Che fine ha fatto… Davala, da scapolo rossonero a imperatore tedesco

Settembre 2001, dal grande Galatasaray detentrice della Coppa UEFA e Supercoppa Europea battendo Arsenal e Real Madrid, arriva al Milan un calciatore promettente chiamato Umit Davala.

© SoccerMagazine
Fortemente voluto da Terim, tecnico della squadra lombarda all’epoca, il Milan spese 5 milioni per aggregarlo nel gruppo del mister turco.
I tifosi, la società e i suoi compagni di squadra si aspettavano molto da lui, ma furono delusi. Solamente dopo 2 mesi, il Milan esonerò Terim e chiamò sulla panchina Carlo Ancelotti. Con Ancelotti, Umit non ebbe molto spazio, fu giudicato come un acquisto deludente e concluse la stagione solo con 10 presenze. Nell’estate del 2002, venne ceduto all’Inter tramite uno scambio con Dario Simic. Ma non esordi mai con i nerazzurri ed infatti fu spedito in prestito al Galatasaray. Concluse la stagione seguente con 23 presenze ed 1 gol, ma non bastarono per farlo riscattare dai turchi. Infatti si rivelarono i suoi bruttissimi rapporti con i giornalisti locali: il comune di Izrim, sua città natale, aveva deciso di intitolargli una strada, una troupe televisiva turca esagerò nel tentativo di intervistarlo. Umit, infuriato, cercò semplicemente di pestarli a sangue. Ed infine il comune di Izrim decise di non intitolargli più nulla. A toglierlo dall’imbarazzo di una convivenza con un sistema mediatico che lo odiava a morte ci pensò il Werder Brema. Ebbene, qui Umit riuscirà nell’impresa di vincere qualcosa di importante. La squadra tedesca, in quell’anno, vinse una coppa di Germania e il campionato. Davala, titolare fisso di quel Werder, verrà da tutti ricordato, più che per le sue prestazioni, per la foto-scandalo che lo pizzicò, totalmente ubriaco, abbracciato ad un compagno di squadra nudo, intento a sorridere ed a coprirsi i gioielli di famiglia con una bottiglia di spumante rigorosamente vuota. Ma se c’era un luogo dove il Werder lo riscatterà era da Milano, dall’Inter, e lo terrà fino al 2006 quando, causa un brutto infortunio all’anca, Umit Davala sarà costretto ad appendere gli scarpini al chiodo, accanto alle foto porno scattate durante i festeggiamenti dello scudetto 2003-2004.
Per quanto riguarda la nazionale turca, anche lì Umit Davala ebbe i suoi alti e bassi: più alti che bassi a dire il vero, questo gli va riconosciuto. Nel giro nazionale dal lontano 1996, Umit era accusato di essere un raccomandato e di giocare solo per pressioni altrui. Il Mondiale di Corea e Giappone del 2002 era alle porte e per la Turchia si trattava di un evento storico. Infatti la seconda volta che questa nazionale riusciva a qualificarsi per la competizione mondiale dal 1954. L’allora allenatore della nazionale turca Senol Gunes, detto lo “Zoff della Turchia” per via dei suoi trascorsi da portiere, rischiò letteralmente la pelle per aver deciso di affidare il centrocampo a Umit. Per l’occasione il giocatore turco s’inventò un inquietante taglio di capelli alla mohicana, forse per contrastare l’orribile acconciatura di Ronaldo. Davala ebbe un diverbio da non poco con il suo compagno di nazionale Hakan Sukur. Senol Gunes, caricato a mille dalle sorprendenti vittorie della sua nazionale al mondiale, si fece scappare una promessa-bomba: in caso di vittoria col Giappone ed approdo in semifinale contro il Brasile, oltre ad un’auto nuova a testa, avrebbe aperto le porte del ritiro alle avvenenti e provocanti mogli dei calciatori. Non l’avesse mai detto. La profezia si avverò e Senol fu costretto a mantenere la promessa fatta. Questo fece letteralmente imbestialire il gruppo dei turchi cosiddetti “integralisti” i quali, con Sukur in testa, non potevano sopportare la presenza femminile in albergo, perché ciò avrebbe violato i precetti di Maometto. Umit protestò ed insieme al gruppo antagonista dei turchi “laici” rischiò di spaccare in due spogliatoio e mogli. Alla fine l’ebbe vinta Sukur: le donne furono alloggiate in un albergo a Tokyo. A parte questo incidente di percorso, quella nazionale entrò nella storia turca: non solo partecipò al mondiale dopo innumerevoli anni dalla prima volta, ma riuscì addirittura ad arrivare terza! La semifinale col Brasile significò la sconfitta, nonostante Umit avesse provato ad incendiare gli animi turchi rilasciando dichiarazioni guerrafondaie, come “dobbiamo battere il Brasile, sconfiggere la Germania in finale e vendicare le angherie che i nostri connazionali subiscono nei ghetti”. La Turchia riuscì però a vincere contro la Corea del Sud e consacrarsi come terza forza mondiale, anche per merito di un Umit inaspettato goleador. In nazionale terrà duro fino al 2006, ovvero fino alla fine dei suoi giorni di calciatore.
Dopo il ritiro, Umit ha provato a vincere persino giocando a Futsal (il calcetto indoor) nella nazionale turca, di cui è stato capitano durante gli europei del 2007, ma almeno lì non ha portato a casa alcun trofeo. Davala ha intrapreso la carriera di allenatore: nel 2007 ha guidato la nazionale turca U-21, ed attualmente ricopre il ruolo di vice-allenatore del Galatasaray, per la gioia dei cronisti locali.

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