Hernanes, la Lazio e la capriola dell’amore perduto

Due gol, una capriola, tanti fischi.

Hernanes (fonte: www.inter.it)
Hernanes (fonte: www.inter.it)

Il ritorno di Hernanes (ora con la maglia dell’Inter) sul prato dell’Olimpico biancoceleste si è tramutato in una vera e propria corrida, decisamente inaspettata alla vigilia. Ma andiamo con ordine…

Minuto di gioco 25. Hernanes prende la rincorsa, sinistro, rete: l’Inter pareggia! I laziali attoniti e l’Italia intera si chiedono: E ora? Esulta oppure no?”.
Sì, e lo fa alla stessa maniera di sempre: la capriola piomba sull’Olimpico. Piovono fischi a non finire, tutto il pubblico rumoreggia incredulo.
A fine partita il “Profeta” dichiara: “E’ stata la capriola più triste della mia vita”.

E le lacrime del gennaio 2014?
Superate, dimenticate, perché è giusto così: la vita scorre, il calcio scorre. Hernanes gioca per un’altra squadra e deve esultare per rispetto dei tifosi attuali.

Il pianto di Hernanes. Fonte: screen Youtube
Il pianto di Hernanes. Fonte: screen Youtube

E i tifosi precedenti, che lo portano ancora nel cuore?
A loro non è dato pensare. Ma d’altronde qualcuno dev’esser scontento, e il “Profeta” ha scelto chi buttar giù dalla torre. I laziali, appunto, ma uno in particolare: Claudio Lotito. “Ce l’avevo con lui per motivi legati alla mia cessione – tuona il nerazzurro in un’intervista – la capriola era per lui, non volevo mancare di rispetto a tutti i tifosi laziali”.

 

E’ giusto dunque scontentare 49.999 persone allo stadio per sete di rivincita?
Non c’è una risposta insindacabile, se l’è sentita di farlo ed è giusto che l’abbia fatto. Però ora deve accettarne le conseguenze. Un piccolo esempio, in questa testimonianza.

“Abito lontano da Roma – racconta Filippo, tifoso biancoceleste – e seguo tutte le partite della Lazio, anche in trasferta. Quest’anno ho dedicato la mia vita per la Lazio, ogni domenica mi faccio 8 ore di macchina per vedermi la partita. Hernanes ha deluso me e un popolo intero. Allo stadio c’erano ragazzini con ancora addosso la maglia numero 8 biancoceleste che si sono messi a piangere. Come gliela spieghi la sua esultanza?”

Riformulo la domanda.
“E’ giusto dunque scontentare 49.999 persone allo stadio per sete di rivincita?”
Forse no. Hernanes a mente fredda lo intuisce, e pubblica sulla sua pagina ufficiale Facebook un video di mea culpa, qui in italiano corretto: “A tutti i tifosi Laziali volevo chiedere scusa perché se avessi saputo prima che la mia capriola sarebbe stata interpretata come una mancanza di rispetto, non l’avrei mai fatta!
C’è stato un motivo e ho già dichiarato qual è stato (Lotito, ndr)! Forse però non era neanche tanto nobile come motivo! Va bene, l’orgoglio a volte ci porta a fare cose che non vorresti fare.
Però non ho mai mancato di rispetto nei vostri confronti neanche quando voi mi fischiavate! E non era adesso il tempo di fare una cosa del genere!
E se osservate bene, non ho esultato quando ho segnato contro di voi qua a San Siro, neanche quando ho segnato il secondo gol ieri (anche la capriola è stata una capriola triste senza esultanza)!
Però ripeto scusatemi, vi prego, e mi dispiace tanto per come è andata!

Scuse accettate? No, ormai è troppo tardi: i poster in camera, le magliette da calcio, le foto autografate sono già nella pattumiera. Strappate, in mille pezzi. Ed è un peccato… Perché in un calcio ormai pieno di rancori, soldi ed interessi, questa poteva essere una storia a lieto fine.
“Doppietta di Hernanes alla Lazio ma il pubblico lo applaude”: non sarebbe stato un titolo più bello, più gratificante per tutti? Sì, se non ci fosse stata quella capriola. Maledetta capriola, perché in fondo solo di quello s’è trattato… Se l’obiettivo era “vendicarsi” di Lotito, si sarebbe potuto farlo in ben altro modo.
Invece no. Capriola. La più triste della sua vita.
Che senso ha tutto ciò? Che senso ha fare una capriola “triste e senza esultanza”? Che poi, siamo sicuri fosse veramente triste…?

Hernanes dopo il gol alla Lazio. Fonte: screen Youtube
Hernanes dopo il gol alla Lazio. Fonte: screen Youtube

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