Soccermagazine, Emanuele Celeste a Superscommesse: “Il calcio italiano resta sempre indietro”

Il nostro Emanuele Celeste, fondatore di Soccer Magazine, è stato contattato dalla redazione di superscommesse.it, alla quale ha raccontato della nascita della testata e si è pronunciato sulla Serie A e, più in generale, sul calcio italiano. Ecco di seguito l’intervista completa:

Soccermagazine
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Come e quando nasce Soccer Magazine?
Soccer Magazine è nato nel 2010 da un’intuizione di Emanuele Celeste e Michele Caputi, due giovani che già da diverso tempo stavano accumulando esperienza nel mondo dell’informazione sul web. Sin dal principio il nostro intento era quello di fondare una testata giornalistica fresca e nuova, che potesse fungere da punto di riferimento per i vari target di lettori e che, soprattutto, si concentrasse su un tipo di giornalismo pulito, vivace e variegato. Anche grazie al nostro collega Raffaele Zanfardino siamo diventati presto un giornale a tutti gli effetti. Nella loro oggettività, in ogni caso, i nostri redattori non si prestano ad essere figure che vivono il calcio con freddezza o distacco: molti sono amanti dichiarati di determinate squadre e nel nostro piccolo universo rappresentano forse quel lato genuino del tifo che purtroppo è andato col perdersi negli anni e che noi stessi cerchiamo più volte di trasmettere con i nostri articoli. Un altro punto su cui insistiamo è l’interazione con i lettori: chi ci segue da tempo sa che anche dietro le notizie più particolari si nasconde comunque un lavoro di ricerca e verifica che purtroppo, specie nel web, non tutti tendono ad eseguire negli ultimi anni; quello dell’informazione su internet è un ambiente molto intricato, dove lo scoop come il pericolo può spuntare all’improvviso dietro l’angolo. La nostra filosofia ci ha portato così nel tempo ad essere apprezzati, valendoci anche citazioni importanti, tanto che alcuni lettori sono oggi dei nostri fedeli collaboratori ed ancora adesso arrivano candidature da parte di chi vorrebbe entrare nel nostro progetto.
 
Quali notizie possiamo trovare su Soccer Magazine?
La nostra linea editoriale è abbastanza trasversale, e per questo viene ben accolta da chi lavora con noi. Proprio per soddisfare le esigenze e la sete di sapere di diverse tipologie di lettori, i nostri articoli possono spaziare infatti dagli aggiornamenti sul campionato italiano a quelli esteri, passando per le notizie più curiose e per le nostre rubriche, dove statistiche ed articoli amarcord non faticano ad accompagnarsi ai più classici consigli sul fantacalcio o sui videogiochi. Il nostro compito non si limita comunque alla diffusione delle news: piuttosto che riportare le tante notizie in maniera asettica, spesso ci prodighiamo volentieri per entrare dentro ai fatti e sviscerarli con accuratezza critica mediante editoriali od esclusive, come per completare l’informazione.
 
Quali sono gli argomenti che i lettori di Soccer Magazine preferiscono?
Non esistono temi più interessanti di altri, alla fin fine. I lettori, ad ogni buon conto, badano molto alla forma ed al contenuto di un pezzo, nonché al messaggio che esso vuole lanciare, specie se si tratta di un editoriale, di un pensiero che vuole descrivere un dato argomento esaltandone particolari importanti od erroneamente tralasciati dalla massa, per aprire gli occhi alla collettività. Nel complesso, però, è sempre il succo di un pezzo, il cuore della singola notizia ad attirare gli internauti, che non disdegnano di rivedere sul web qualcosa di cui magari avevano già letto poco prima attraverso altri canali.
 
