C’era una volta il Milan…

C’era una volta il Milan, una squadra di cui tutti avevano paura, gli avversari quando arrivavano a San Siro erano felici se ne uscivano con un pareggio, un Milan che vinceva anche in Europa, fino a diventare il club più titolato al mondo, un Presidente che comprava fior fiori di giocatori.

Fonte: Pubblico Dominio (Wikipedia.org)

Oggi quel Milan non c’è più: mai era infatti accaduto che i rossoneri dopo 12 giornate avessero solo 14 punti e si trovassero nelle parti basse della classifica nell’era Berlusconi. La confusione sul mercato è stata tanta: sono partiti i vari Ibrahimovic, Thiago Silva, Nesta, Seedorf, Gattuso, Inzaghi, Zambrotta, Van Bommel, per rimpiazzarli con i vari Acerbi, Traorè, Niang, Constant, Montolivo, De Jong, gente che viene dalla seconda serie o da squadre abituate a lottare per la salvezza, giocatori non da Milan, con una dirigenza sfacciata pronta a mettere spalle al muro un tecnico facendogli promettere di lottare per le prime posizioni, un tecnico incapace di dare un volto ai suoi uomini, di dargli la voglia di lottare e sudare per quella maglia gloriosa.
A tenere a galla il Milan fino ad oggi ci ha pensato un giovane di 20 anni,Stephan El Shaarawy, che insieme all’altro vent’enne, il difensore De Sciglio, stanno regalando le uniche poche gioie ad un tifo immobile, forse rassegnato ad un destino che sembra destinato ad essere molto buio. Deludono infatti i vari Mexes, Robinho, Boateng e Pato. Quest’ultimo, recuperato apparentemente dai problemi fisici, ma che sembra essere ancora timido, spaventato in campo: il brasiliano, dopo il gol in Champions al Malaga, sembrava aver ritrovato il sereno, anche con i tifosi che, invece, in soli 4 giorni hanno perso la pazienza con il Papero e domenica, al termine della partita persa contro la Fiorentina a S.Siro in cui il brasiliano ha sbagliato un importante calcio di rigore nel primo tempo, all’uscita dallo Stadio lo hanno aggredito, prendendolo a parole e danneggiando la propria auto (notizia che comunque la società si è affrettata a smentire). Già, la società: il Presidente Berlusconi, che venerdì tornerà a Milanello dopo oltre un anno, sembra aver preso le distanze da quel giocattolo che lo ha reso famoso e grande, passando dalle campagne acquisti fatte di campioni, a vendere i campioni per una situazione di crisi del Paese italico; Galliani, considerato il più grande Dirigente italiano, che si trova ormai a dover comprare tutti parametri zero, senza più un soldo, con il rischio di fare brutte figure, ed un tecnico che, non solo sta comodamente attaccato al suo posto, ma che in tre anni non è riuscito a dare un’impronta di gioco alla squadra, confuso (basti vedere i continui cambi di modulo e le varie soluzioni difensive sempre andate male, cosi come il atto di non riuscire a porre rimedio alle situazioni di palle inattive che ogni volta procurano gol o comunque pericoli), che in passato aveva un giocatore sul quale far girare la squadra (Ibrahimovic), ma che ora non riesce a tornare indietro ed essere umile, a far tirare fuori la grinta a dei giocatori di un livello inferiore rispetto ad una squadra come dovrebbe essere quella rossonera.
Gennaio è vicino, tutti si attendono una risposta dalla Dirigenza con interventi forti sul mercato (Berlusconi avrebbe promesso 4 acquisti, negli ultimi giorni circolano i nomi di un difensore sudamericano, Cigarini e Pjanic per il centrocampo e Balotelli per l’attacco), ma sono in molti a credere che la società venderà ancora (tra i papabili Robinho, Niang, Traorè, Mexes e Acerbi), senza acquistare nessuno, che Allegri arriverà fino al termine della stagione, una stagione che si spera possa riprendere quota e dove non si sia costretti a lottare con una classifica pericolosa, per poi magari lasciar spazio al sogno presidenziale, quel Guardiola che potrebbe davvero dare un gioco a questa squadra, ma che avrebbe già chiesto alla Dirigenza rossonera disponibilità di denaro per far scendere in campo a S.Siro i giocatori funzionali alle sue idee. I tifosi sperano, intanto restano nel loro mondo, tra chi contesta e chi appoggia società e gioctori, tutti uniti però dalla speranza di tornare a vedere un Milan vincente ed un S.Siro inespugnabile.

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