DIREZIONE SUD – 1/03/2012, la Curva B del Napoli a caratteri cubitali: “TERRA MIA”. Dov’è la coerenza?

Stadio San Paolo di Napoli. In curva B campeggia uno striscione: dice “Napoli colera, ora chiudeteci la curva”, il tutto sugellato dal noto motivetto sul Vesuvio, intonato dagli stessi tifosi (o pseudo tali) di fede partenopea. “Forse è una provocazione”, l’interpretazione più diffusa. Che razza di provocazione è mai questa? La vita insegna che non a tutto è possibile dare un nome, nella fattispecie corredare di motivazione un aspetto surreale del tifo da stadio.

 

“La mentalità”, una parola impettita. Nasconde i ‘casi umani’ dietro un vessillo vuoto e una cortina di fumo che disperde la genuinità di un sentimento. Decodifichiamo: gli ultras azzurri avrebbero espresso solidarietà verso i colleghi milanisti, puniti dal giudice sportivo per avere intonato cori discriminatori verso il popolo campano.

 

Che poi il Napoli, sia anche la squadra da sostenere “oltre il risultato”, questo conta poco. Viene prima la categoria, poi i colori, infine (forse) la città, in ultima e desolata istanza. Il tifo organizzato non spende una parola sul dramma della terra dei fuochi. Un silenzio assordante, la desolazione di Padre Patriciello, che magari s’aspettava un cenno da Napoli dopo la marcia per la vita dello scorso 4 ottobre (oltre il messaggio della SSC Napoli).

 

Napoli non è questa. Il napoletano per bene è figlio di Annibale di sangue africano, è un’anima tollerante del caldo mediterraneo. Rigetta ogni ipotesi di discriminazione territoriale, per indole, retaggio culturale.

Fonte: Giuseppe Romano
Fonte: Giuseppe Romano

 

Intanto, c’è da annotare una curiosità: sui social si sprecano gli attestati di stima. Napoli chiama e la “comunità ultras” risponde. Questo il messaggio tipico: “Anche se vi odio, vi rispetto”. Sentimento controverso, confusione identitaria, cosa non fa questa mentalità? Prendiamo nota, chiamiamo le cose con il proprio nome: coerenza. Un ideale che trova in sé la sua dignità di esistere. Uno stile di vita puro, immacolato, privo di sfumature cromatiche e sentimentalismi stucchevoli.

 

È però lecito chiedersi: dov’era la coerenza degli ultras il primo marzo scorso? Al San Paolo c’era la Juventus. Quelli che allo Stadium “sfottevano” con immagini stereotipate e discriminatorie: “Vi è caduto questo dal pullman” (sacchetto della spazzatura), quelli che “Napoli fogna d’Italia” e Vesuviolavalicolfuoco. La risposta della stessa Curva B giunse proprio nella gara interna contro gli odiati rivali. Spettacolare la coreografia: un Vesuvio d’argento su sfondo azzurro. E poi la didascalia: “TERRA MIA”, che non lascia spazio a interpretazioni. Sulla coerenza però, meglio sorvolare.

 

 

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