Milan, di chi sono le colpe?

Con il pareggio di ieri sera il Milan ha di fatto chiuso la quinta giornata di campionato con il record negativo di punti conquistato durante la gestione Allegri (dal 2010 ad oggi).

Fonte: shevy
Fonte: shevy

Eguagliato, infatti, il punteggio di due stagioni fa, quando il Milan iniziò il Campionato con 5 punti nelle prime 5 gare, in un campionato che chiuderà poi al secondo posto dietro la Juventus, con l’episodio chiave nel big match di Torino quando non viene dato un’evidente gol a Muntari (Buffon tira fuori dalla porta la palla entrata da oltre un metro), nonostante un grande Zlatan Ibrahimovic. La miglior partenza della gestione Allegri è stata al primo anno con 8 punti in 5 giornate, quello che porterà poi allo Scudetto finale con le grandi prestazioni dei neo arrivati Ibra e Robinho, i gol di Pato, ma soprattutto le sorprese Nocerino e Kevin Prince Boateng. Sono state le due stagioni migliori di Allegri, quelle in cui a comandare la difesa c’era un certo Thiago Silva e con Allegri che si permette addirittura il lusso di avallare la partenza a scadenza di contratto di Pirlo nella stagione dello Scudetto (decisione che forse ancora oggi rimpiange, visto che ha rafforzato una diretta concorrente e che il centrocampo rossonero non gode più delle geometrie che offriva il bresciano). Dalla scorsa stagione, poi, l’austerity finanziaria per risanare il bilancio ordinata da Galliani, le partenze di Thiago Silva ed Ibra verso il Psg, l’addio dei numerosi veterani, da Seedorf ad Inzaghi, Zambrotta, Gattuso, Van Bommel: arrivano De Jong e Zapata, ma è l’esplosione di Stephan El Shaarawy nella prima metà del campionato, poi l’acquisto di Balotelli per rimpiazzare Pato tornato in Brasile, oltre ad una serie di favori arbitrali nelle ultime giornata a garantire al Milan l’accesso ai preliminari di Champions (i rossoneri avevano chiuso le prime cinque giornate con sei punti e tante critiche per un gioco tutt’altro che bello). Quest’anno i rossoneri hanno iniziato bene la stagione, con il passaggio del preliminare di Champions contro il Psv (pareggio in Olanda e netta vittoria a S.Siro), ma in Campionato solita partenza a rallentatore con una sconfitta a Verona, contro la neopromossa Hellas, incapace di gestire il gol di vantaggio portato dal neo-acquisto Poli; pronto riscatto nella seconda sfida, quella contro il Cagliari, vinta per 3-1 ma senza brillare sul piano del gioco. Così Galliani, nelle ultime ore di mercato, regala il solito colpo, prima con Matri dalla Juve dopo aver ceduto Boateng allo Schalke poi, praticamente a costo zero, riporta a Milano dal Real Madrid Ricardo Kakà, che debutta subito dopo la sosta con il Torino, non brillando ed infortunandosi, con il Milan che va sotto 2-0 ma nei minuti finali è bravo e determinato ad agguantare il pareggio. Quattro punti in tre partite, ma il gioco latita, così si pensa che nella quarta, il big match casalingo con il Napoli, si abbia vita dura, e le sensazioni sembrano confermate dal gol dopo pochi minuti di Britos. Ma i rossoneri reagiscono, dominano la partita, subiscono il secondo gol, sbagliano un rigore con Balotelli, che ne meriterebbe un altro, segna, colpisce una traversa, trova Reina in serata di grazia e nel finale accorcia le distanze. Poi, la partita di ieri sera: ancora subito in vantaggio con Poli a Bologna, su un rigore netto non concesso a Robinho, la solita distrazione della difesa  ooncede il pareggio ai felsinei che poi dilagano fino al 3-1: nel finale un bel Milan tira fuori l’orgoglio come a Torino ed arriva al pareggio con un ottimo Robinho e Abate, colpendo una traversa con Mexes ma rischiando nel finale con la traversa di Diamanti. Inizia il bel gioco per