Da Van Ginkel a Saviola: le 5 scommesse perse di questo primo scorcio di campionato

Un ottobre caldo oltre ogni previsione ci ha salutati pochi giorni fa. Gli è subentrato novembre, che ci fa entrare in pieno clima autunnale. Ma novembre è anche il periodo adatto per tracciare i primissimi bilanci della Serie A 2014-15.

Marco Van Ginkel - Fonte: Conceited 2,  wikimedia.org
Marco Van Ginkel – Fonte: Conceited 2, wikimedia.org

Siamo solo ad un quarto dello svolgimento del campionato e tutto può ancora essere ribaltato a livello di classifica, così come i calciatori che fin qui hanno deluso le aspettative hanno tempo sufficiente a disposizione per rifarsi. Ed è proprio dei giocatori su cui erano state poste grosse aspettative che ci occuperemo quest’oggi. Il primo è Marco van Ginkel, olandese di proprietà del Chelsea acquistato dal Milan nell’ultima giornata di calciomercato dopo un lunghissimo corteggiamento. L’olandese sembra non rientrare nei piani di Inzaghi. Con SuperPippo, il centrocampista ha giocato soltanto 30 minuti – contro il Verona, in un esordio maledetto condito da un infortunio – in 10 gare. Le sue continue esclusioni sono avvolte nel mistero. Il 22enne è stato fortemente voluto da Galliani, ed inoltre nel suo contratto di prestito (secco, a giugno tornerà al Chelsea) c’è una particolare clausola che rende ancora più incomprensibile il suo utilizzo pressoché nullo: il Milan dovrà pagare 200mila ai Blues se van Ginkel non raggiungerà le 20 presenze. Se il traguardo dovesse essere raggiunto, invece, sarà la società londinese a versare tale cifra ai rossoneri. Visto che il Milan spumeggiante e vincente si è visto solo nelle primissime giornate di campionato, non è impossibile che Inzaghi decida – a breve – di mischiare le carte in tavola e concedere una chance da titolare al 22enne, lodato anche da uno che con i complimenti non esagera di certo come José Mourinho.

Javier Saviola. Fonte: veronasport.it
Javier Saviola. Fonte: veronasport.it

Poi c’è Javier Saviola. Come van Ginkel è sbarcato in Italia nell’ultima data utile, e con l’olandese condivide anche la non invidiabile soglia di nemmeno 90 minuti giocati in Serie A. Per ‘el Conejo’ infatti, solo due presenze (totale 85 minuti) che però non arrivano ad assommare due tempi regolamentari. Calciatore dai trascorsi gloriosi (Barcellona, Real Madrid, Benfica, River Plate e tanta Nazionale argentina) che pare proprio non adattarsi alle scelte tattiche di Andrea Mandorlini. Lo stesso tecnico, interrogato sullo scarso utilizzo dell’argentino, ha risposto che bisognerà trovare un modulo che ne esalti le doti, visto che in quello attuale Saviola non è a suo agio. La domanda che sorge spontanea, però, è: Mandorlini effettuerà veramente un cambio di modulo per ‘accontentare’ un singolo giocatore? La risposta, che sorge altrettanto spontanea, è più tendente a un no che ad un sì. Anche perché nel giugno del 2015 il contratto annuale scadrà e – forse, visto che c’è ancora tempo per ribaltare tutto – l’esperienza italiana di un gran talento come el Conejo si chiuderà anonimamente.

vidic
(Nemanja Vidic – Tabellone San Siro – Foto: Salvatore Suriano)

La terza ‘delusione’ è un difensore, che risponde al nome di Nemanja Vidic. In estate, negli ambienti interisti, si parlava di lui come il salvatore della traballante difesa interista e come del nuovo indiscusso leader nerazzurro dopo il ritiro di Zanetti. Niente di tutto ciò, purtroppo. L’ex Manchester United non si salva rispetto ai suoi compagni di squadra. Anche lui – come tutti – sta vivendo il delicatissimo momento di transizione dell’Inter, che nelle ultime giornate è sfociato in prestazioni disastrose come le 4 palle subite dal Cagliari a San Siro o la sconfitta esterna col Parma di questo sabato. In 8 presenze si registrano un cartellino rosso alla prima giornata e tante insufficienze. Purtroppo, almeno in questo inizio di campionato, il tanto esperto serbo non ha convinto (quasi) nessuno.

Dopo Vidic, troviamo un altro giocatore molto esperto la cui saggezza avrebbe dovuto essere un apporto vitale alla squadra. Maxi Lopez nel Chievo ha finora trovato solo 1 gol (contro il Napoli) e tanta panchina. A inizio campionato era stato designato come titolare, visto che nelle prime tre ha sempre giocato dall’inizio. Poi, nonostante il gol contro il Napoli che aveva fatto ben sperare, l’argentino è tornato – come da consuetudine, nelle ultime stagioni – ad essere poco decisivo e, Corini prima, Maran poi, gli hanno preferito quasi sistematicamente Alberto Paloschi. L’ultima gara da titolare risale al 21 settembre. Dal 24 in poi solo ingressi a gara in corso, mai per più di 25 minuti. Insomma, ora che la classifica sentenzia ‘Chievo ultimo’, la ‘Gallina d’oro’ deve risvegliarsi dal torpore degli ultimi mesi e tornare a fare quello che gli riesce meglio: i gol.

L’ultimo è un connazionale di Maxi Lopez, che milita nella squadra in cui l’anno scorso Maxi segnò un unico gol (decisivo tra l’altro, nel derby col Genoa). Stiamo parlando di Gonzalo Bergessio, in forza alla Sampdoria. La squadra blucerchiata è in formissima e per questa annata sembra in grado anche di lottare per un posto in Europa League. Ma l’ex Catania non se la passa così bene nel capoluogo ligure. Finora solo 7 presenze (sempre dalla panchina, ad esclusione della gara contro la Roma) ma soprattutto 0 gol. E visto l’ottimo momento di Manolo Gabbiadini, la ritrovata forma di Okaka ed Eder, e la propensione al gol che pare aver preso possesso del corpo di molti giocatori della Samp di ogni ruolo (ben 11 giocatori diversi hanno fatto centro almeno una volta dall’inizio della stagione), i suoi gol non diventano più fondamentali come lo erano qualche anno fa sotto l’Etna. Ma le 35 reti in 100 partite al Catania non si dimenticano e prima o poi anche ‘el Toro’ tornerà alla ribalta a suon di gol.

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Edoardo Ciotola

21enne che continua imperterrito a parlare di 'farsi i viaggi' e che sogna di diventare giornalista sportivo di professione. Metà napoletano e metà spagnolo (d'adozione). Cresciuto a pane e Fabri Fibra, ama il calcio (la fede è quella interista) e ascolta qualsiasi tipo di musica. Insomma, non ha le idee propriamente chiare, ma è talmente orgoglioso da essere capace di farne addirittura un vanto. In fin dei conti però una cosa è certa: la sua anima è unita, tramite punti di sutura, alla scrittura e alla comunicazione, di qualsiasi forma esse siano.

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