Esclusiva-Di Napoli: “Icardi è un’ottima occasione per il Napoli”

Di re il calcio italiano ne ha avuti tanti, ma in pochi hanno conquistato la folla come Arturo “Re Artù” Di Napoli. Messina, Salernitana, Napoli, Inter, Palermo sono solo alcune delle maglie che l’ex attaccante ha indossato portando nei suoi vari reami in dote caterve di gol e di fantasia, al di là della categoria. Oggi Arturo Di Napoli è un tecnico che ha ancora molto voglia di mettersi in gioco in progetti che mettono al centro di tutto l’amore e la passione per il gioco del calcio, nella speranza di riuscire a trasmetterlo anche ai più giovani che sperano un giorno di percorrere il trionfale cammino che “Re Artù” ha intrapreso da calciatore fino alla Serie A. Noi di SoccerMagazine.it abbiamo contattato in esclusiva Di Napoli per parlare con lui della sua carriera e di attualità.

Di Napoli - Fonte immagine: Wikipedia
Di Napoli – Fonte immagine: Wikipedia

Qual è il ricordo più bello della tua carriera?

Sono tanti perché ho avuto una carriera molto lunga. Ricordo sicuramente con piacere l’esordio a Bari in un Bari-Napoli in Serie A. Poi una domanda del genere mi fa venire in mente anche i titoli vinti, come quelli a Messina e Salerno. Con i giallorossi siamo tornati in Serie A dopo tantissimi anni. Con la Salernitana vincere fu bellissimo perché è una piazza molto calda e meritava categorie superiori.

Sei cresciuto calcisticamente nell’Inter, cosa ti ricordi invece del periodo in nerazzurro?

Sono legato all’Inter perché, avendo passato circa 12 anni di settore giovanile con quella maglia, posso dire di essere cresciuto con quei colori addosso. E poi sono arrivato fino alla prima squadra. L’Inter è una mia casa, alla fine sono nerazzurro dentro.

L’arrivo di Conte all’Inter può portare, secondo te, i nerazzurri a lottare per qualcosa di più della qualificazione in Champions?

Credo che il binomio Conte-Marotta sia una garanzia per l’Inter, così come per i giocatori e i tifosi. I risultati si ottengono attraverso la programmazione e loro due sono maestri di questo. Se riescono a trasmettere la mentalità ai giocatori e più in generale all’ambiente credo che l’Inter potrebbe diventare una seria candidata per lo scudetto.

Parlavi dell’esordio con la maglia del Napoli. Com’è stato quel periodo in Campania?
Sono stati anni fantastici, Napoli è una piazza che oggi occupa i posti che merita. Ho vissuto molto bene quel periodo lì, anche perché la mia famiglia ha proprio origini napoletane quindi mi sono sentito subito a casa.

Inter e Napoli che ora potrebbero incrociare i loro destini sotto il nome di Icardi. Lo vedresti in maglia azzurra?

Credo che prendere Icardi sarebbe un’ottima occasione per il Napoli e, allo stesso tempo, anche i partenopei potrebbero essere una grande opportunità per l’argentino. Secondo me per Icardi il Napoli potrebbe essere la società ideale in cui andare, anche più della Juventus.

E da parte dell’Inter?

Io personalmente farei fatica a privarmi di un giocatore come Icardi, visti i numeri che ha fatto in questi anni. È un giocatore di assoluto spessore, poi magari si può sindacare su altre questioni però per dare un giudizio completo bisogna essere all’interno e conoscere tutte le dinamiche. Se Marotta e Conte però insistono per una sua cessione non credo sia per il valore del ragazzo, quanto magari per qualche vicissitudine interna non risanabile che non tutti conosciamo.

Tornando a parlare della tua carriera, hai invece qualche rimpianto per quanto riguarda trasferimenti mancati?

Ce ne sono stati due, ad essere sinceri. Nel periodo in cui ero a Messina c’erano Genoa e Atalanta che si interessarono a me e mi sarebbe provare quelle esperienze. Anche se comunque il mio legame con il Messina è sempre stato molto forte.

Hai passato tantissimi anni in Sicilia: Acireale, Palermo, Messina. Che ricordi conservi dei tuoi anni passati lì?

Sono ricordi belli perché ancora oggi ho tanti amici lì. Mio figlio ancora va ogni estate in Sicilia, siamo rimasti tutti legati a quella terra, amo i suoi pregi e i suoi difetti. Ho ricordi belli, anche perché quando si vince al sud sei trattato da re ed è sempre bello. E poi c’è la granita alla mandorla che è una cosa pazzesca (ride ndr).

Oggi però il calcio siciliano non vive un momento felicissimo, tra le ultime vicende legate al Palermo, il Messina relegato ancora al dilettantismo e il Catania fermo in C. A cosa credi sia dovuto tutto ciò?

Io credo che in primis per ogni squadra c’è bisogno di un presidente che abbia risorse importanti e voglia di investire. Nel calcio al sud e soprattutto in squadre che hanno assaporato palcoscenici importanti i tifosi, giustamente, sono molto esigenti. Però con la crisi è stato difficile trovare presidenti che possano investire e programmare. Mi ha sorpreso il Palermo perché conosco Zamparini avendolo avuto come presidente per tanti anni. Mi dispiace per il popolo rosanero che è molto attaccato alla maglia. Credo che al Sud il calcio abbia un ruolo ancora più importante, i tifosi lo sentono e vivono molto di più. Messina è una società che ho vissuto con tutte le sfumature, sia da calciatore che da tecnico, però servono sempre risorse e competenze.

Proprio negli anni recenti a Messina hai avuto modo di conoscere indirettamente Pietro Lo Monaco. Che idea ti sei fatto del dirigente oggi al Catania?

È una persona di assoluto spessore, che bada molto al concreto. Ho avuto modo di conoscerlo al momento del suo passaggio dal Messina al Catania e credo che sia una persona molto competente di calcio e che non ha paura di mettersi in discussione o di rischiare. Alla fine, secondo me, riuscirà a portare il Catania dove lo vuole portare. Sa di calcio e credo che con lui il Catania ha una garanzia importante.

Il presente e il futuro di Arturo Di Napoli. Cosa ti piacerebbe fare?

Vengo fuori da una squalifica che non meritavo, finalmente posso dirlo perché ci sono carte processuali che accompagnano quella che è stata la mia voce da sempre. Posso essere etichettato in qualsiasi modo, si può dire di me che da calciatore fossi un po’ “pazzo”, ma di sicuro non mi sono mai permesso e mai mi permetterò di farmi coinvolgere in cose del genere. Sono sempre stato uno mentalmente forte e che non ha mai cercato né scorciatoie né, tanto meno, il guadagno facile.

Proprio per questo, per dimostrare che è la passione per questo sport a muovermi e non i soldi, ho avuto diverse offerte anche da categorie importanti ma alla fine ho scelto un progetto a Cologno, in Eccellenza, dove è tutto gratis. L’unica cosa che fa muovere questo progetto è appunto la passione per il calcio. C’è un presidente con cui stiamo costruendo una bella realtà con tanti giovani, soprattutto quelli che hanno fatto il settore giovanile, con ragazzi che lavorano fino alle sette e poi vengono al campo e mi trovano lì pronto ad allenarli. L’idea è quella di un calcio dove alla base non ci siano i soldi ma la passione e l’amore per questo sport.

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