i rossoneri, ma tanti sono i problemi da risolvere per Massimiliano Allegri ed il suo staff: in primis gli infortunati, con Saponara ancora mai visto tra i convocati, Silvestre arrivato in prestito dall’Inter ma infortunatosi quasi subito, Pazzini fuori fino a metà Ottobre, Montolivo e Kakà alle prese con infortuni muscolari ma vicini al rientro, De Sciglio alle prese anche lui con un infortunio, poi c’è Bonera che resterà fuori ancora per qualche mese, ed El Shaarawy, che dovrebbe rientrare a breve, mentre dall’infermeria sono appena tornati Abate, Poli e Niang. Altro problema per il gol toscano i troppi gol presi dalla difesa, soprattutto su palla inattiva: ieri, ad esempio, su tre gol due sono venuti da palle aeree, in tutta la stagione sono già 10 i gol presi dai rossoneri (2 di media a partita). A centrocampo manca un degno sostituto di Montolivo, in grado di creare gioco, con Poli e De Jong, al momento tra i più in forma, ad agire ai suoi fianchi. Aspettando Kakà, si sta disimpegnando bene Birsa, mentre in attacco Matri è ancora a secco e ieri sera si è divorato almeno tre palle gol. Capitolo a parte meritano i torti arbitrali: veri i “favoritismi” nei confronti dei rossoneri nello scorso finale di Campionato (anche se le famose compensazioni, ad esempio, portarono ad un pareggio discusso proprio nello scontro diretto con i viola, con l’espulsione ingiusta di Tomovic compensata da due rigori discutibili concessi alla Fiorentina e due netti negati ai rossoneri), quest’anno la banda Allegri avrebbe qualche punto in più se gli arbitri avessero preso decisioni giuste: nella prima giornata, a Verona, sul 2-1 per i padroni di casa, nei secondi finali viene negato un netto rigore a Balotelli trattenuto da un difensore scaligero. Vero che i rigori vanno segnati, ma si sarebbe trattato di un punto in più; nella quarta giornata con il Napoli sull’1-0 per i partenopei non viene concesso penalty per placcaggio di Zuniga su Poli davanti al giudice di linea, mancata espulsione di Britos per fallo da dietro su Balotelli, sul 2-0 negato un rigore a Balotelli per fallo sempre di Britos e, nel finale, sul 2-1, Behrami atterra volontariamente Balotelli, mancato secondo giallo per lo svizzero con l’attaccante rossonero che protesta veemente contro l’arbitro venendo espulso e squalificato per 3 giornate (saltando così Bologna, Sampdoria e Juventus); ieri sera, sull’1-0 per i rossoneri, Cristaldo su uno schema da punizione, placca Robinho, l’arbitro non concede rigore e nell’azione successiva il Bologna pareggia, mentre ad inizio ripresa Pazienza, già ammonito, entra da dietro sulla caviglia di Robinho, meritando il secondo giallo non estratto dall’arbitro Tagliavento (vero che gli episodi cambiano le partite ma magari non i risultati, ma forse 5 punti in più a quest’ora senza sviste arbitrali il Milan li aveva). Capitolo a parte merita l’episodio di Torino: sul 2-1 e con un loro giocatore a terra per infortunio, l’azione successiva Ventura chiama un cambio, si è nella fase di recupero della partita: il Milan, però, essendo sotto, batte subito la rimessa laterale non dando tempo all’arbitro di concedere il cambio, e da quell’azione nasce il rigore, netto, con il quale Balotelli pareggerà. I tifosi stanno mostrando il loro solito appoggio, ma giustamente si chiedono di chi siano le responsabilità di questi cattivi risultati: mancanza di gioco e debolezza difensiva, soprattutto sulle palle aeree, mancata disciplina di Balotelli (colpa di Allegri), lontananza della società che guarda solo al bilancio ma non alla competitività (Galliani-Berlusconi) o arbitri (persi cinque punti nelle prime cinque giornate causa loro)?

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