Il Pagellone dell’Atalanta 2011/2012: 10 a Percassi, -6 a Doni

La stagione si è conclusa per l’Atalanta, che ha raggiunto con largo anticipo la salvezza matematica, ribaltando i pronostici di inizio campionato, che vedevano la squadra orobica già destinata alla retrocessione per i 6 punti di penalità. Ecco i voti di SoccerMagazine.it ai nerazzurri.

Fonte immagine: Sifu Renka, Flickr

PORTIERI

Andrea Consigli 8 – Uno dei portieri più sottovalutati dell’intero campionato, protagonista della sua migliore stagione dal suo esordio con la maglia della Dea. La permanenza in Serie A degli orobici è passata anche per i guantoni del numero 47 nerazzurro. A Bergamo è diventato uno dei calciatori più amati dai tifosi, che vedono in lui il capitano del futuro, anche se il suo nome è sul taccuino di molte big. Una sicurezza tra i pali. (35 presenze, 36 gol subiti)

Giorgio Frezzolini s.v. – L’ex numero 1 dell’Ascoli, schierato quattro volte nel corso della stagione, non è giudicabile per le poche manciate di minuti spesi sul terreno di gioco. (4 presenze, 7 gol subiti)

Ciro Polito s.v. – Per l’ex pescarese, invischiato nel calcioscommesse, una sola presenza senza reti subite. (1 presenza, 0 gol subiti)

 

DIFENSORI

Gianpaolo Bellini 7 – Mezzo voto in più per quello che riesce a dare al di fuori di ogni discorso tecnico. Terzino discreto, bandiera intramontabile. Condisce la sua positiva stagione con un euro-gol al San Paolo contro il Napoli. La Curva lo premia inserendolo nella coreografia di fine stagione al fianco di giocatori che hanno fatto la storia dell’Atalanta. «Le bandiere non sono gli ottimi giocatori, ma uomini d’esempio e ricchi di valori», recitava lo striscione a lui dedicato. E senza dubbio un terzino che tra giovanili e prima squadra veste da venti anni la stessa maglia lo è. (20 presenze, 1 gol)

Daniele Capelli 6,5 – Un brutto infortunio mette fine già nel girone d’andata alla sua stagione, nella quale aveva spesso dato molto entrando a partita in corso. Anche nel prossimo campionato potrebbe essere una pedina utile per Colantuono. (11 presenze, 0 gol)

Michele Ferri 6 – Viene impiegato poco, ma quando viene chiamato in causa non sfigura sulla corsia destra, dimostrando buone qualità difensive e discrete doti tecniche. (13 presenze, 0 gol)

Stefano Lucchini 6 – Ritorna nella sua città natale da calciatore e si muove bene in difesa, ma da un centrale con la sua esperienza, anche in campo internazionale, ci si aspetta sempre qualcosa in più. Nella seconda metà di stagione gli viene spesso e volentieri preferito Stendardo. (26 presenze, 0 gol subiti)

Thomas Manfredini 7 – Supera qualche infortunio di percorso e si conferma come titolare inamovibile al centro della difesa. Colpisce il suo dinamismo, si distingue per la sua abilità negli interventi aerei. (26 presenze, 1 gol)

Andrea Masiello 0 – Splendido girone di andata, ma il suo coinvolgimento dello scandalo scommesse vanifica tutto. Accusato di aver combinato otto partite quando vestiva la maglia del Bari, ammette tutto e finisce fuori squadra. Si giocherà la sua partita decisiva davanti a un giudice. (17 presenze, 1 gol)

Federico Peluso 7,5 – Titolare inamovibile sulla fascia sinistra, della quale diventa padrone, scalzando anche Bellini. Gestisce bene la fase difensiva, diventa un esterno di centrocampo aggiunto all’occorrenza. Completo e desiderato da tante squadre, Juve su tutte. (33 presenze, 1 gol)

Guglielmo Stendardo 7 – Il miglior innesto possibile a stagione in corso. Arriva a gennaio e si rivela l’ennesima azzeccata mossa di mercato di Pierpaolo Marino. Regala un salto di qualità in fase difensiva ai nerazzurri. (16 presenze, 0 gol)

Cristian Raimondi 5,5 – Alterna prestazioni di sostanza ad alcune giornate negative. Non convince completamente. (13 presenze, 0 gol)

 

