Il Pagellone della Roma 2011/2012: la disfatta di Luis Enrique ed un progetto da rifare

Il settimo posto e i 56 punti in classifica (a pari merito con il Parma) non rendono onore ai sogni estivi di rinnovamento in casa Roma, che alla fine del peggior campionato da quindici anni a questa parte si vede estromessa da qualsiasi competizione europea, con una rosa fino all’ultimo scomposta e caotica, guidata da un allenatore voglioso di far bene ma incapace di esprimere le proprie idee sul campo.

Fonte immagine: Danilo Rossetti

SOCIETÀ: 6 – Sarebbe affrettato giudicare l’operato di Di Benedetto e soci in un solo anno di gestione stelle e strisce. Gran parte degli acquisti estivi hanno però deluso le aspettative di una tifoseria che, tutt’oggi, ripensando ai 15 milioni spesi per Osvaldo (nonostante la stagione più che positiva dell’italo-argentino) ancora storcono il naso.  Se si può spendere, almeno si spenda bene. Di certo, oltre la squadra, è soprattutto la società ad avere l’obbligo di riscattarsi con l’ormai imminente sessione di mercato.

SQUADRA: 5 – Poco compatta, disunita, a tratti esaltante ma in fondo fragile e inconcludente. Solo nel 2005, con ben cinque allenatori differenti, la Roma era riuscita a far di peggio, conquistando però – nonostante i 45 punti in classifica – l’ingresso in Coppa UEFA. L’undici di Luis Enrique, eliminato prima dall’Europa League, poi dalla Coppa Italia e, dulcis in fundo, dalla lotta per l’Europa che conta, fallisce ogni obiettivo stagionale,  segnando così in negativo un campionato sin da subito dilaniante e discontinuo.
 
PORTIERI:

Bogdan Lobont: 6 – Sostanzialmente tra i pali per le espulsioni di Stekelenburg,  il romeno – con le sue 8 presenze stagionali – si è ben difeso da papere ed errori madornali che lo hanno contraddistinto nel recente passato giallorosso.

Gianluca Curci: s.v. – La Roma sembra non rientrare nel suo destino. Le sole tre presenze stagionali fanno presagire un nuovo addio alla Capitale. Forse definitivo.

Maarten  Stekelenburg: 6.5 – Oltre le due espulsioni (con la Lazio prima, poi con la Juve) non gli sono imputabili grandi colpe. Chiude la stagione esente da grandi critiche per l’atteggiamento in campo. Più che sufficiente.
 
DIFENSORI:

Juan: 6 – Bloccato dai continui ed insopportabili infortuni, il brasiliano conferma anche quest’anno i suoi pregi e i suoi difetti. Atteggiamento impeccabile sul campo (gran derby per lui), ma le sole 16 presenze non ci consentono di giudicarlo oltre la sufficienza.

Gabriel Heinze: 6.5 – Profittando dell’assenza di Burdisso, l’argentino inaugura nel migliore dei modi la stagione, giocando costantemente ad alti livelli e aiutando un reparto nettamente in difficoltà. In calo a fine stagione. Lecito, data l’età. Più che sufficiente.

Nicolas Burdisso: s.v. – Ne gioca 10, poi è costretto a fermarsi.

Simon Kjaer: 4.5 – Sue le colpe su gran parte delle reti incassate dalla Roma quest’anno. Pessimo l’atteggiamento in campo, di rado riesce a distinguersi in positivo. Insufficiente.

José Angel: 4Mai all’altezza del ruolo. Delude l’ambiente, delude chi, con tanto (e inspiegabile) entusiasmo, l’aveva portato a Roma. Gravemente inadeguato e insufficiente.

Aleandro Rosi: 5.5 – Corre, copre (per quel che può) e rifila persino tre assist. Non delude, non entusiasma, ma la voglia di far bene non gli è mai mancata. Rasenta la sufficienza.

Marco Cassetti; Cicinho: s.v. – Il primo saluta Roma con dignità alla sua sesta stagione in giallorosso. Il secondo – “a riposo” ormai da più di due anni – non sembra voler salutare la Capitale nonostante le tre sole presenze in campionato.
 
