Chevanton, quando nel calcio esistono ancora i sentimenti

Ѐ il calciatore più amato della storia del Lecce; ha il record di gol in serie A con i giallorossi; ha giurato amore al Salento più di una volta. Eppure, tutto questo non è bastato per rinnovare il contratto a Javier Ernesto Chevanton,

Javier Ernesto Chevanton fonte foto ecodibergamo.it

forse il calciatore più forte che abbia mai avuto il Lecce. Arrivato in Puglia nell’estate del 2001, a soli 21 anni, quasi in sordina, si fa subito trovare pronto già alla prima giornata del campionato 2001/2002. In Lecce-Parma, finita 1 a 1, ruba la palla all’allora portiere gialloblu Frey e insacca. Non è un episodio isolato. Chiuderà la stagione con 27 presenze e 11 gol. Retrocede in B ma si capisce subito che è un calciatore di ben altra categoria: 30 partite e 16 gol. Il Lecce torna subito nella massima serie. La stagione 2003/2004 è la definitiva consacrazione: 31 partite e 19 gol, alcuni di pregevolissima fattura: punizione contro il Milan, gol da fermo contro il Perugia a oltre 30 metri giusto per fare due esempi. Viene ceduto al Monaco per circa 10 milioni di euro ma i tifosi ormai lo amano. Nei due anni francesi, nonostante problemi fisici, arriva ugualmente in doppia cifra (10 reti a stagione). Passa al Siviglia dove trova una concorrenza durissima: Kanoute e Luis Fabiano, senza dimenticare Kerzhakov. Chiede più spazio ma non lo ottiene: nonostante ciò si ricordano due gol di pregevolissima fattura (uno in rovesciata contro il Real Madrid e uno dal limite dell’area a giro dopo essersi liberato di un avversario). A gennaio 2010 torna in Italia: non nel Lecce, ma nell’Atalanta. Solo 2 gol in 12 partite ma viene schierato con il contagocce ed è fuori forma. Ad Agosto, però, il ritorno in patria: a Lecce. I tifosi sono in subbuglio e alla presentazione della squadra partono già i cori per il fenomeno salentino. Ma spesso i ritorni di fiamma non funzionano. De Canio, inspiegabilmente, gli preferisce Corvia, Ofere o Jeda. Il 24 novembre 2010 viene squalificato per 5 partite (poi ridotte a 4) dopo che scalcia un avversario in Sampdoria-Lecce. L’epilogo di un nervosismo crescente per l’uruguagio. De Canio continua a non vederlo, soprattutto dopo la scialba prestazione nel derby giocato il 6 gennaio 2011 contro il Bari. Nella sessione invernale di mercato è ad un passo dall’addio ma alla fine resta. E diventa subito decisivo. Come al solito De Canio gli concede pochi minuti ma il 4 febbraio, al 92′, segna di testa in un Parma-Lecce che è quasi uno spareggio salvezza dando 3 punti preziosissimi. Finisce di nuovo nel dimenticatoio nonostante si alleni con impegni e la tecnica indiscutibile, anzi. Cominciano quasi i dispetti. Lecce-Bologna del 13 marzo 2011. Il team di Malesani è in vantaggio e De Canio gioca la carta Chevanton. Dopo 20′ lo sostituisce e il risultato rimane invariato. L’attaccante chiede ovviamente spiegazioni che il mister si rifiuta di dare. Ormai sono separati in casa. Ma Cheva vuole segnare davanti al suo pubblico, nonostante il mister. E ci riesce. L’8 maggio 2011, in Lecce-Napoli, segna un gol bellissimo: assist di tacco di Di Michele, tiro di sinistro al volo da fuori area dell’uruguaiano e palla che sbatte prima sulla traversa e poi si infila in rete. Il Lecce vince 2 a 1. De Canio se ne va, arriva Di Francesco. Il contratto di Chevanton scade il 30 giugno, vuole rinnovarlo. Anche a costo di rinunciare a offerte migliori e “a giocare in porta”. La società fa melina, il nuovo allenatore non vuole ma non può dirlo pubblicamente, i tifosi firmano petizioni e cominciano a farsi sentire. Vogliono il giocatore più amato della storia, ultracentenaria, del Lecce. Il contratto scade e passano alcuni giorni finché Cheva afferma che ormai non c’è più speranza:”Ma l’amore tra me e la maglia giallorossa, tra me e i tifosi, durerà per sempre”. Fine della storia. Ma, forse, poteva avere un epilogo migliore.

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Raffaele Zanfardino

Direttore responsabile della testata.

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