Strasburgo: ennesima fermata di un sistema nel pallone
Obiettivo: riformare il sistema calcistico in modo da fornirgli nuovamente credibilità. Parole che sembrano scritte sulla ricetta di un medico della mutua, ma in realtà suonano come un campanello d’allarme, negli ultimi tempi sempre più intenso, negli edifici dei palazzi del potere. Lo sanno tutti da tempo, ma ora è necessario cominciare a prendere provvedimenti e contromisure. Sedersi attorno a un tavolo, analizzare “un paziente malato” e trovare la cura della malattia. Questo ha fatto Michel Platini, presidente Uefa, al consiglio europeo di Strasburgo avvenuto nella giornata di oggi.
I temi all’ordine del giorno erano i seguenti: la lotta contro il fenomeno delle partite truccate, l’impegno per eliminare la violenza negli stadi, il bisogno di fair play finanziario nel calcio europeo per club e l’importanza delle nazionali. Il fenomeno del sabotaggio delle partite, che ha portato quindi all’alterazione dei risultati finali, secondo Platini si è sviluppato parallelamente alle scommesse. “Il calcio europeo è spaventato, e penso di poter dire che tutto lo sport europeo sia preoccupato. La crescita del numero delle partite truccate in relazione alle scommesse è allarmante, specialmente perché è un problema al quale nessuno sport e nessun paese è immune”.
Ha spiegato poi che nonostante il movimento sportivo non sia stato a guardare, organizzando iniziative di sensibilizzazione al problema, campagne di monitoraggio, procedure disciplinari e così via, tali atteggiamenti, per quanto necessari, servono a poco quando anche la criminalità organizzata comincia a strizzare l’occhio ad un sistema fragile dalle numerose fonti di guadagno. L’ex juventino propone e spinge, vista la situazione complessa, per una cooperazione efficiente tra organi giudiziari di governo sportivo ed autorità pubbliche: “E’ una questione di responsabilità, di etica, ma soprattutto una questione di giustizia”.
Si è poi soffermato a trattare il problema della violenza negli stadi, dipingendo tali atteggiamenti ingiustificabili in ogni senso, definendoli inutili e gratuiti. Rimarcando più di una volta che “questa situazione lo disgusta e lo riempie di vergogna”, non tarda a far luce su quanto fatto fin’ora per cercare di ovviare a tale pecca, invitando a non darsi per vinti cadendo nella disperazione e nel facile fatalismo: “Nonostante i progressi che sono stati fatti in questo settore negli ultimi anni, saprete che i comportamenti violenti e discriminatori continuano a mostrare il loro volto nei nostri stadi. Ma noi non dovremmo e non possiamo permetterci di cadere nel fatalismo o nella disperazione. Potete essere certi del fatto che non giungeremo ad alcun compromesso con gli hooligan e che raddoppieremo i nostri sforzi per scacciare la violenza dai nostri stadi, per eliminarla”.
C’è crisi in ogni settore. Il calcio non è da meno, non si direbbe cifre e redditi alla mano ma è così, per questo da tempo la UEFA ha introdotto misure introdotte all’attuazione del cosiddetto fair play finanziario, che garantirebbe una stabilità sicura del sistema calcistico europeo anche a livello di club. Questo significa, secondo l’ex attaccante francese, indirizzare le squadre verso investimenti sensati, in modo da ridurre le perdite dello scorso anno (1,2 miliardi di euro) registratesi nei club di calcio europei. “Perciò chiedo ai club europei di ascoltare la voce della ragione che continua a ripetere: ‘Non spendere più soldi di quelli che hai o rischi di mandare il calcio in rovina’” – Moratti ha giustificato la cessione di Samuel Eto’ò in nome di tale “manovra”- “Il rispetto del fair play finanziario sarà una condizione necessaria e indispensabile per la partecipazione alla Champions League e all’Europa League. La UEFA porterà avanti questo progetto fino alla fine, in quanto non ha obiettivi personali da difendere – il suo unico scopo è quello di proteggere gli interessi del calcio europeo nel suo insieme”.
Il calcio va promosso anche a livello di nazionale, come componente del panorama calcistico europeo, il francese spiega tale concetto usando una metafora pungente: ”Se lo sport fosse un essere vivente – ha spiegato il signor Platini –, le nazionali sarebbero il cuore. Un cuore il cui battito dà forma al modello sportivo europeo, un cuore il cui battito ispira eccellenza, un cuore il cui battito contribuisce al finanziamento a lungo termine di uno sport popolare”.
Questo colloquio con le autorità e gli addetti ai lavori, trova il consenso anche da parte del ministro serbo per la gioventù e lo sport Samardzic-Markovic, che assicura la piena solidarietà e collaborazione per il raggiungimento parziale o collettivo degli obiettivi proposti, per dare una sterzata nella giusta direzione. Il discorso di Platini ha messo a nudo pecche risapute, forse troppo scontanti per essere trattate con il giusto riguardo e peso. Oggi si è scritta un’altra pagina di un sistema nel pallone.