CENTROCAMPISTI:

Daniele De Rossi: 6.5 – Forse, per il rinnovo contrattuale, la sua stagione più travagliata. In campo conferma il trend più che sufficiente della scorsa stagione, segnando però la metà delle reti. Resta una sicurezza.

Fernando Gago: 6 – All’altezza, sì, ma raramente incisivo. Pochi errori ma tanta precisione per l’ex Real Madrid, protagonista di un campionato sicuramente più che sufficiente.

Leandro Greco: 4.5 – Spesso impresentabile, sbaglia l’impensabile. Più gli errori che le note positive. In calo rispetto all’exploit della scorsa stagione. Insufficiente.

Miralem Pjanic: 6.5 – Nove gli assist e tre le reti (tra cui una perla su punizione) per l’ex Lione che, alla sua prima stagione in giallorosso, riesce a convincere nonostante i numerosi acciacchi. Più che sufficiente.

Fabio Simplicio: 5.5 – Dato per spacciato ad inizio stagione e considerato tra i fuori progetto, il brasiliano – grazie alle sue quattro reti stagionali – riesce comunque a dire la sua, ma non a lasciare il segno. Sfiora la sufficienza.

Marquinho: 6.5 – L’incognita di Gennaio divenuta, in poco tempo, una grande speranza per il futuro. Il venticinquenne ex Fluminense corre, imposta e segna con gran facilità. Inaspettatamente più che sufficiente.

Rodrigo Taddei: 5.5 – Ridisegnato terzino da Luis Enrique, sorprende inzialmente in positivo. Tanta corsa ma troppi errori per il numero 11 giallorosso. Non sufficiente.

Simone Perrotta; Valerio Verre, Federico Viviani: s.v – Poche le presenze, poche le note in positivo. L’ex campione del mondo fatica a riemergere nella gestione Enrique, i due giovani peccano d’inesperienza.
 
ATTACCANTI:

Erik Lamela: 6 – Stagione dagli alti e bassi per l’argentino che però, nonostante la giovane età, con i suoi 6 assist e 5 reti dimostra di possedere talento. Da confermare. Sufficiente.

Pablo Daniel Osvaldo: 7 -Fondamentale e decisivo, è solo un infortunio a togliergli continuità. 11 le reti totali, è il capocannoniere della Roma.

Francesco Totti: 6.5 – Gli manca il goal (8 reti totali: non segnava così poco dalla stagione 1999-2000), ma l’eccellente visione di gioco migliora di anno in anno. 10 assist per lui ma soprattutto 215 reti e 500 presenze in Serie A. Ancora più leader della squadra. Più che sufficiente.

Bojan Krkic: 6 – Anche per lui un continuo di alti e bassi. Ci si aspettava molto di più dall’ex blaugrana. 7 reti in campionato per lui e un futuro sempre più incerto tra Roma e Barcellona. Di poco sufficiente.

Fabio Borini: 7 – La sorpresa che non ti aspetti. L’ex Chelsea mette a segno 10 reti nella parte centrale della stagione (proprio in coincidenza dell’assenza di Osvaldo), convincendo l’intero ambiente giallorosso. Cala nella parte finale della stagione, ma il suo resta un gran campionato.
 
LUIS ENRIQUE: 5 – Subito fuori dall’Europa League, l’asturiano – a conti fatti mai nelle grazie della tifoseria – inaugura la stagione con una serie di scelte inspiegabili, facendo intuire sin da subito l’andatura del campionato. Fallisce ogni obiettivo e finisce per dimettersi con dignità. Insufficiente.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Su questo sito utilizziamo strumenti nostri o di terze parti che memorizzano piccoli file (cookie) sul tuo dispositivo. I cookie sono normalmente usati per permettere al sito di funzionare correttamente (cookie tecnici), per generare statistiche di uso/navigazione (cookie statistici) e per pubblicizzare opportunamente i nostri servizi/prodotti (cookie di profilazione). Possiamo usare direttamente i cookie tecnici, ma hai il diritto di scegliere se abilitare o meno i cookie statistici e di profilazione. Abilitando questi cookie, ci aiuti ad offrirti una esperienza migliore con noi. Cookie policy