Il caso Diego Lopez, da titolare al Real Madrid a riserva di Abbiati
Avere in rosa il portiere più forte d’Europa, parola di Adriano Galliani, e preferirgli un portiere trentasettenne del quale si cerca un erede da tempo.
Diego Lopez è a disposizione ma il titolare resta Christian Abbiati. É così ormai da sette partite, ma se nelle prime quattro lo spagnolo era fuori per infortunio adesso è in panchina per scelta tecnica. Diego Lopez è arrivato ad agosto dal Real Madrid campione d’Europa e ha firmato un quadriennale da due milioni e mezzo a stagione, cifra da top player. Il Milan aveva bisogno di sostituire il non più affidabile Abbiati e né i portieri già in rosa dall’anno precedente né il nuovo acquisto Michael Agazzi erano sembrati pronti a raccoglierne l’eredità. Allora Galliani ha deciso di contattare il Real Madrid.
Chi meglio di colui che ha relegato in panchina un mostro sacro come Iker Casillas sia con José Mourinho che con Carlo Ancelotti? Sponsorizzato dall’allenatore italiano e dall’ex preparatore dei portieri del Milan Villiam Vecchi, Diego Lopez è stato accolto come salvatore della patria. L’esordio non è stato promettente: papera nell’amichevole contro il Valencia. Il debutto ufficiale invece è esaltante: grande prestazione e rigore parato ad Antonio Candreva. Due settimane dopo l’episodio che sta segnando la sua esperienza in rossonero. Su un retropassaggio di Mattia De Sciglio Diego Lopez incespica e cade, il pallone entra nella sua porta per la quarta volta e lui si procura una lesione muscolare. Da quel 14 settembre non gioca più.
Torna titolare Abbiati e nonostante prestazioni altalenanti (male a Cesena, tra i migliori a Verona) conserva il posto nell’undici iniziale. Questa situazione ricorda quella del Milan di Alberto Zaccheroni di quindici anni fa. Jens Lehmann, numero uno designato, gioca le prime cinque partite, si fa male a Cagliari e il trentaquattrenne Sebastiano Rossi gli ruba il posto da titolare e gioca ininterrottamente per tutto il girone di andata. Poi è lo stesso Rossi a subire il sorpasso: una lunga squalifica favorisce l’esplosione di un giovane Christian Abbiati.