La Roma su Zeman dopo 13 anni. Ritorno di fiamma per il boemo?

A Pescara c’è chi, a breve, potrebbe preparare le valige: destinazione Roma. Quello nella massima serie, infatti, potrebbe non essere l’unico ritorno di Zdenek Zeman, pronto a calcare ancora una volta i campi di Trigoria. Un ritorno piacevole e voluto. Anche se forse il boemo, dal cuore di Roma e dei romani, le valige non le hai mai fatte.

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Data l’indecisione del pupillo Montella, quelli del possibile successore di Luis Enrique sono giorni a dir poco infuocati. L’allenatore del Catania, trattenuto da Pulvirenti, apre nuovi spiragli per altre, eclatanti possibilità, tra le quali (oltre l’ormai lontano Villas Boas e l’apprezzato Bielsa) rientra prepotente il ritorno di Zeman alla guida della Roma americana. Ma, oltre alle possibilità, si aprono innumerevoli domande. Con l’arrivo di Zeman si mettono in discussione gli obiettivi e la caratura – oltre che di una squadra – di un’intera società. È Zeman l’uomo giusto per una Roma a caccia dell’Europa e, soprattutto, alla ricerca di un doveroso riscatto? Esclusa l’irrilevante parentesi con i salentini del Lecce, l’ultima, “grande” avventura in Serie A risale proprio nel lontano 1999, con la Roma di Totti e Di Francesco, arrivata ad un quinto posto che favorì, di buono, solo l’arrivo di Fabio Capello. Il boemo, alla sua seconda stagione in giallorosso (e dopo ben tre stagioni e due secondi posti alla guida della Lazio) non fu confermato e, di fatto, salutò il grande calcio. Colmo d’aspettative, il suo ritorno a Foggia (due anni or sono) fu più una disfatta che un successo. Suo il miglior attacco, ma altrettanto sua la peggior difesa, per un sesto posto che dal boemo stesso fu considerato un fallimento. Poi gli 83 punti col Pescara, la scoperta di talenti come Insigne e Verratti, la rinascita e la ritrovata promozione dopo ben vent’anni di assenza. Ma non è la Roma delle salvezze, delle promozioni o del tanto decantato 4-3-3. Dopo due stagioni di medio-basso livello quella del 2012-2013 deve essere – come è stato per il Pescara – la Roma della rinascita. Di Benedetto e soci hanno il dovere, nei confronti dei tifosi, di dare un segnale forte: in primis per quanto riguarda l’allenatore. Zemanlandia a Roma. Alcuni esulterebbero. Altri storcerebbero il naso. Ma nel frattempo, tutti sembrano già aver dimenticato l’ipotesi Montella. La tentazione e il rischio, questo rappresenta oggi Zdenek Zeman per la Roma. E in fondo, chi non risica non rosica.

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