Esclusiva-Giannini: “Cosa farà Pjanic nella Juventus? Roma avvantaggiata sul Napoli”

Negli anni ’80 e ’90 è stato idolo indiscusso della piazza capitolina, poi ha terminato la carriera altrove senza riuscire, curiosamente, a tornare nella sua Roma. Si tratta di Giuseppe Giannini, il “Principe”, che ha rilasciato un’intervista in esclusiva a Soccermagazine parlando soprattutto dei giallorossi, oltre che del Napoli, altra sua ex squadra.

Giuseppe Giannini - Fonte immagine: Indeciso42, Wikipedia
Giuseppe Giannini – Fonte immagine: Indeciso42, Wikipedia
Lei è stato indubbiamente una bandiera storica nel calcio italiano: cosa pensa dei casi di passaggi di giocatori in squadre rivali, come accaduto di recente con Higuain?
E’ un discorso leggermente diverso. Lui è uno straniero venuto a giocare in una squadra dove ha sempre espresso grande amore e grande affetto, però è pur sempre uno straniero e quindi la sua storia è leggermente diversa dalla mia. Cosa penso? Io spesso non credo alle dichiarazioni di facciata che vengono fatte da tutti, non solo da Higuain. Anche a Roma tantissimi giocatori hanno espresso grande affetto, poi però… vedi anche lo stesso Pjanic: nel momento in cui c’è stata l’occasione per poter cambiare aria ha cambiato aria. Io vado sempre molto cauto nei gesti e nelle dichiarazioni d’affetto nei confronti della tifoseria.
 
Il campionato è ormai alle porte e il mercato quasi finito: Lei si era espresso in passato su Dzeko, è d’accordo con la sua riconferma in giallorosso?
A me non dispiace, anche perché sul mercato non è che ci siano grandissimi attaccanti che possano in qualche modo attirare le attenzioni delle grandi squadre. Siccome la Roma ha questo attaccante che comunque in anni passati ha fatto discretamente non vedo perché non debba dargli un’ulteriore chance. Mi sembra che Spalletti sia propenso a questo e lui si stia allenando con grande impegno e quindi, insomma, io sono d’accordo nel dargli un’ulteriore chance.
 
Ad oggi la Roma non ha ancora un vero vice-Dzeko: crede serva un rinforzo o è d’accordo anche Lei nell’accezione “spallettiana” di “sistema di gioco” come alternativa al bosniaco?
Eh beh, l’idea “spallettiana” è quella, cioè di giocare a volte anche senza centravanti di ruolo, però io sono sempre propenso ad averne un altro seduto accanto per non rischiare niente, nel senso che l’organizzazione, il gioco, il movimento possono essere la sorpresa, ma sono i grandi attaccanti che ti fanno vincere le partite. E’ pur vero che sul mercato non ci sono, come dicevo prima, grandissime opportunità. A volte bisogna fare di necessità virtù e lo stesso Spalletti ne fa capo, nel senso che fa giocare la squadra in modo che possa giocare a volte anche senza un centravanti di ruolo.
 
Prima ha citato Pjanic: secondo Lei potrà ripetersi nella Juventus o il gioco di Allegri non lo esalterà come a Roma?
Non lo so. Non lo so perché leggo che lo sta esercitando ed inserendo come con Pirlo, nel ruolo di Pirlo, e questo Pjanic credo che possa farlo, però a Roma in alcuni momenti ha fatto anche buonissime cose. Non so se in una grande squadra riuscirà in qualche modo ad essere determinante come in alcuni momenti è stato a Roma.
 
Lei ha giocato sia nella Roma sia nel Napoli, che l’anno scorso è arrivato davanti ai giallorossi: chi vede oggi come anti-Juve?
Come anti-Juve vedo leggermente avvantaggiata la Roma proprio per la partenza di Higuain anche se il Napoli ha una grande organizzazione, un buonissimo allenatore, però lo ha anche la Roma e quindi per quanto pari sotto quel punto di vista lì dico che i nuovi arrivi hanno leggermente portato la Roma sopra al Napoli secondo me, in questo momento. Però anche il Napoli ha un’ottima organizzazione, buonissimi giocatori e probabilmente sta aspettando di completare la squadra con un arrivo importante.
 
A proposito di Napoli: crede che Gabbiadini possa esplodere definitivamente senza Higuain o gli azzurri devono cercare ancora attaccanti?
Io non lo vedo come grande attaccante. Gabbiadini è sempre stato un esterno, al limite un trequartista, non lo vedo come bomber. Poi, sai, il calcio è bello perché ognuno può dire la propria, però io ho questa impressione: che sia un buonissimo giocatore, ma non un bomber, ecco. Più una spalla per un grande attaccante.
 
Così come Totti, anche De Rossi potrebbe lasciare la Roma l’anno prossimo, col rischio di andare all’estero: lei è d’accordo con la moda di svernare in campionati sconosciuti o è meglio ritirarsi direttamente con la propria maglia storica?
Non lo so, non ho idea. Io ho dovuto purtroppo fare di necessità virtù, nel senso che ero stato scaricato dalla società ed essendo ancora all’epoca giovane ho cercato fortuna in qualche altra piazza, mentre invece credo che De Rossi possa eventualmente avere anche l’opportunità di concludere comunque la carriera a Roma.
 
Per concludere: Lei ha mai sognato un rientro nella società giallorossa? E perché non è mai avvenuto?
Il motivo non lo so. Sì, ogni tanto uno ha dei momenti bui… le opportunità ti avvicinano a casa, però poi non se n’è mai fatto nulla, quindi si continua a girovagare per il mondo cercando di dimostrare il proprio valore, quello che uno sa fare. Quindi io aspetto l’occasione per rimettermi in pista allenando una squadra.
 
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