Bayern Monaco re del fair play finanziario

Il mercato 2013 delle squadre italiane è forse il più bloccato di sempre. Ad eccezione della Juventus, titolare dei colpi Tévez e Llorente oltre all’imminente arrivo di Ogbonna, le altri grandi società aspettano di vendere prima di provare a sistemare la rosa.

Fonte immagine: Wikipedia
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Questo per questioni economiche e costi delle rose che a oggi risultano eccessivi rispetto al passato. La relazione è diretta, ma il Bayern Monaco (campione d’Europa) e il Borussia Dortmund insegnano che si può vincere anche non spendendo troppo. Sportmediaset ha incontrato Paolo Ciabattini, autore del libro “Vincere con il Fair Play Finanziario”, e grande esperto di calcio business per un’inchiesta sulle condizioni del nostro calcio.

Dott. Ciabattini, è vero che i top club europei sostengono costi molto più elevati rispetto ai club di casa nostra per i quali è quindi diventato praticamente impossibile competere ad alti livelli?
Dipende. Ci sono club estremamente spendaccioni ma anche club gestiti molto bene con costi contenuti all’interno delle risorse generate e ottimi risultati sportivi come nel caso delle due finaliste di Champions di quest’anno. Il confronto del costo della rosa tra i top club europei offre senza dubbio degli spunti molto interessanti. Il costo della rosa di un club comprende il costo degli stipendi più la quota d’ammortamento del costo del cartellino di competenza dell’esercizio. Per comodità, ho usato il costo totale degli stipendi del club, che comprende anche quello che si riferisce all’area non sportiva il quale però impatta generalmente in maniera non particolarmente significativa. Gli ultimi bilanci a diposizione sono quelli relativi alla stagione 2012 ma è possibile avere un’idea abbastanza precisa anche in riferimento al bilancio 2013 sulla base dei trasferimenti che si sono concretizzati nel corso della stagione. Manco a dirlo, il costo della rosa più imponente è quello del Manchester City. È evidente che gli investimenti effettuati nei primi 4 anni della gestione dello sceicco Mansour impattino moltissimo. Ai 130 milioni spesi nel 2009, vanno aggiunti i 116 del 2010, i 140 milioni del 2011 e i 95 del 2012 con l’acquisto di Agüero a 45 milioni di euro. Il mercato 2012/2013 ha evidenziato un investimento netto molto più basso del solito. Sono arrivati i vari Rodwel (15 milioni), Javi García (20), Nastasić (15,2) Maicon (6). Per la prima volta negli ultimi anni c’è stato un mercato in uscita sostanzioso. Johnson (12,6), Adebayor (6,4) , De Jong (3,5), Balotelli (20) L’impatto netto è di circa 15/20 milioni di euro. A questo punto, il costo della rosa del 2013 potrebbe essersi mantenuto in linea con quello del 2012. Per il 2013/ 14 il City è ripartito alla grande: 40 milioni per Fernandinho, 17 per Navas in parte compensati dalla cessione di Tévez che aveva un ingaggio molto pesante. Il costo della rosa del Real Madrid risente ancora dei 170 milioni investiti nel 2010 con gli acquisti di Cristiano Ronaldo (94), Kakà (65), Xabi Alonso (35), Benzema (35) e dei rispettivi strepitosi ingaggi. Circa 30 milioni dovrebbero riferirsi al costo della rosa della squadra di basket che, pur compresi nel bilancio, non vanno considerati. Il 2013 che evidenzia un saldo di mercato a pareggio ed una rosa meno numerosa, dovrebbe portare ad una leggera diminuzione degli stipendi e quindi del costo della rosa stesso. Il Real Madrid come tutte le squadre spagnole sta ancora usufruendo della famosa legge Beckham che permette un risparmio di quasi il 20% sul costo degli stipendi in riferimento ai contratti firmati prima del 1 gennaio 2010. La tabella ci mostra che il Barcellona rappresenta la terza rosa più costosa ma in realtà, togliendo i costi che si riferiscono agli altri sport che fanno parte della polisportiva blaugrana, (basket, pallamano, calcetto, hockey a rotelle, etc), che valgono 72 milioni di stipendi e 13 di ammortamenti, il costo si riduce a soli 220 milioni. Questo grazie soprattutto al fatto che la maggior parte dei giocatori della rosa provengono dalla Cantera e quindi l’incidenza degli ammortamenti è bassa. Nel 2013 con gli acquisti di Song e Jordi Alba il costo della rosa dovrebbe crescere leggermente. Non sorprende assolutamente la quarta piazza del Chelsea uno dei club più spendaccioni degli ultimi 10 anni. La faraonica campagna acquisti del 2013 dovrebbe comunque essere in buona parte compensata da alcuni addii eccellenti e dei relativi lauti ingaggi: Drogba, Essien, Bosingwa e Kalou. Il Manchester United si colloca in quinta posizione, ma a oltre 100 milioni di distanza dai rivali del City. Nel 2013 l’impatto dell’acquisto di Van Persie e Kagawa, al netto della cessione di Berbatov,  porterà ad oltre 20 milioni di euro di aumento a stagione. Il Milan, che a differenza degli altri top club chiude il bilancio al 31 dicembre, grazie alle cessioni di Ibrahimović e Thiago Silva oltre a numerosi addii eccellenti ha ridotto in maniera significativa il costo della rosa. Il costo del personale è diminuito di 23 milioni e si ridurrà ulteriormente nel 2013 grazie all’impatto su tutti i 12 mesi delle operazioni in uscita realizzate nella scorsa campagna acquisti estiva (Ibra, Thiago Silva e tutti i fine contratto). Il Liverpool, nonostante una rosa non eccelsa e risultati sportivi in linea con la qualità della rosa, ha un costo decisamente alto che è anche il frutto di scelte scellerate che hanno visto ad esempio l’investimento di quasi tutti i soldi incassati dalla cessione di Torres nell’acquisto del centravanti Carrol dato poi in prestito al West Ham dopo una stagione molto deludente. L’Arsenal, si mantiene di poco al di sopra dei 200 milioni di euro di costo totale. La strategia di puntare su giocatori giovani permette di tenere più facilmente sotto controllo il monte stipendi. Segue l’Inter che ha ridotto di 30 milioni il costo della rosa rispetto al 2011, ma nonostante ciò, la percentuale di incidenza sul fatturato al netto delle plusvalenze è addirittura del 113%. Nel 2013 il trend proseguirà e il costo totale della rosa potrebbe ridursi di altri 25 milioni di euro scendendo al di sotto del tetto dei 200 milioni. Il Bayern vicecampione d’Europa (stiamo parlando del 2012) è soltanto decimo e non si può neanche dire che questo sia dovuto al costo degli stipendi più favorevole in quanto in Germania a parità di netto, è più alto di quasi il 5% rispetto all’Italia. Questo dato aumenterà di oltre 20 milioni in riferimento alla stagione 2013 soprattutto per via dell’acquisto di Martínez (40 milioni di euro), rimanendo comunque ancora lontano da quello dei club inglesi e delle due spagnole. Questo risultato è merito anche della qualità delle scelte del management tedesco. Lahm, Kroos e Alaba provengono dal vivaio, Dante (4,7 milioni) è costato un quarto di Ranocchia, Mandzukić è costato 1 milione in più del Martínez della Juventus, Robben e Ribery come Felipe Melo, Müller è stato pescato dalla Lega Pro tedesca. Subito dopo il Bayern troviamo la Juventus che supera la soglia dei 200 milioni di euro considerando anche i quasi 12 milioni di euro di premio scudetto. Al netto dell’impatto del costo del lavoro più alto in Germania e del premio scudetto, nel 2012 la differenza tra i due club è di poco più di 10 milioni di euro. Nel 2013 dovrebbe diventare di almeno 25, troppo poco per giustificare il gap evidenziatosi nel corso dei due match di Champions. L’incidenza sul fatturato è del 100% e si spiega anche con l’impatto dovuto al costo di alcuni giocatori che pur non facendo più parte della rosa si trovano ancora a bilancio: Felipe Melo, Martínez, Motta.

