“Ho visto cose che voi umani”… Failla, Totti e la Coppa Italia

La Coppa Italia che ieri ha visto fronteggiarsi Fiorentina e Roma in uno scontro di rara intensità, confronto nel quale c’è stata anche una mini-rissa nel finale di gara, ha fatto ardere gli animi di entrambe le compagini. La partita conta numerose ammonizioni e ben 3 espulsioni, nell’ordine: Taddei, Dodò e Cuadrado. Inevitabilmente la condotta dell’arbitro ha inciso sull’andamento dei novanta minuti, scelte arbitrali più o meno discutibili hanno portato alla degenerazione generale e, di conseguenza, sono saltati un po’ i nervi. La vicenda: uno scontro di gioco tra Cuadrado e Dodò. La scintilla che accende la miccia. I due vengono alle mani, in maniera ripetuta, si danno spintoni. Intorno a loro, si raggruppano giocatori di entrambe le squadre a cercare di sedare gli animi. Operazione non riuscita, la bagarre continua fino a quando Rizzoli decide di estrarre il cartellino rosso. Sanzione applicata ad entrambi i giocatori protagonisti del parapiglia. A questo punto, la Viola è in dieci, i giallorossi chiudono il match in nove (considerando la precedente espulsione di Taddei). I colpevoli abbandonano il terreno di gioco, nell’uscire qualche scaramuccia e spintone fanno da contorno, uno steward cade accidentalmente perché non visto dal terzino romanista, che al suo passaggio lo fa capitolare a terra.

Fonte: Roberto Vicario
Fonte: Roberto Vicario

Questi istanti che esulano dal calcio giocato sono stati raccontati, come tutti i novanta minuti di gioco, dai telecronisti Rai. In particolare, Fabrizio Failla, corrispondente a bordo campo, racconta così l’accaduto: “E’ un tutti contro tutti, attenzione, attenzione! Sta succedendo qualche cosa che è davvero vergognoso. Alberto, ti assicuro è davvero vergognoso! Dovrebbero dare l’esempio i calciatori, parliamo tanto di violenza sugli spalti… tante parole vengono espresse, forme e quant’altro e poi questo è uno spettacolo vergognoso! Mai visto in vita mia una cosa del genere, i calciatori che dal campo devono scendere negli spogliatoi, per evitare che si danno botte i due atleti”. Successivamente, Failla riprende il suo collega: “Non chiamare scintille quanto abbiamo visto, chiama le cose col loro nome, questa è violenza pura!”. Sullo sfondo i giocatori si apprestano a riguadagnare il centrocampo, per proseguire i tempi supplementari, prossimi allo scadere.
Ognuno vede le cose a modo proprio, sta di fatto che tale descrizione non sembra corrispondere a verità secondo l’opinione pubblica. I video su Youtube che riportano l’accaduto titolano: “La rissa tra Dodò e Cuadrado e il sensazionalismo di Failla”. Alcuni commenti: “Telecronaca Rai di ieri sera … imbarazzante”. Emerge un certo scetticismo da parte degli appassionati di calcio che hanno assistito alla baruffa. Di certo c’è che Failla non è nuovo a questi fraintendimenti, possiamo dire così.
Finale di Coppa Italia 2005: di fronte Inter e Roma. Alla fine di quella gara, Failla si avvicina a Totti per le consuete domande post-partita. Il capitano giallorosso, secondo quanto dice Failla, avrebbe evitato di rispondere dicendo: “Guarda, non so neanche se rimango il prossimo anno, quindi non vorrei dire nulla al microfono”. Tale affermazione viene girata da Failla, al collega Marco Civoli, che era in tribuna stampa. La notizia arriva rapidamente negli spogliatoi, le agenzie di stampa circolano, cogliendo di sorpresa l’entourage giallorosso e il calciatore stesso che, poco tempo prima, aveva prolungato il proprio rapporto con la società, firmando un contratto, per i successivi 5 anni. Questo episodio fa sì che Francesco Totti, persona schietta e senza riserve, definisca il buon Failla con l’epiteto di “ca**aro”. Accusa rincarata da Bruno Conti, all’epoca tecnico giallorosso. Espressione con cui, a Roma, viene definito colui che dice stupidaggini, cose lontane dal vero. Sentendosi toccato, il giornalista querela i due romanisti accusandoli di diffamazione. I giallorossi, sotto accusa, vengono assolti il 26 luglio 2007. Ecco le motivazioni, date dal Gip del tribunale di Roma Maurizio Caivano: “I due non hanno inteso offendere Failla e comunque tale espressione non deve considerarsi lesiva della sua reputazione”. “Ca**aro”. “E’ una espressione colorita romanesca con la quale si intende disapprovare l’operato di taluno che racconta ‘sciocchezze’, ‘stupidaggini’ e comunque riferisca notizie non corrispondenti al vero”.
Inoltre, secondo il Gip, non si può sostenere che la frase “riferita dal Totti sia quella indicata in querela e non quella riferita dal calciatore in quanto la versione sul punto tra i due è contestante e l’immagine del dialogo è stata ripresa dalle telecamere Rai senza audio”. Invece, per quanto riguarda Conti, che secondo Failla avrebbe espresso minacce dicendo: “Adesso ti faccio vedere io, quello che andrò a dire su di te, in conferenza stampa”; il Gip ritiene che la frase che avrebbe detto l’ex allenatore “sia stata idonea ad intimidire concretamente il Failla e che il Conti, non assumendo un atteggiamento intimidatorio, si è limitato esclusivamente a rappresentare al Failla che, nel corso della conferenza stampa, avrebbe disapprovato il comportamento da lui in precedenza tenuto, esternandolo ai suoi colleghi della Radio-televisione e della carta stampata. Tale intento è stato poi quello effettivamente realizzato dal Conti che in quella sede ha criticato l’operato del Failla nei termini in precedenza esposti”. Insomma, in definitiva, le accuse non sussistono. Failla ancora una volta messo in discussione, vede o sente cose estranee alla realtà. Passato e presente si intrecciano, il responso è sempre uguale: le versioni dei fatti non coincidono. Nei tribunali e negli stadi. Un giornalista che fa cronaca può incappare in questi inconvenienti, la domanda è: la credibilità di un professionista, che, con le sue parole, dipinge e descrive ogni avvenimento, in casi come questi quanto viene messa in discussione? Due episodi, non da poco, fanno vertere il pubblico verso un parere determinato.

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