CENTROCAMPISTI

Cristiano Doni -6 – La nota più stonata della sorprendente stagione dell’Atalanta. Tradisce la società e i compagni di squadra, ma soprattutto migliaia di tifosi che lo consideravano alla stregua di un idolo a Bergamo. Amato da un’intera città e un’intera tifoseria, si vende per qualche soldo in più. Esce il suo nome e la conseguenza, oltre alla sua squalifica, è una penalizzazione di 6 punti per la Dea. Non può fare altro che scusarsi e nascondersi, ma il danno ormai è fatto. Senza rispetto. (0 presenze, 0 gol)

Giacomo Bonaventura 6 – Non sfrutta la stagione per fare il decisivo salto di qualità. Inizio di stagione non convincente, si riprende nel girone di ritorno, entrando spesso a partita in corso. (29 presenze, 2 gol)

Matteo Brighi 5,5 – Troppi infortuni lo tengono lontano dal campo. Colleziona 11 presenze, ma anche dopo essersi ripreso non riesce a esprimersi al meglio. Rimandato. (11 presenze, 0 gol)

Carlos Carmona 6 – Stagione buona. Non parte spesso titolare, oscurato da Cigarini come interno, ma sfiora le 30 presenze e realizza anche una rete a Napoli. (28 presenze, 1 gol)

Alessandro Carrozza 6,5 – Colpisce la sua duttilità. Arriva a gennaio da interno di centrocampo, ma gioca indifferentemente sulle fasce. È il jolly dell’Atalanta, tanto che Colantuono decide di adoperarlo anche come seconda punta all’occorrenza. Tuttofare. (12 presenze, 0 gol)

Riccardo Cazzola 6 – Prende il posto di Padoin nella sessione invernale di mercato tra lo scetticismo generale. Ma lui zittisce tutti e si rivela utile alla causa, lavorando molto bene sulla linea mediana del campo. (12 presenze, 0 gol)

Luca Cigarini 8 – Il Professore (come lo chiamava Prandelli) è tornato. E si conferma uno dei migliori registi italiani. Detta i tempi e sforna assist a palate, entrando subito nel cuore dei sostenitori bergamaschi e ricevendo apprezzamenti da tutta Italia. Finisce inaspettatamente tra i pre-convocati per l’Europeo. Sarà molto difficile trattenerlo, dovrà essere intelligente Marino a sfruttare i suoi ottimi rapporti con la dirigenza del Napoli per strappare l’ex parmense agli azzurri, che ne detengono il cartellino. (32 presenze, 1 gol)

Adriano Ferreira Pinto s.v. – Reduce da un intervento al ginocchio, gioca poco e solo una volta parte titolare. Probabile la sua cessione. Destinazione Firenze? (7 presenze, 0 gol)

Nadir Minotti s.v. – Tre presenze, mai dal primo minuto. Ancora acerbo per la Serie A, potrebbe essere una buona idea girarlo in prestito a una squadra di B per fargli assaggiare il campo. (3 presenze, 0 gol)

Maximiliano Moralez 7 – Pronti, via, doppietta. Si è presentato così il Frasquito al calcio italiano, con due reti al Genoa. Poi il suo rendimento diventa altalenante, e per ritrovare il gol ci mette oltre un mese (altra doppietta al Parma), ma le sue indiscutibili qualità tecniche colpiscono in positivo società e tifosi. Nel girone di ritorno Colantuono ha l’idea: spostarlo a sinistra. Sulla corsia mancina l’ex Velez stupisce tutti e si trova molto più a suo agio che come seconda punta. Il suo apporto sarà utile anche nella prossima stagione. (34 presenze, 6 gol)

Massimo Mutarelli s.v. – Arriva da svincolato e gioca solo 13 minuti complessivi. (1 presenze, 0 gol)

Ezequiel Schelotto 7,5 – Dopo la stagione a Cesena, il Galgo torna a Bergamo, sfoggiando fin da subito il suo talento. I suoi cross velenosi mettono in difficoltà qualunque difensore, ma si rivela anche abile nei dribbling. La sua stagione è ad altissimo livello, tra i migliori dei nerazzurri. Morale: Prandelli lo convoca in Nazionale. (37 presenze, 2 gol)

Fabio Caserta s.v. – Entra nel recupero a Roma contro i giallorossi, poi la società aspetta gennaio per cederlo alla Juve Stabia. (1 presenze, 0 gol)

Leonardo Pettinari s.v. – Otto minuti contro il Cagliari, poi staziona a Bergamo e a metà stagione passa al Varese. (1 presenze, 0 gol)

