Napoli, Callejon: “Felice di essere qui. Marek mi ha sorpreso”

Arrivato a fari spenti, ha saputo conquistarsi le luci della ribalta a suon di gol e prestazioni. Parliamo di Josè Maria Callejòn.

Fonte immagine: Danilo Rossetti (www.foto-calcio-napoli.it)
Fonte immagine: Danilo Rossetti (www.foto-calcio-napoli.it)

Stando ai numeri, è lui il giocatore del Napoli più incisivo fino a questo momento, anche più del maggiormente reclamizzato Higuain. Intanto, lui ha espresso le sue sensazioni, in merito a questo primo scorcio di permanenza in maglia azzurra, nel corso di un intervista concessa alla rivista spagnola Futbolista: “All’inizio non è stato facile lasciare il Real, è la squadra della mia vita ed uno dei miei desideri era quello di trionfare lì, ma ho preso questa decisione perché volevo giocare di più ed essere protagonista. Sapevo che con il Napoli avrei potuto farlo. Benitez mi ha voluto fortemente e questo per me è stato importante. Al momento di firmare con il Napoli ero speranzoso e fiducioso. Per i tifosi il Napoli è come una religione, lo si nota giorno dopo giorno quando per strada ti chiedono di vincere tutto. I tifosi azzurri sono molto caldi e passionali e questo ad un calciatore non può che far piacere. Io, i miei compagni ed il mister restiamo con i piedi per terra nonostante l’ottima partenza, perché dobbiamo fare un passo alla volta, ci sono ancora tante partite da giocare prima di poter pensare in grande. Il rapporto con Pepe Reina, Raul Albiol e Gonzalo Higuain ha favorito il mio inserimento, certo, anche perché stiamo diventando molto importanti all’interno dell’economia di squadra. Il fatto di essere partiti bene e di poter ritrovare calciatori che già si conoscevano ci fa rendere meglio e siamo felici di come stiano andando le cose. Il gol con il Bologna è stato importantissimo per me: l’ultimo arrivato che segna alla prima giornata di campionato. Una cosa del genere a livello caratteriale ti trasmette una carica enorme. Sicuramente l’arrivo di calciatori di una certa esperienza è molto importante. La fame di vittorie che abbiamo cerchiamo di trasmetterla agli altri. Siamo abituati a questo e per una squadra che vuole vincere è soltanto uno stimolo in più. Non credo che sarà decisivo quello che accadrà in questo periodo. Fare punti, ovviamente, aiuterebbe, ma non dobbiamo dimenticare che davanti a noi ci sono rivali agguerrite e che devono ancora affrontarsi tra loro. Il campionato è lungo, i risultati di queste settimane non saranno determinanti per la classifica. La Serie A è un campionato molto competitivo, è una lega di alto livello, con calciatori che faranno sì che le proprie squadre restino in alto. Noi vogliamo esserci, ma sappiamo che non sarà facile. Credo che nella Liga ci siano più pressioni su squadra e calciatori, un pari o una sconfitta sono pericolosi sapendo che la propria rivale vincerà sicuramente. Qui invece tante squadre sono competitive ed il livello è più equilibrato, non è un campionato ristretto a sole due squadre. Penso che per giudicare il campionato italiano bisogna solo giocarci. Si parla di crisi e di un livello più basso, ma per me è stata una scelta giusta perché ci sono tante squadre in lotta che contribuiscono ad aumentare la competizione. La nostra idea è quella di tener palla, ma bisogna anche sapersi adattare. Essere concreti oppure no dipende dalla partita. Magari un giorno manteniamo più palla e perdiamo o magari una partita in cui giochiamo di contropiede riusciamo a vincere. Dipende tutto dalla partita e dallo stato di forma delle due squadre. Qui mi sento importante e valorizzato e questo è il desiderio di qualsiasi calciatore al mondo. La fiducia che sento la trasferisco sul campo e a quel punto il livello migliora e si cresce. Questo è ciò che volevo. Marek Hamsik è quello che mi ha sorpreso di più. Lo conoscevo perché sono già diversi anni che gioca qui (infatti è capitano a soli 26 anni). Mi ha sorpreso la sua capacità di essere leader, è ambizioso e sa trascinare il gruppo. La sua mentalità fa sì che dia tutto per la squadra, poi con la palla è molto bravo e forse giocare con lui è un lusso. Già l’anno scorso seguivo il Napoli, dal momento che, arrivando secondo in Serie A, la sua stagione non passò inosservata. Ho visto tanti speciali sul campionato italiano e mi sono sempre soffermato sugli azzurri. Sicuramente Mourinho e Benitez sono tra i migliori allenatori al mondo, i loro curriculum parlano da soli. Riescono a trasmettere tanto: Mourinho è un grandissimo motivatore, Benitez invece è un esperto sotto il livello tattico e si concentra molto su questo”.

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