suo posto. Dalle tue parole, mi pare di capire che tu ti schieri con Totti.

Io mi schiero dalla parte di Totti, ma non per farlo giocare a tutti i costi. Credo che sia imprescindibile in ogni caso: è il capitano della Roma, è il simbolo della Roma, è la Roma. Questo non vuol dire che debba giocare tutte le partite; sicuramente, per un capitano e per un personaggio come Francesco Totti ci deve essere una gestione “educata”, che sottolinei l’importanza di un giocatore del genere, che è molto di più di un semplice giocatore di calcio per questa squadra.

A proposito di Totti, ha partecipato al primo video della vostra carriera, “Ultimo capodanno”. Come è nata questa collaborazione?

In realtà, è nata per gioco. Era il 1999, avevamo venti anni. Tra l’altro nel video c’erano anche Cafu, Di Francesco, Tommasi, Del Vecchio…gran parte della Roma. Siccome il pezzo raccontava dell’ultima festa prima della fine del mondo (ricordi che in quel periodo, vicino al 2000, c’era tutta una letteratura dedicata) ci siamo domandati: “Chi può salvare il mondo?”. Scherzando, abbiamo detto “Totti”. E, scherzando, ci ha detto di sì, lo faccio! Eh!Eh!Eh! Abbiamo girato il video, e poi un mese dopo, addirittura, siamo andati a Trigoria (era l’ultimo anno di Zeman) e abbiamo girato con lui.

La televisione ci propina spesso le immagini dei calciatori che arrivano allo stadio con le cuffie nelle orecchie. Per tanti la musica prima della partita è fondamentale, per rilassarsi oppure per caricarsi. Se tu fossi un atleta, quale cantante/canzone ascolteresti prima della partita?

Bella domanda. E’ difficilissimo deciderlo per il semplice motivo che dipende molto dall’umore del giorno. Io ascolto la musica in modo assolutamente compulsivo, ma legato al mio umore. Andrei sulla musica classica, su altri territori…andrei su Ludovico Einaudi, col suo pianoforte: un po’ di calma prima del delirio! Non metterei assolutamente canzoni che possano darmi adrenalina in quel momento, ma rilassamento.

Qualche mese fa Vanity Fair ha raccontato il vostro viaggio in Argentina, per il video di “Grazie”. Nell’articolo, raccontavate della partita Argentina–Nigeria a cui avete assistito nel quartiere “La Boca” (sede del Boca Juniors, ndr). Come vive il calcio la gente lì?

Ritorniamo alla prima domanda: stiamo parlando di passione con la “P” maiuscola, di qualcosa che travalica il concetto di sport e unisce un paese e un popolo, nella gioia e nel dolore. E commuove, almeno a me. Vedere tanto amore nei confronti di qualcosa è l’unica cosa che mi commuove. Vedersi la partita Argentina–Nigeria, a Buenos Aires, ne “La Boca”, è stata una delle emozioni più grandi che ho provato.

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