E il PSG?

Nel 2012 si colloca subito dopo la Juventus. Nel 2013 sfiorerà i 250 milioni di euro entrando di diritto nei primi 5 club con il costo della rosa più alto. Siamo ancora lontani dai costi del City, ma se dovesse passare la legge Holland, questi 250 potrebbero facilmente raddoppiare. La Roma ha un costo di “soli” 131 milioni di euro seppur con un’incidenza superiore al 100% sul fatturato. E adesso siamo arrivati al gruppo dei virtuosi. Il Napoli ha un costo della rosa pari a 86 milioni di euro con un’incidenza al di sotto del 60%. In termini di costo qualità, è secondo soltanto al Borussia Dortmund che nel 2012 mostra un costo superiore di 13 milioni a quello del Napoli. Nel 2013, l’anno in cui i tedeschi hanno raggiunto la finale di Champions il costo dovrebbe addirittura scendere in conseguenza sia delle cessioni di Kagawa e Barrios solo in parte compensate dall’acquisto di Reus, che dell’assenza del premio scudetto incluso invece nel bilancio 2012. Infine la Lazio che non facendo parte del gruppo dei primi 30 club in termine di fatturato, pur avendo il costo più basso ha comunque un’incidenza del 92%.

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Alessandro Davani

Amo cucinare, ascoltare musica ed il calcio. Seguo anche il Motomondiale, la F1 ed i Lakers (e l'NBA in generale).

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