Milan, Inzaghi: “Il passaggio dalla Juve al Milan fu la scelta azzeccata, voglio rimanere qui a vita”. E su Allegri…

La prossima puntata de “La Tribù del Calcio” vedrà ospite Filippo Inzaghi, bandiera rossonera ed attuale allenatore della Primavera milanista. Sono state rilasciate alcune anticipazioni in merito alla sua intervista, riportate qui di seguito:

Fonte: flickr.com. Autore: jaymedad
Fonte: flickr.com. Autore: jaymedad

Venni al Milan per il pressante corteggiamento di Galliani e Berlusconi. Ricordo che un giorno mi chiamò al telefono Umberto Agnelli e mi disse che non aveva mai conosciuto un giocatore che voleva andare via dalla Juve. Avevo 28 anni, la voglia di mettermi in discussione non mi mancava e poi c’era San Siro, uno stadio veramente speciale. Mi sentii di farlo e mai scelta fu più azzeccata, tant’è che vorrei restare al Milan per tutta la carriera. E se non sarà possibile me ne farò una ragione. Ai tempi eravamo un gruppo di assatanati. Vincevamo la Champions? Subito ci dicevamo che dovevamo vincere la Supercoppa. Vincevamo la Supercoppa? Subito il pensiero andava all’Intercontinentale. Magari non riuscivamo a goderci i trionfi: ma adesso che alleno i ragazzi, quel che cerco di trasmettere loro è quella fame di vittorie che avevamo noi, quell’ambizione infinita. Ma che non fa rima con presunzione”.

 

Ricorda con piacere le vittorie, soprattutto tre legate ad un ‘record’ particolare: “Col Milan ho vinto due Champions e tutti associano il mio nome soprattutto alla seconda, quella di Atene 2007, per la doppietta firmata in finale con il Liverpool. Io, in realtà, sento più mia la Champions 2003, quella che vincemmo ai rigori contro la Juventus. Feci qualcosa come 12 o 13 gol, cominciai nel preliminare contro lo Slovan e non mi fermai più. Nel 2007, invece, fu tutto più difficile: prima la lunga inattività dopo l’operazione alla caviglia, poi il ritorno sui campi, naturalmente non al meglio. Tant’è che alla vigilia della finale di Atene Ancelotti era incerto se far giocare me o Gilardino. Giocai e segnai 2 gol, poi ne segnai uno al Siviglia nella finale di Supercoppa e 2 al Boca Juniors nella finale Intercontinentale. Cinque gol in tre finali, le tre finali più importanti, tutte vinte: non c’è riuscito nessuno, nemmeno Messi o Cristiano Ronaldo. E’ un record che mi tengo stretto”.

 

Infine, un piccolo rimpianto, legato ad Ibrahimovic ed una stoccata per il suo ex allenatore Allegri: “Ho il rimpianto di non aver giocato di più a fianco di Ibrahimovic nel mio ultimo periodo al Milan. Tra di noi c’era un feeling incredibile, lui aveva gioia quando io segnavo: credo fossimo fatti per giocare assieme e fare coppia in attacco. In realtà non fu possibile: sapete tutti com’è andata (Inzaghi si riferisce all’ostracismo di Allegri nei suoi confronti, n.d.r.). Ma certo fu un peccato. Avessi potuto fare coppia stabile con Ibra forse adesso starei ancora giocando. Ma va bene lo stesso”.

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