Serie A: il Campionato italiano è ancora uno dei più affascinanti?
Relativamente. Se vogliamo parlare di calcio, dunque di un sistema che contempla anche un insieme di faziosità più o meno accese, bisogna avere onestà intellettuale e saper riconoscere semplicemente l’oggettivo. Il calcio italiano è meno spumeggiante e divertente rispetto al passato ed oggi il paragone con gli altri campionati europei è quasi automatico. Le prime potenze italiane stanno faticando come non mai oltre i nostri confini. La crisi “pallonara” non è dovuta tuttavia alla sola fuga progressiva delle grandi stelle all’estero: sarebbe un alibi troppo banale. E’ pur vero che all’esodo dei big bisogni aggiungere la fievole esplosione di nuovi talenti: nei prossimi vent’anni rischiamo di non vedere nuovi Totti, Pirlo e Buffon, anche perché rispetto agli anni ’80 e ’90 il modo di pensare dei ragazzi, e quindi dei giovani che si affacciano al calcio professionistico, è cambiato radicalmente. Il mondo è cambiato. Ed in questo movimento non potevano non rimanere coinvolte anche le società, molte delle quali sembrano quasi volersi svenare solo durante le sessioni di mercato per prendere qualche calciatore già affermato in altri Paesi e poi lasciare magari tutto al fato, buttando sempre meno l’occhio sui giovani nostrani che non per demerito potrebbero non riuscire a raggiungere mai i loro modelli. Quella del pallone rimane una delle industrie più importanti del nostro Paese, ma resta sempre indietro per questioni politiche. La Serie A esercita ancora il suo fascino, anche perché le forze si sono molto equilibrate. Oggi però, se accendi la televisione e guardi il calcio, può capitare quello che un tifoso non vorrebbe vedere mai: una partita che non è nè bella, nè brutta, ma noiosa.
 
Quale squadra della serie A l’ha sorpresa maggiormente? Quale invece è stata una delusione?
Quest’anno i pronostici iniziali non sono stati sovvertiti più di tanto. In molti si stupiscono di vedere il Napoli secondo, ma sin dall’avvento di Mazzarri era chiaro che le ambizioni della società partenopea fossero importanti. Il problema è che alle nostre big manca la continuità: lo stesso Napoli ha perso partite sulla carta facili e che hanno chiuso quindi anzitempo la lotta per lo scudetto, così come Inter e Lazio hanno lasciato diversi punti per strada. Forse la delusione più grande, per diversi aspetti, può essere costituita dal Palermo: Zamparini, forte della sua sicumera, sembrava voler emulare un po’ De Laurentiis ed un po’ Pozzo, fondendone le politiche in modo da cercare di conseguire buoni risultati vendendo anche i pezzi pregiati e spendendo comunque poco; l’instabilità dell’ambiente rosanero, tra cambi di allenatore e non solo, non poteva giovare ad una squadra che tra l’altro si rinnova molto spesso. La Roma di Zeman invece ha gettato solo fumo negli occhi, ma i giallorossi non hanno troppe colpe in quanto ricostruire una squadra vincente richiede tempo e, volendo, anche fortuna. Il Genoa infine, dato il livello della rosa, poteva sicuramente produrre di più.
 
Il Campionato volge al termine e già si parla del calciomercato estivo: quali squadre saranno protagoniste?
La Juventus ha capito la differenza tra il calcio di casa nostra e gli scenari internazionali, pertanto come risaputo potenzierà la rosa permettendosi anche pezzi da 90. Il Napoli è ancora labile in certi reparti ed i ricambi non hanno mai soddisfatto appieno Mazzarri; molto, ovviamente, dipenderà dall’eventuale partenza di Cavani, ma comunque i partenopei si impegneranno non poco per rinforzarsi. L’Inter ha già speso tanto e al di là di tutto non è detto che non possa continuare a farlo; comunque, come il Milan, ha dei crucci relativi a prossime decisioni societarie. La Fiorentina invece vuole affermarsi in Europa e non è escluso che possa gareggiare anche per lo scudetto, considerando l’organico già a disposizione. Il progetto della Roma è ancora in fieri ed i capitolini dovranno esser bravi a sfruttare le occasioni che si proporranno, senza prendere granchi come in passato. La Lazio deve ancora lavorare molto se vuole essere veramente degna dell’Europa che conta. Attenzione infine al Catania, apparentemente in ascesa.
 
Quale grande campione o allenatore potrebbe arrivare nella nostra serie A?
Si parla tanto di Ibrahimovic, che non è così inarrivabile, anche se, per mantenere costantemente valido il campionato, sarebbe necessario innanzitutto trattenerli, i campioni. Purtroppo colpi sensazionali non si vedono da tempo: lo stesso Balotelli – il cui ritorno in patria è solo un bene per il calcio italiano, per una serie di ragioni varie – non è stato pagato tantissimo, e farlo venire al Milan non è stato facile. Paradossalmente, anche il calcio pare risentire della crisi. Forse per il momento ci tocca solo scoprirle, le stelle.

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