Sampdoria: domenica in campo con un unico obiettivo

Ultima gara casalinga per la Sampdoria, che vuole regalare ai propri tifosi ancora una soddisfazione in una stagione iniziata male ma finita con una salvezza anticipata e tranquilla.

 

Mihajlovic Fonte: Laura Rossetti
Mihajlovic Fonte: Laura Rossetti

Mister, vi manca la vittoria con una big. Contro il Napoli potrebbe essere l’occasione giusta per chiudere in bellezza?

“Speravo vi dimenticaste di farmi questa domanda perché è da quando sono arrivato che me la fate e a dire la verità non ha portato molto bene”.

La Samp è salva da diverso tempo, come si trovano gli stimoli per affrontare  una gara che non sancisce nulla?

“Io stimoli ne ho sempre, ma i ragazzi hanno speso molto perché al mio arrivo la situazione era davvero critica. Ora non dobbiamo giocare per noi stessi, i ragazzi non devono giocare neppure per il loro allenatore: domani dobbiamo entrare in campo per i nostri tifosi. Loro ci sono sempre stati vicini, ci hanno sempre sostenuto e tra loro c’è anche chi fa dei sacrifici per venire allo stadio. Gli dobbiamo regalare una gioia”.

“Al mio arrivo la situazione era difficile perché tutto l’ambiente era demoralizzato. Devo ringraziare i mei ragazzi che mi hanno seguito e insieme siamo riusciti a centrare l’obiettivo, insieme abbiamo vinto il nostro scudetto”.

In chiave futura cosa manca alla Samp per fare il salto di qualità, quale giocatore potrebbe servire?

“Questo lo sa la società, e ne parleremo insieme quando ci vedremo. Purtroppo la situazione è delicata per tante squadre anche a livello Europeo ma l’ambizione fa tanto e io ho una certa mentalità, ormai lo sanno tutti”.

Tornando a domenica, dubbi di formazione?

“Devo ancora decidere chi giocherà esterno alto e chi a centrocampo tra il mio connazionale e un brasiliano”.

Un commento sugli episodi della finale di Tim Cup?

“Quello non è calcio. Bisogna dare il buon esempio e vivere questo sport come se fosse festa. Domenica scorsa vedere i tifosi di Parma e Samp in amicizia è stato molto bello. Anche fischiare l’inno della propria nazione allontana  le persone e non è un caso che i giocatori stranieri siano sempre più restii a venire a giocare qui”.

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