Napoli: dalla C di “C” alla C di “Champions”

Fonte immagine: Danilo Rossetti

Era l’estate del 2004 quando Aurelio De Laurentiis acquistò il titolo sportivo della S.S.C. Napoli dal tribunale fallimentare di Napoli ed iscrisse la squadra, con la denominazione ‘Napoli Soccer’, al campionato di serie C1. Il produttore cinematografico era estraneo al mondo del calcio, quindi parte con il botto, assegnando la gestione a Pierpaolo Marino, al quale è affidato l’ arduo compito di mettere insieme una rosa competitiva in poco tempo, squadra che venne affidata a Giampiero Ventura.

 

Roberto Carlos Sosa è il primo acquisto del nuovo Napoli, la società  partenopea non ha dove allenarsi, non ha palloni, non ha niente, è il fedele massaggiatore Carmando a racimolare qualche pallone e qualche maglia per far allenare la nuova squadra. La nuova avventura parte, Stadio San Paolo, partita si serie C, sono 40.000 gli spettatori.  Tuttavia la squadra allestita non da garanzie, così nel mercato di gennaio e con l’ esonero di Ventura, sostituito da Eddy Reja, il DG Marino mette a segno colpi importantissimi: Calaiò, Pià, Fontana ed altri. La squadra ne risente in bene e riesce a raggiungere i play off, nonostante il grande sforzo, gli azzurri perderanno la finale contro l’Avellino, rimanendo in serie C. L’anno successivo grazie ad un’altra campagna acquisti, con giocatori di livello superiore a quello della C, tra questi: Iezzo, Maldonado, Bogliacino; riesce ben presto a raggiungere la promozione in serie B. Una volta promossi, il presidente, riesce ad acquisire la vecchia denominazione di Società  Sportiva Calcio Napoli. Il campionato da affrontare non è semplice, è una serie B anomala, è quella post calciopoli, in cui c’è la Juventus ed il Genoa, una stagione che sembra tutta in salita. L’ ottima campagna acquisti, con i vari Bucchi, De Zerbi, Paolo Cannavaro, Domizzi. Mentre la Juventus fa un campionato a se, gli azzurri iniziano la cavalcata verso la serie A, raggiungendola il 10 giugno 2007, in una giornata indimenticabile a Marassi, dove Genoa e Napoli festeggiano insieme la promozione nella massima serie.

Al ritorno in serie A, molti si aspettavano un mercato ricco di giocatori d’ esperienza, ma il progetto di De Laurentiis è di prendere giovani e farli crescere. Così grazie alle intuizioni di Pier Paolo Marino, arrivano sotto il Vesuvio tre giocatori sconosciuti a molti: l’argentino Lavezzi, l’uruguaiano Gargano e lo slovacco Hamsik. A completare la squadra: Contini, Blasi e Zalayeta. C’è già chi parla di una stagione di sofferenza, c’è chi definisce un “pacco” l’argentino Lavezzi. E’ la seconda giornata di Serie A, Udinese – Napoli, gli azzurri vincono per 5 a 0, a salire in cattedra è il Pocho Lavezzi, che fa ammattire i difensori friulani e di lì a poco quelli di tutta la serie A. Nella giornata successiva a prendere le luci della ribalta è Marek Hamsik, che con uno splendido goal contro la Sampdoria fa vedere a tutti di che pasta è fatto, mentre Gargano diventa il motorino del centrocampo, a gennaio arrivano anche Mannini e Santacroce. Una stagione piena di soddisfazioni che il Napoli chiude all’ottavo posto, conquistando l’accesso alla coppa Intertoto. In estate arrivano, tra gli altri, l’esterno della Sampdoria Maggio e l’argentino Denis. Il Napoli supera facilmente l’Intertoto e accede ai preliminari di Europa League, dopo solo 4 anni il Napoli è in Europa, ma viene eliminato dal Benfica. La partenza in campionato è incoraggiante, ma il girone di ritorno è totalmente anonimo, a pagarne le conseguenze è il tecnico Reja, al suo posto arriva l’ex CT della Nazionale Roberto Donadoni.

La stagione seguente, è caratterizzata da un massiccio mercato estivo, circa 50 milioni di euro investiti da De Laurentiis, arrivano: Cigarini, Zuniga, Campagnaro, De Sanctis, il napoletano Quagliarella e l’oggetto misterioso Hoffer. Linizio di campionato è deludente, il Napoli si trova nelle zone bassissime della classifica, così il presidente decide di fare una rivoluzione: via Marino e Donadoni. Per la panchina è scelto Walter Mazzarri, mentre il ruolo di direttore sportivo è affidato al giovane Riccardo Bigon, in seguito, è designato anche il nuovo direttore generale: Fassone. La nuova struttura societaria e tecnica giovano alla squadra, soprattutto è il tecnico a plasmare la squadra a sua immagine e somiglianza e rivitalizzando giocatori che non avevano mai fatto bene a Napoli. Con una serie di vittorie allo scadere, il Napoli raggiunge il sesto posto e la qualificazione ai preliminari di Europa League.

La stagione attuale la conosciamo tutti. L’arrivo di Cavani in luogo di Quagliarella ha dato quel salto in più alla squadra, il Napoli ha trovato il suo Bomber. Per lunghi tratti vicino al sogno scudetto, la stagione degli uomini di Mazzarri è stata per tutti i napoletani un vero e proprio sogno ad occhi aperti. E ieri contro l’Inter c’è stato il miglior finale che si poteva scrivere: Il Napoli raggiunge dopo 21 anni l’Europa che conta, la Champions League senza passare per i preliminari. Sembra una storia inventata questa che abbiamo scritto, che nemmeno il tifoso più ottimista avrebbe pensato, invece, è tutta realtà . Napoli: dalla C di “Serie C” alla C di “Champions League”.

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