Roberto Mancini: “Provo ancora amarezza per l’addio dal City, mentre per la Roma avrei accettato un ritorno in Italia”

Sessanta giorni dopo il suo forzato addio dal Manchester City, dall’Inghilterra, dalla Premier League, Roberto Mancini è tornato a parlare in esclusiva dalle colonne del Corriere dello Sport, portando come sempre spunti di riflessione molto interessanti sull’imminente inizio della nuova stagione calcistica, sulla sua avventura nel City e sui suoi progetti futuri.

Fonte immagine: Wikipedia - Roger Goraczniak
Fonte immagine: Wikipedia – Roger Goraczniak

Ancora oggi l’allenatore jesino si dice “amareggiato e stupito del suo esonero dal Manchester City”, dove in tre anni e mezzo da manager (con l’aiuto del suo staff di fiducia) è riuscito a riportare i citizens ai vertici del calcio inglese vincendo una FA Cup, una Premier League ed un Community Shield.  Ha dichiarato che “si sarebbe aspettato più rispetto per quanto vinto e fatto, ma soprattutto deluso per non aver potuto almeno finire la stagione e salutare il meraviglioso pubblico dell’Etihad”. Il Mancio ha inoltre parlato del suo rapporto con i vertici della società inglese definendo lo sceicco Mansour ed il presidente Khaldoon “delle ottime persone e dei bravissimi dirigenti”, ma non risparmiando una frecciata al veleno verso il duo spagnolo Soriano-Begiristain (sarebbero stati loro a convincere il board ad esonerare Mancini), in particolare nei riguardi dell’amministratore delegato con il quale dice di “non aver mai legato fin dal primo giorno, visto che parlavano una lingua diversa (dal punto di vista calcistico)”. Ha inoltre aggiunto che Soriano (“uno che prima si occupava di aerei”) “è una persona alla quale piace mettersi in mostra e che la sua figura di manager a tutto campo era molto ingombrante per l’ex dirigente del Barcellona”. Parole al miele, invece, per i tifosi skyblues che Mancini “porterà sempre nel cuore” aggiungendo di “sentirsi orgoglioso per quanto fatto da manager del City, riportando dopo oltre quarant’anni la società di Manchester fra le prime della classe in Premier League, giocandosi ogni anno trofei e coppe, vincendo contro tutte le grandi squadre inglesi, con il 6-1 in casa dei cugini dello United di Ferguson come fiore all’occhiello della sua gestione”. Sull’uomo che lo ha sostituito (Manuel Pellegrini) Mancini ha dichiarato che “è un ottimo tecnico, che troverà una squadra al top con basi solide e che potrà fare solo bene con quel gruppo di giocatori plasmato in questi anni, anche in Europa dove non si vince al primo colpo, ma con pazienza e lavoro nel tempo”. Spogliatoio al quale Mancini avrebbe voluto aggiungere Van Persie ed Hazard un anno fa (“per evitare il senso di appagamento che prende le squadre disabituate a vincere e per dare nuova linfa al team”) e al quale avrebbe voluto includere dalla prossima Edinson Cavani definito “un top-player nel pieno della sua maturità calcistica, uno che attacca, difende e fa goal”.  Poi Mancini si è soffermato sulla nostra Serie A, dicendo che la Juventus con Tevez “ha fatto un colpo straordinario che in tanti stanno sottovalutando, mettendo fra se e le altre un ulteriore tassello per alzare il gap tecnico”, mentre al Napoli di Benitez (“un grande allenatore con cui la squadra può cominciare a vincere”) consiglia di prendere Edin Dzeko (“attaccante da 25 goal a stagione) per colmare l’eventuale partenza di Cavani. Per Mancini una possibile mina vagante potrebbe essere la Fiorentina del suo amico Montella, nonostante il probabile addio di Jovetic, che con Gomez farebbe un ulteriore salto di qualità. Sull’eventualità di un’Inter (riportata ai vertici proprio da Mancini nel periodo 2004-2008) senza Massimo Moratti si dice “dubbioso visto l’amore del presidente per i colori neroazzurri, ma che l’arrivo di un partner come Tohir potrebbe portare aiuti importanti a livello finanziario all’Inter”. Sulla Confederations Cup appena conclusa ha elogiato il lavoro fatto da Prandelli con la Nazionale in questi ultimi anni, dicendo che gli Azzurri “faranno un gran Mondiale per la presenza di grandi giocatori come Buffon, De Rossi, Balotelli, Pirlo e di emergenti come Candreva, Cerci e Giaccherini”. Un pensiero anche sulla stella della manifestazione Neymar (“il giovane talento più forte al mondo”), prossimo sposo del Barcellona che Mancini “non vede l’ora di vedere in coppia con Messi per formare il tandem più forte e completo del mondo”. Sulla prossima Premier League si è detto certo “che il Chelsea di Mourinho possa interrompere l’egemonia delle squadre di Manchester, ma occhio anche a Tottenham, Arsenal e Liverpool come outsider”, mentre sull’approdo di Guardiola al Bayern Monaco dice che “non è facile arrivare dopo una stagione da tre titoli, ma valore del tecnico e della squadra non si discutono”. Sul suo futuro Mancini ha detto che “preferirebbe trovare una panchina all’estero” e che non ha mai avuto contatti né con il Psg, né tantomeno con il Monaco (“Ranieri è un bravissimo allenatore, che merita di gestire la squadra in Ligue1 dopo la vittoria nella Ligue2”). Sulla tanto paventata ipotesi Roma lo jesino ha invece dichiarato che “sarebbe stata l’unica società che lo avrebbe affascinato e fatto propendere per un ritorno in Italia (nonostante i suoi trascorsi alla Lazio) , ma che anche qui non c’è mai stato nulla di vero”. Sull’ambiente romano (in riferimento anche al derby giocato in finale di Coppa Italia) ha sentenziato che “ridurre il presente e il futuro alla mera sfida stracittadina è un atteggiamento da provinciali e Roma come città calcistica deve crescere ancora molto da questo punto di vista”. Infine ha voluto dare un parere sull’esperienza di Zeman sulla panchina giallorossa (“andava difeso dalla società fino alla fine della stagione”) e soprattutto ha espresso l’ennesimo giudizio positivo su Francesco Totti definito “un giocatore che fa ancora la differenza nonostante gli anni che passano, uno che in campo è capace di colpi superiori rispetto al resto dei giocatori a discapito dell’età che avanza”.

Francesco Tusi

Francesco Tusi

Amante del calcio, metafora più vera della vita in tutte le sue innumerevoli sfaccettature. Amante del mare, della sua vastità e della sua sconfinata bellezza.

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