Napoli, Higuain: “Pronto per la Roma”

Gonzalo Higuain, il Pipita, ha rilasciato stamane un intervista esclusiva al Corriere dello Sport, ricca di spunti e riflessioni.

Fonte immagine: Pochos, Wikipedia
Fonte immagine: Pochos, Wikipedia

L’attaccante vuole esserci all’Olimpico, per sfidare Totti&co. Il programma di recupero procede regolare. Le sue parole scaldano il cuore dei napoletani: “Posso dire che sto bene, anzi, diciamo meglio. Il lavoro prosegue, vado avanti con la tabella personalizzata per le prossime due giornate, Poi lunedì verificheremo. In fondo manca ancora una settimana. Sarebbe giusto che ci sia anche Totti in questa partita perché il calcio e certe sfide speciali hanno bisogno di talenti del genere. E’ un calciatore straordinario, che sta deliziando. Meglio giocarla con lui, ne trarrebbe giovamento lo spettacolo. Comunque è prestissimo persino per parlarne. Per quanto ci riguarda, cominceremo a pensare a questa sfida fra settantadue ore. Però è indiscutibile che sarà una gara importante, capace di lanciare ulteriori segnali, ma nulla di più, niente di definitivo. La stagione è lunghissima, ci sarà modo per doversi eventualmente ricredere, comunque vada. L’Olimpico è uno stadio che mi evoca ricordi recenti: il gol con la Nazionale Argentina, nell’amichevole con l’Italia. Forse anche bello, però questo è giusto che lo diciate voi. In un clima particolare, una sfida in onore del Papa. E in uno stadio meraviglioso, che è storia del calcio, dove è bello giocare. Non so esprimere valori certi sul campionato, non lo ha detto neanche questo primo scorcio e penso sia complicato possa accadere nel giro di qualche gara. Bisognerà almeno aspettare la fine del girone d’andata per intuire le vere forze e potrebbe persino non bastare. Ma comunque in genere non sono abituato ad interessarmi degli altri, penso alla mia squadra, a migliorarci, a crescere attraverso gli allenamenti. Non ho la tendenza a farmi gli affari degli altri, però è indiscutibile che ai campioni d’Italia non manchino i fuoriclasse. Noi siamo un gruppo forte, competitivo a qualsiasi livello, con una base solida costruita negli anni, reduce da qualificazioni in Europa League e in Champions, con una coppa Italia vinta. Io dico che siamo forti, molto forti. Che avvertiamo le giuste motivazioni. Sono venuto qui perché il progetto mi piaceva e non voglio assolutamente che De Laurentiis e Benitez abbiano pentimenti per aver puntato su di me. Sono arrivato per vincere e penso si possa lottare per riuscirci: siamo in condizione di lottare alla pari, di sognare lo Scudetto, di tenere testa a chiunque in Champions. Sono felice di aver scelto Napoli e di essere stato scelto dal Napoli: De Laurentiis mi ha convinto parlandomi delle ambizioni. Mourinho disse di me che potevo allenarmi anche in pigiama. E’ vero. Voleva sottolineare la mia normalità, forse la mia umiltà. Fu un bel messaggio, che colsi con soddisfazione. Io sono fatto così. Cavani ha avuto una media straordinaria finché è stato qui. Per lui parlano i numeri, se segni tanto non puoi che appartenere ai grandi. A Maradona sarò grato per sempre. Ora capita di sentirsi saltuariamente, ma lui ha sempre belle parole per me. Leggo dei messaggi che mi invia attraverso i social network, nelle dichiarazioni. Dire ciò che è stato Diego per l’Argentina e per Napoli è scontato, so cosa ha rappresentato per me e non posso che sottolinearlo ancora. Napoli è come Buenos Aires, lo disse anche Lavezzi. I colori, i profumi, il caos del traffico, con le macchine e gli scooter che s’infilano ovunque. Io mi sono trovato subito molto bene, non ho incontrato alcuna difficoltà ad ambientarmi. Sono abituato a questi ritmi. Non mi sembra di scorgere alcuna differenza e devo dire che è bello così. Ne avevo parlato con il pocho e anche con Campagnaro: mi avevano spiegato o forse pensavano di averlo fatto, perché poi Napoli è stata capace di sorprendermi, di andare oltre il racconto ascoltato dai miei due amici. Ma tutto sommato io qui ci sono arrivato preparato, perché questa squadra l’ho seguita da bambino: c’era passato Diego, non potevo non essere interessato al suo destino. E quando ero piccino, mi informavo, vedevo per quel che si poteva all’epoca. Ho continuato a farlo negli anni. Certo, non potevo pensare che un giorno sarebbe toccato a me. E ora che ci sono, immaginare di poter vincere dove c’è riuscito soltanto lui trasmette una carica particolare”.

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