PresaDiretta: Iacona racconta i mali del nostro calcio

“A volte può bastare una trattenuta in area, su calcio d’angolo, e fai un rigore. Basta essere 2 metri avanti, rispetto al compagno di reparto, così l’attaccante può entrare in quello spazio. Basta essere 2 metri indietro e non fai scattare il fuorigioco. Di metodi ce ne sono tanti per truccare una partita”. Queste le parole di Vittorio Micolucci, giocatore dell’Ascoli reo confesso nello scandalo Last Bet, che spiegano in maniera definitiva come poter “indirizzare” una partita a favore di alcuni o a scapito di altri. Insomma, il Calcioscommesse ormai è un fenomeno conclamato. Tutti in Italia scommettono, puntano, giocano pesante, su qualsiasi cosa. Partite, risultati finali, marcature tra il primo e il secondo tempo, over, under e quant’altro. Cosa succede quando alla febbre del gioco si aggiunge la malavita? Sì, perché tutti possono giocare e scommettere, quando a farlo però sono gli stessi giocatori delle squadre, in gioco entrano altri interessi. La rete si allarga e intorno a determinati giocatori e a determinate squadre si creano situazioni, azioni, affinchè la sorte dello scommettitore venga aiutata in maniera più concreta. Vengono alterate le partite, così i soldi entrano, alcuni ci guadagnano e lo sport passa in secondo piano.

Niccolò Caranti, Wikipedia.
Niccolò Caranti, Wikipedia.

PresaDiretta, trasmissione di Riccardo Iacona che si occupa di inchieste giornalistiche, ha deciso di fare chiarezza. Nella puntata di ieri, intitolata “Ladri di calcio”, prova ad analizzare la realtà del Calcioscommesse, da dove parte, come vengono alterate le partite, modalità di pagamento o riscossione quote, e soprattutto, è una realtà relativa solo alla nostra penisola? Un no secco determina l’esito.
Ci sono le prove, nei servizi realizzati da Francesco Ruffo e il resto dell’equipe, che più di 800 partite del campionato 2010-2011, tra Serie A e Serie B, sono sospette. 15 sono le squadre coinvolte nella Lega Pro, la vecchia Serie C, 10 le squadre di A messe sotto inchiesta, 9 di Serie B. Il tutto, per un totale di 61 giocatori coinvolti. Lo scandalo del Calcioscommesse è di portata più ampia, dai Balcani, in Indonesia, a Singapore, dove risiede Tan Seet Eng considerato il vertice del Calcioscommesse. Uno degli uomini più ricercati e più ricchi del mondo.
In Italia è stato possibile dare il via alle intercettazioni, che per frode sportiva non sono contemplate, grazie ad un fatto che esula dall’ambito calcistico: Marco Paoloni, portiere della Cremonese, mescola un sedativo nelle borracce di 5 compagni di squadra. Siamo a fine 2010, Lega Pro, la Cremonese sconfigge la Paganese. Al termine della partita 5 giocatori si sentono male, il direttore sportivo della squadra denuncia il fatto. La vicenda emerge, Paoloni è incastrato. Ha falsato partite, avvelenato colleghi, preso gol positamente, per via delle scommesse. Il portiere caduto nel vortice del gioco, a causa del suo calo di rendimento, era in contatto con un intermediario, tale Massimo Rodiani. Il portiere doveva parecchi soldi al signor Rodiani, per via delle scommesse e così intendeva manomettere anche le partite della sua squadra. Lo scandalo scommesse è portato alla luce, grazie ad un attestato avvelenamento. L’insospettabile ora è alla luce. La tesi delle partite corrotte è confermata ulteriormente, nel momento in cui il giocatore dell’Ascoli citato in apertura, Vittorio Micolucci, si confessa pubblicamente e dice che compromettere le partite, a certi livelli, è una cosa normale. L’uomo arriva ad insinuare che in ogni squadra potrebbe esserci un giocatore corrotto. L’ammissione spontanea del giocatore ha aperto una voragine: ora quest’ultimo è conosciuto in ambiente calcistico come l’infame, è andato a toccare un nervo scoperto. Inoltre ha sottolineato l’importanza nel sistema di personalità come Almir Gegic, il serbo, messo sotto inchiesta dagli investigatori, era uno degli Zingari e aveva il compito di corrompere i giocatori nelle partite truccate. “Se parla lui, ne vedremo delle belle”. Parole chiare che suonano come macigni contro una crediblità, sempre più labile.
Alla redazione di PresaDiretta, ieri, ha rilasciato dichiarazioni anche il sign. Francesco Baranca, capo della SKS365, la società di scommesse internazionali di Vienna, che ha segnalato alla magistratura italiana le partite corrotte, da cui è partita l’inchiesta. Baranca ha spiegato che i sospetti vengono alimentati non poco, nel momento in cui gli investimenti di denaro su una partita sono dieci volte superiori alla media, a pochi minuti dall’inizio. Vengono citate Lazio-Genoa 4-2 – anno 2010-2011 – dove il primo tempo terminò sull’1-1 e, di quest’anno, il pareggio sospetto di 1-1 di Chievo-Siena. In Inghilterra, con un numero maggiore di eventi sportivi non si sono mai verificati movimenti di denaro così sospetti.

Fonte: ago76 - opera propria (wikipedia.org)
Fonte: ago76 – opera propria (wikipedia.org)

E’ stato intervistato persino Cristiano Doni – torna parlare all’Italia dopo l’arresto del 31 maggio 2012 – che adesso vive a Palma di Maiorca in attesa del processo. L’ex attaccante lascia intendere che la risonanza dello scandalo scommesse ha ben altri contorni e confini, come conferma anche Rodiani. Altra carne sul fuoco: Cristiano Doni ha percepito lo stipendio sino al termine del suo contratto, a differenza di altri giocatori implicati e condannati. Questo lascerebbe pensare che anche la società bergamasca fosse connivente col giocatore, contrariamente il numero 72 atalantino ribadisce di aver sempre agito da solo. Proprio per questo, la società uscì dalla vicenda con un solo punto di penalizzazione evitando la retrocessione.
– CALCIO E MAFIA –
In chiusura, la trasmissione prende un’altra piega: al microfono dell’intervistatore c’è il pentito di ‘ndrangheta Luigi Bonaventura. L’ex malavitoso spiega come la criminalità organizzata sia legata a doppio filo con il mondo del pallone. Avere una squadra di calcio garantisce consensi sul territorio e la possibilità di riciclare denaro. Bonaventura espone come alcune carriere di calciatori siano pilotate, per farli arrivare nelle grandi squadre e fare da tramite con le varie organizzazioni. Partendo dal Crotone, due nomi primeggiano: Salvatore Aronica, avvistato anche al matrimonio e al battesimo di alcuni boss, in segno di riconoscenza alla famiglia. Il secondo è Giuseppe Sculli, nipote di un celeberrimo ‘ndrangetista. Le partite vengono compromesse anche in cambio di armi, a questo punto entra in gioco il sud-est asiatico.
Insomma, un mondo, quello del pallone, sgonfiato delle sue certezze. Si aprono crepe sempre più profonde, che nulla hanno a che vedere con la sportività.

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