Roma, senti Julio Sergio: “Fonseca lavora come Guardiola al Barcellona”
Julio Sergio, ex portiere della Roma di Claudio Ranieri, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di Roma Talk Radio, nel corso di “All’ombra della Lupa”.
Coronavirus: come lo stai vivendo?
Si sta a casa e si prova a combattere contro questo virus.
A favore o contro la ripresa del campionato di Serie A?
Il calcio deve essere messo in secondo piano, prima c’è la salute delle persone. Se si può giocare si gioca, altrimenti si giocherà il prossimo anno.
Il tuo cuore è sempre stato legato a questa città, in questi mesi quanto è cambiata la Roma? Ti piace il gioco di Fonseca?
Mi piace quello che sta provando a fare con una squadra giovane, seppur con grandi giocatori. Un po’ come Guardiola nei primi anni del Barcellona. Il prossimo anno sarà quello in cui vedremo il vero gioco di Fonseca.
Pau Lopez si è infortunato al polso, cosa succede nella mente di un portiere quando c’è un infortunio e quanto ci vorrà a recuperare?
Lui è un professionista, farà ovviamente prima di una persona normale. Per un portiere avere un infortunio importante è difficile da gestire, perché dietro c’è chi è pronto a subentrare…
Un infortunio può accadere a chiunque. Anche a me è capitato, prima la caviglia, poi il ginocchio. Speriamo possa andare tutto bene, poi in porta deve giocare sempre chi è più forte in quel momento in base a cosa il mister vede negli allenamenti.
Daniel Fuzato quante possibilità ha di avere una chance nella Roma? Ti piace Pau Lopez?
Pau Lopez mi piace, la tecnica di allenamento italiana per i portiere è diversa rispetto a tutte le altre parti del mondo. Anche lui si sta adattando ai nuovi allenamenti, non ha fatto molti errori ha avuto un problema nel derby, ma sono cose normali che possono accadere a tutti. Per me è un buon portiere deve crescere ancora. Fuzato è bravo e si sta allenando con grandissimi giocatori, alla prima opportunità dovrà sfruttarla al massimo e cercare di non uscire più dai pali della porta della Roma
Julio Sergio è uno dei portieri ai quali i tifosi sono più legati. Sei arrivato e partito da terzo portiere, quanto soddisfazione è stata diventare il primo e vivere una stagione come quella con Ranieri da protagonista ?
Io sono arrivato a Roma per un provino. Dovevo rimanere una settimana e sono rimasto un mese e poi mi hanno fatto il contratto, era un periodo particolare, nella Roma non c’erano molti soldi… Alessandro Lucci e Taddei mi hanno aiutato moltissimo…
Credo di essere molto fortunato, lassù qualcuno mi ama. Devo ringraziare io la Roma e la città di Roma, non i tifosi me. Roma mi ha regalato i miei figli, quei derby sono e resteranno indimenticabili. Mi reputo un portiere normale che ha avuto 2 anni importanti, il rispetto come uomo è la cosa che mi fa più piacere.
Oltre ad Alessandro Lucci cosa ti ha fatto resistere da terzo portiere e credere fino all’ultimo di avere un’opportunità? Quale è stato il tuo segreto?
Il mio segreto è quello che sono riuscito a creare. Appena arrivato mi sono sposato, poi il supporto di Lucci e Taddei, cose che mi hanno aiutato moltissimo.
Il terzo anno è stato quello difficile perché volevo giocare ma nessun club voleva scommettere su di me. Il quarto anno poi ho giocato perché il portiere era infortunato e mi sono allenato di più ma non è stato facile. Ho ingoiato bocconi amari molto spesso in tribuna, devo ringraziare la mia voglia e la mia disponibilità al sacrifico.
Le lacrime di Julio Sergio appoggiato al palo con la caviglia rotta sono un ricordo indelebile nei cuori giallorossi, e per questo volevamo farti i complimenti a prescindere. Le ragazze del calcio femminile in Italia stanno vivendo un po’ l’esperienza che hai avuto tu quando eri terzo portiere, l’attesa di essere riconosciute come accade nel calcio maschile, cosa ti senti di dire a queste ragazze che come te in passato vivono nella speranza di avere una possibilità?
A me piace il calcio femminile, non mi piacciono le imposizioni che hanno. Abbiamo visto un grandissimo mondiale femminile, in Brasile come in altre parti tutte le squadre sono obbligate ad avere una squadra femminile, ma spesso non hanno nemmeno il campo per farle giocare. Servono gli sponsor e le strutture come per gli uomini, è uno sport bellissimo e ci sono grandissime calciatrici. Non dobbiamo avere fretta nel cercare di farlo arrivare allo stesso livello di quello maschile. Dovrà essere una cosa generazionale, di cultura, e tutto verrà da se.
Dopo due mesi di stop quanto è difficile riprendere una condizione atletica? Se tu fossi stato preparato da Savorani l’attuale preparatore dei portieri della Roma quanto saresti potuto migliorare?
Con Alisson è stato impressionate, ma Alisson ha messo molto di suo. Io mi sono trovato molto bene con i miei preparatori, per quanto riguarda la ripresa della condizione atletica ci vuole almeno un mese di preparazione per tornare in forma.