Esclusiva-Bruno Pizzul: “Non sono dispiaciuto per il Mondiale 2006. La Juve ha bisogno del top player”

Noto commentatore sportivo Rai, soprattutto come voce che raccontava le partite della nostra Nazionale, Bruno Pizzul ha rilasciato un’intervista in esclusiva a Soccermagazine.it. Pizzul si è pronunciato sulla sua professione di telecronista e sulle attuali politiche che ha intrapreso la Rai in merito a questa, poi ha trattato pure la corsa del Milan verso la Champions, la crisi dell’Inter e un pensiero sulla Juve di Conte ed il famoso top player.

Fonte: Wikipedia
Fonte: Wikipedia

Nel 2007 andarono in onda su La7 le sue telecronache delle partite dell’Italia ai Mondiali del 2006. Quanto le è dispiaciuto non poter raccontare quell’evento in diretta?

Ma no, sarei andato là volentieri ma non l’ho sentita come una privazione anche perché l’ho fatto per tanti anni e non è che… è una domanda che mi fate frequentemente quella lì e io veramente non l’ho mai sentita come qualcosa che mi mancasse. Poi l’ho rifatta a posteriori volentieri però non ho avuto mai, mi ripeto, la sensazione di nutrire dispiacere per non avere mai potuto dire che l’Italia aveva vinto il Mondiale. Mi è dispiaciuto che non l’abbia vinto a Italia ’90, quello sì, perché lo meritava ma le altre volte fra l’altro non l’avrebbe neanche meritato, quindi…
 
A proposito di Mondiali, molti si ricordano di Lei anche per aver raccontato il Baggio del Mondiale ’94. È un giocatore che ha sempre detto di stimare, c’è ancora rapporto d’amicizia fra di voi?

Sì, di tanto in tanto ci si vede ma è un rapporto di stima reciproca, non è che ci frequentiamo molto però è un ragazzo con cui mi pare molto piacevole stare assieme. È un ragazzo tranquillo, modesto che ama la compagnia, ama la buona tavola quindi quando c’è l’occasione per stare assieme la si dà molto volentieri.
 
Cosa ne pensa invece dei continui avvicendamenti dei vari telecronisti per le partite della Nazionale? 

È una scelta che la Rai ha fatto, in precedenza la situazione era completamente diversa. C’era uno e quello partiva a farlo fin quando lavorava e poi era già stato prescelto un suo sostituto. È successo così: Martellini dopo Carosio, io dopo Martellini e poi la Rai ha scelto una politica diversa. Non so se sia stata opportuna o meno, anche perché i ragazzi così magari si sentono sempre sotto esame e possono essere poco tranquilli.
 
Passiamo adesso al campionato: il Milan dopo il pareggio con il Napoli deve puntare a consolidare il terzo posto guardandosi dalla Fiorentina oppure le speranze per la seconda posizione non sono ancora spente?

Eh no, il Milan è in una posizione proprio equilibrata. È altrettanto distante dal Napoli che è al secondo posto e dalla Fiorentina che è al quarto e quindi deve guardarsi bene dalla Fiorentina, ma non c’è motivo perché non possa pensare di recuperare ancora quei 4 punti che sono abbastanza, ma non ineliminabili. Mancano ancora 6 partite e quindi il Milan può benissimo ancora sperare di arrivare al secondo posto.
 
Qual è la strada, secondo Lei, da percorrere da parte dei club italiani per tornare protagonisti in Europa?

Deve cercare per forza di cose di incentivare al massimo la capacità di produrre nuovi talenti attraverso i settori giovanili o, comunque, di fare un’opera di scouting molto attenta in campo internazionale perché sul piano delle potenzialità economiche-finanziarie non siamo più in grado di poter fare arrivare i cosiddetti giocatori di grandissimo talento. Pertanto bisogna affidarsi ai giovani e sperare che vengano fuori degli elementi che ci consentano di riemergere in campo internazionale.
 
Cosa ne pensa della situazione dell’Inter?

Eh, è una situazione molto ingarbugliata che si è ridotta, così, a determinare in maniera più negativa per una serie di circostanze: i tanti infortuni, qualche episodio sfortunato e il fatto di non avere azzeccato sul mercato gli acquisti giusti, un po’ di inesperienza da parte del tecnico e la scarsa attenzione da parte della società nella gestione anche non soltanto della questione tecnica, ma direi anche di quella proprio dell’immagine della società. È un’annata storta dalla quale l’Inter spera poi di riemergere al più presto, ma la situazione generale adesso come adesso volge verso il nero.
 
Ultima domanda sulla Juve di Conte: qual è il suo parere? Ha bisogno di un top player in attacco?

Mah sì, ha bisogno relativamente di un top player in attacco perché la squadra funziona, ha una sua credibilità, ha un suo livello anche di credibilità almeno per quanto riguarda il campionato italiano. La Juve è sufficientemente forte per vincere abbastanza tranquillamente nei patrii confini, per quanto riguarda l’estero siamo ancora un pochino distanti. È chiaro che con un grande attaccante potrebbe diventare ancora più competitiva anche in campo internazionale però anche qui bisogna fare i conti sulla necessità di fare arrivare magari qualche buon giocatore o un ottimo attaccante, ma valutandone bene non soltanto le qualità tecniche e sportive, ma anche quelle umane, perché quello della Juve è un gruppo molto omogeneo, molto compatto e magari se dovesse arrivare un top player, di quelli di grande personalità soggettiva potrebbe anche creare qualche problema per l’armonia del gruppo.

 

In collaborazione con Raffaele Zanfardino
 
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Alessandro Davani

Amo cucinare, ascoltare musica ed il calcio. Seguo anche il Motomondiale, la F1 ed i Lakers (e l'NBA in generale).

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