Marotta: “Kean? Con i campioni è più semplice arrivare in alto”

Durante lo svolgimento dell’evento “Il Foglio a San Siro”, l’amministratore dell’Inter Beppe Marotta è intervenuto sul palco rispondendo a numerose domande riguardo allo futuro del nuovo stadio di Milano, al caso Icardi, all’utilizzo del VAR:

“Il calcio è un modello d’impresa che richiede figure molto specifiche, dirigenti che sappiano fare il mestiere di riferimento. Manca al momento capacità d’innovazione. Allenatori? Ne ho avuti tantissimi. Dopo i miei ormai 42 anni di militanza in un club sportivo, qualche tecnico l’ho anche esonerato. Negli ultimi anni la figura dell’allenatore si è evoluta. Inizialmente dirigeva gli allenamenti in giacca e cravatta, negli anni ’50 non esistevano neppure le panchine. Oggi un tecnico deve saper strutturare uno staff che molto spesso raggiunge i dieci elementi. La competenza è importante, non basta più essere bravi tatticamente e tecnicamente, ma è necessario anche possedere capacità gestionali. Io ono un tifoso del calcio. Abitando vicino allo stadio di Varese, che quand’ero bambino – anni ’60 – militava in Serie A, non potevo non innamorarmi di questo sport. Vorrei sempre che i calciatori fossero felici del momento che stanno vivendo, di giocare per la loro squadra.

Marotta - Fonte immagine: Filippo Lupo
Marotta – Fonte immagine: Filippo Lupo

Sul nuovo stadio:

“Bisogna garantire uno spettacolo, se questo è carente la gente preferisce stare a casa. La struttura deve avere delle qualità ed elementi per intrattenere, poi la posizione è relativa. Stessa cosa vale per i centri sportivi, in Italia abbastanza carenti. Sono favorevolissimo al fatto che i club debbano dotarsi di un impianto all’altezza. Le licenze nazionali dovrebbero essere ancora più restrittive rispetto a quelle attuali. Sarebbe bello che il tifoso si recasse allo stadio molto prima della partita per godersi un’esperienza più lunga e orizzontale. La Juventus, con metà dei tifosi di San Siro nelle grandi partite, riesce a pareggiare le revenue”.

Sulla questione Icardi:

“Due delle qualità che mi riconosco è proprio quella della diplomazia e della leadership che deriva dall’esperienza. Ho cercato di stemperare le tensioni nell’interesse di tutti. In una società ci sono dinamiche che restano private, ci sono poi decisioni che vanno prese con grande responsabilità. Non volevamo punire nessuno, ma solo fare una scelta forte per tutelare le parti in gioco. Uno dei nostri compiti è quello di gestire le risorse, i giocatori, l’allenatore, guardando al rispetto delle regole. Vale in generale e non per forza per il caso Icardi”.

Sull’uso del VAR:

“Non riesco più a godere di un gol, ma sono molto favorevole nonostante le ovvie imperfezioni”.

Sulle operazioni compiute nella sua carriera:

“Casiraghi, Vieri, Recoba. Ho sempre cercato di coniugare risultati e bilanci. I tifosi di questo aspetto non ne tengono mai conto. Tra una squadra vincente con problemi economici e una perdente ma con un bilancio virtuoso, sceglierebbero sempre la prima. E va detto che con la seconda opzione la società ti manda anche via. Cassano? Era un talento e lo è tuttora. Parliamo di qualcosa che non si può imparare da nessuna parte”.

Sull’Inter:

“Il mio futuro, quando ero a Torino, lo vedevo in modo molto diverso. Volevo chiudere la mia carriera in modo differente. Voglio mettere in campo tutta la mia esperienza per vincere, ma se in passato non si è riusciti a farlo vuol dire che non è facile. Negli ultimi anni questo club ha visto parecchi cambiamenti. Suning è forte, voglioso di arrivare in alto, pronto a gestire un patrimonio enorme come quello nerazzurro. Va bene i bilanci, ma bisognerà cercare anche di portare a casa trofei”.

Su Ronaldo:

“Non è vero che non lo volevo. Essendo ad della Juventus, non credevo di poter sostenere un investimento di tale portata. Ne parlammo con Agnelli che chiese di lasciargli tempo per pensarci, poi affermò di voler portare a termine quella trattativa, chiusa in realtà piuttosto agevolmente. CR7 è davvero un grande campione, tra le altre doti straordinarie, sa anche trascinarti a dare il massimo. Ho visto tanti campioni dare il 100%, ma mai nessuno riuscire a sfondare il tetto e raggiungere il 120%”.

Su Kean:

 “È un bell’esempio per capire che quando ci si allena con i campioni, diventa più semplice arrivare in alto”.

Su questo sito utilizziamo strumenti nostri o di terze parti che memorizzano piccoli file (cookie) sul tuo dispositivo. I cookie sono normalmente usati per permettere al sito di funzionare correttamente (cookie tecnici), per generare statistiche di uso/navigazione (cookie statistici) e per pubblicizzare opportunamente i nostri servizi/prodotti (cookie di profilazione). Possiamo usare direttamente i cookie tecnici, ma hai il diritto di scegliere se abilitare o meno i cookie statistici e di profilazione. Abilitando questi cookie, ci aiuti ad offrirti una esperienza migliore con noi. Cookie policy