Alla scoperta di…Eran Zahavi, dall’Israele l’alter ego di Pastore
“Chi è questo?” è stata probabilmente la domanda balenata nella testa di molti tifosi palermitani e non, quando a inizio luglio Maurizio Zamparini ha annunciato l’acquisto di Eran Zahavi, centrocampista israeliano di ventiquattro anni, proveniente dal Hapoel Tel Aviv.
Un pensiero legittimo, che forse lo stesso presidente si era posto qualche mese prima, vedendolo giocare e segnare in Champions League. Tre reti, di cui una bellissima (in rovesciata) al Lione. Quanto basta per attirare l’attenzione del patron, che gli ha fatto firmare un quinquennale definendolo senza indugi “più forte di Cassano” e “più finalizzatore di Pastore“. Già, Pastore. Il giocatore dell’estate, che il PSG ha pagato 43 milioni. Il giocatore che ora Eran Zahavi non deve far rimpiangere. Un compito difficile, ma non impossibile.
Il ruolo è lo stesso. Zahavi è un centrocampista offensivo, che ama svariare su tutto il fronte se gli è concessa libertà di movimento. Sa giocare senza problemi anche più avanti, come seconda punta. E’ alto 178 centimetri, distribuiti su 81 chili di peso. Possiede come l’argentino un grande controllo di palla, che lo rende difficile da fermare nel dribbling sullo stretto. La sua specialità è il tiro da fuori area, ma palla al piede non disdegna nemmeno il dialogo con i compagni, anzi è un ottimo assist man. Rispetto al Flaco è meno spettacolare, ma forse più concreto. Come lui è un giocatore molto tecnico, che nel tridente con Ilicic e Miccoli potrebbe veramente fare grandi cose. Certo proviene da un altro mondo calcistico, e non si può dire che il campionato israeliano sia paragonabile alla Serie A. Avrà presumibilmente bisogno di un po’ di tempo per ambientarsi, ma ha già fatto vedere buone cose.
L’Hapoel è stata la casa di Eran Zahavi fin da ragazzino. Cresciuto tra i Diavoli d’Israele, dopo qualche prestito in giro per il Paese è entrato stabilmente in Prima squadra all’età di ventun anni. Da lì la strada è tutta in discesa: la qualità c’era già, Eran aveva solo bisogno di crescere fisicamente e tatticamente. Diventa un punto fermo della squadra: in tre anni, 146 presenze e 42 goal, coppa nazionale, Europa League e Champions comprese. Un bottino niente male, che lo ha aiutato anche a conquistare il posto da titolare in nazionale, nella quale ha fatto il suo esordio il 2 settembre 2010. In patria in molti lo reputano adatto al calcio italiano. Il primo (e unico) israeliano in Serie A prima di Zahavi era stato Tal Banin, dal ’97 al 2000 a Brescia con 81 presenze e una rete. Ora Eran è pronto a seguire le sue orme. L’ombra di Pastore è grande e difficile da scacciare, ma Zamparini è convinto che non sarà un problema. E Zamparini raramente si sbaglia, su questo genere di cose. A Palermo è quello che tutti si augurano.