Simone Padoin 7 – Dopo un girone d’andata positivo, senza reti ma comunque molto buono, la Juve lo vuole e passa a Torino dopo quattro stagioni e mezzo all’Atalanta. Esterno raro, di corsa e sostanza. (19 presenze, 0 gol)

 

ATTACCANTI

Germán Denis 7,5 – Incompiuto. Parte a razzo, si proietta come uno dei possibili vincitori della classifica marcatori, con 12 gol nel solo girone d’andata. Poi si blocca per due mesi, ma torna alla grande con una tripletta alla Roma. Diversi acciacchi lo fermano nel finale di stagione, ma se il Tanque sarà al 100% potrà guidare la squadra anche nel prossimo campionato. (33 presenze, 16 gol)

Manolo Gabbiadini 5,5 – 23 presenze, 15 entrando a partita in corso, ma un solo gol. Il suo talento è indubbio, ma non sboccia e non sembra in grado di agire da solo come prima punta. Potrebbe essere ceduto in estate. (23 presenze, 1 gol)

Guido Marilungo 6,5 – Mai impiegato fino a dicembre, poi Colantuono è obbligato a schierarlo con il Cesena e lui rifila una doppietta ai romagnoli, zittendo chi l’aveva classificato troppo presto come “bidone”. Si prende la sua rivincità e colleziona minuti preziosi nel girone di ritorno, con altre due reti. Un infortunio mette fine alla sua stagione. (18 presenze, 4 gol)

Simone Tiribocchi 6 – Parte solo cinque volte titolare e segna due reti. Sfida l’età anagrafica e si dimostra ancora utile in un reparto come quello offensivo dove l’Atalanta non ha molte alternative. (13 presenze, 2 gol)

 

SOCIETÀ E STAFF TECNICO

Antonio Percassi 10 – Ci ha creduto fino all’inizio. Si è preso carico della società appena retrocessa in Serie B tra lo scetticismo generale. Si è presentato arrivando in carrozza, ma poi ha dimostrato di voler fare sul serio investendo sul progetto Atalanta. Un vulcano di idee. Non è di certo nella categoria di presidenti che si limita a mettere i soldi. Pensa al presente e al futuro: migliora l’Atleti Azzurri d’Italia, ma pensa al nuovo stadio; investe con parsimonia, tornando a dare importanza al settore giovanile. Un bergamasco per l’Atalanta. Tifoso prima che imprenditore. Conquista tutti. Incredibile.

Pierpaolo Marino 9 – I meriti sono anche dietro la scrivania. L’ex dirigente del Napoli dello Scudetto si dimostra il migliore nel suo ruolo in Italia, portando in nerazzurro giocatori affermati come Cigarini e Stendardo e indovinando le scommesse argentine Denis, Schelotto e Moralez. Il suo nome viene avvicinato all’Inter, ma lui risponde che la sua casa è Bergamo. Unico.

Stefano Colantuono 8,5 – Assembla alla perfezione i nuovi arrivati nello spogliatoio. L’intesa con i giocatori c’è sul campo e fuori. Sembra quasi intimorito davanti a microfoni e telecamere, mentre esplode durante i 90 minuti di gioco, facendosi sentire in tutto lo stadio, senza però mai eccedere. Carica il gruppo e, dopo la promozione in Serie A dello scorso anno, raggiunge un altro importante traguardo, ottenendo la salvezza con tre giornate d’anticipo. Motivatore.

 

L’Atalanta, però, non è più completamente padrona del proprio destino, che passa soprattutto per i Tribunali della Giustizia Sportiva, dove a breve i nerazzurri potrebbero ricevere altri punti di penalità per la prossima stagione. I mille progetti del “vulcano” Percassi potrebbero essere mandati in fumo da una sola persona, i cui sbagli hanno generato e genereranno ripercussioni negative per la squadra bergamasca. Ma non c’è tempo per disperarsi, perché, come avvenuto in questa stagione, una probabile penalizzazione potrebbe trasformarsi in uno stimolo in più per ripetere l’impresa compiuta, con la salvezza raggiunta con addirittura tre turni d’anticipo. L’Atalanta ha dimostrato di meritare la permanenza in Serie A: l’ha dimostrato Bergamo, l’hanno dimostrato i giocatori, l’hanno dimostrato i tifosi, l’ha dimostrato la società, ma soprattutto l’ha dimostrato un intero ambiente calcistico che ha saputo superare le avversità e confermarsi come una delle realtà più importanti del massimo campionato.

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